Campania. Intervista a D’Angelo (Cisl Medici): “Al Pascale liste di attesa lunghissime, inefficienze e ritardi della rete ospedaliera. De Luca intervenga al più presto”
Il segretario della Cisl Medici di Napoli auspica che all'annunciato intervento sui precari segua “una seria ricognizione delle dotazioni organiche di Asl e ospedali, quella cui fino ad oggi i direttori generali e gli apparati burocratici di Asl ed ospedali si sono sottratti”. E sottolinea: “Sul potenziamento tecnologico in sanità la precedente amministrazione ha fatto molto poco, ora serve una svolta”.
18 LUG - “Le prime mosse del presidente De Luca relativamente alla Sanità campana hanno incontestabilmente un merito, dimostrano che la politica può, se vuole, governare un sistema complesso come quello della Sanità recuperando inefficienze e ritardi soprattutto se piuttosto che un capitolo di spesa (o, peggio, una sacca di potere clientelare) lo considera una risorsa. E' su questo che appunteremo la nostra attenzione, fornendo il nostro contributo, anche al di fuori dei tavoli tecnici ". Così il segretario della Cisl medici di Napoli,
Roberto D'Angelo, in questa intervista. Finalmente è stato smosso un pantano, è il parere del sindacato, il cui segretario regionale, Attilio Maurano, è salernitano come De Luca.
Mettere mano al problema dei precari, che si trascina di rinnovo in rinnovo oramai da lustri, è un primo passo significativo. Quali le altre urgenze?
Ora deve seguire una seria ricognizione delle dotazioni organiche di Asl e ospedali, quella cui fino ad oggi i direttori generali e gli apparati burocratici di Asl ed ospedali si sono sottratti. Sei anni senza assunzioni hanno prodotto una situazione disastrosa, a partire dai dipartimenti di emergenza e dal 118, cui spetta oggi l'onere di sopportare anche le conseguenze delle “chiusure selvagge" dei Pronto soccorso. Ma non ne sono immuni i reparti perché quello che fin'oggi è mancato, il vero deficit, è una vera regia organizzativa e un controllo serio sull’operato dei manager, che produce ogni anno anche il famigerato 'caos barelle'.
Cinque Asl e quattro ospedali viaggiano a vista con organi scaduti da sei mesi e al timone i facenti funzione, altre due Asl hanno i direttori in scadenza di mandato.
Serve una svolta, nella passata legislatura molti direttori di Asl ed ospedali hanno disatteso nel silenzio generale le poche norme di indirizzo regionali emanate affidando incarichi apicali, primariali o a scavalco, senza seguire meritocrazia e nemmeno i requisiti professionali minimi. I risultati, talora paradossali, sono sotto gli occhi di tutti.
Ora arrivano la stabilizzazione del precari e lo sblocco del turn-over decisi da De Luca.
Una boccata di ossigeno. La situazione è insostenibile. Se al Loreto Mare e al Cardarelli c’è penuria di medici e i reparti lavorano con turni resi ancor più massacranti dalle ferie estive, l'amministrazione dell’Istituto tumori Pascale negli scorsi anni ha ritenuto di non essere vincolata dal blocco della mobilità interaziendale e interregionale che bloccava gli altri e ha nominato più primari di quanti ne abbia l'Università coprendo quasi tutte le necessità del personale medico. Ma non in maniera omogenea. La situazione della Radiologia interventistica, ad esempio, è drammatica: un medico con un contratto quadriennale dopo sei mesi ha rinunciato ed inspiegabilmente non è stato sostituito, ma lo stipendio per questi quattro anni è ormai deliberato. E l’Istituto Tumori non ha certamente brillato per tagli alle spese inutili e qualificazione dell’offerta sanitaria. Nello stesso tempo, un apparecchio che consentiva di evitare molti viaggi della speranza, l’angiografo digitale, non è stato sostituito per tempo e da un anno e mezzo gli apparecchi nuovi acquistati grazie all’impegno del primario ancora non sono stati installati.
Qual è la situazione della dotazione tecnologica in Campania?
La Regione prima delle elezioni ha annunciato un piano per potenziare le tecnologie in Sanità ma in realtà la precedente amministrazione ha fatto molto poco. Tantomeno per mettere in riga quei direttori che oggi non riescono a risolvere una penuria di nove infermieri per la sala operatoria, sempre al Pascale.
Il Pascale soffre anche di liste di attesa molto lunghe. In alcuni reparti per carcinomi accertati e urgenti (C1 della lista di attesa, quindi priorità assoluta) i pazienti aspettano quasi 4 mesi: come affrontare questo nodo?
L'allungamento delle liste d'attesa è dovuto al fatto che le sedute operatorie si sono drasticamente ridotte senza che si faccia altro che programmare il dirottamento presso altre strutture in casi di particolare urgenza laddove, nello stesso momento, si raccomanda di anticipare ricovero e trattamento qualora peggiorino le condizioni cliniche dei Pazienti in lista di attesa. Un paradosso e una grave disfunzione a danno dei pazienti in un settore assistenziale, quello oncologico, che sconta un’elevatissima migrazione sanitaria che pesa sulle casse regionali per 300 milioni annui. Il risultato è che molti pazienti superano i limiti dell’operabilità con notevole peggioramento della prognosi, alcuni di essi fanno trattamenti molto più costosi per la comunità ma soprattutto per loro stessi in termini di sofferenza e di qualità della vita residua, ma peggio ancora, alcuni di loro muoiono aspettando il ricovero. La cosa più triste – conclude D'Angelo - è che la Direzione ci abbia raccomandato di far firmare ai Pazienti l'accettazione di questi abnormi tempi d'attesa ma non abbia ancora disposto lo spostamento almeno per un certo tempo, di dieci dipendenti con la qualifica d'infermiere da settori meno cruciali della sala operatoria. Tutto questo la Regione non può più fare finta di non vederlo e noi facciamo appello al presidente De Luca perché vigili e stabilisca criteri stringenti di meritocrazia ed efficienza anche per gli amministratori. Altrimenti anche lui sarà responsabile, come i suoi predecessori, di un ricorso sempre crescente alla ‘scorciatoia’ della sanità a pagamento, che diventa ‘macelleria sociale’ quando il paziente che a stento può pagare s’impoverisce o si indebita per curarsi. E di quei ‘viaggi della speranza’ (più elegantemente definiti ‘migrazione sanitaria’) che tanto pesano sull'economia campana, ma alla riduzione dei quali la recente circolare del sub commissario Mario Morlacco sulla riduzione dei tetti di spesa non fa neanche cenno.
Ettore Mautone
18 luglio 2015
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