Appalti pubblici truccati a Cosenza. Tra i 20 indagati anche Oliverio. Grillo: “E’ il momento di dire basta”
L'inchiesta riguaderebbe la costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superficie e del museo di Alarico. Il ministro sul coinvolgimento del govenatore: “Il più accanito oppositore dei miei tentativi di riportare ordine nella sanità calabrese oggi si ritrova, ancora una volta, coinvolto in un’indagine per corruzione”. Il governatore si difende: “Mi contestano ipotesi di reato in normali condotte di natura politica”.
07 MAG - Venti persone, fra cui il presidente della Regione Calabria
Mario Oliverio, il sindaco di Cosenza,
Mario Occhiuto, esponente di Forza Italia e candidato alla presidenza della Regione,
Nicola Adamo, ex consigliere regionale e vice presidente della Giunta, insieme ad altri esponenti politici, tecnici e imprenditori, sarebbero indagate nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sulla gestione di appalti pubblici in Calabria e, in special modo, a Cosenza. Al centro dell'inchiesta, secondo quanto riferito da
Repubblica, ci sarebbero gli investimenti legati alla costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superficie e del museo di Alarico.
Oliverio, riferisce l’Ansa, sarebbe ritenuto “il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione e di interesse dell'associazione, nonché alle vicende politiche ed istituzionali correlate alle stesse”.
Sul caso è intervenuto il ministro della Salute, Giulia Grillo, che da Facebook commenta: “Una nuova indagine per corruzione interessa la #Calabria e la costruzione di un ospedale. Il malaffare nella sanità è una pratica disgustosa che va combattutta alla radice perché sottrae risorse laddove ce n’è più bisogno, ovvero dove si investe per sostenerne i più deboli e chi è in difficoltà”.
Poi attacca Oliverio: “Il più accanito oppositore dei miei tentativi di riportare ordine nella sanità calabrese oggi si ritrova, ancora una volta, coinvolto in un’indagine per corruzione. Ma è lo stesso Oliverio che vuole fare ricorso alla Consulta perché ritiene di gestire bene la sanità nella sua regione, anche se ogni anno il debito cresce e i servizi per i cittadini diminuiscono? È il momento di dire BASTA. Il malaffare in sanità ha danneggiato intere aree del Paese minando il diritto alla salute. La Calabria – conclude Grillo - ha diritto a un futuro diverso, a partire dalla sanità. Non c'è salute senza legalità”.
07 maggio 2019
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