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Allarme Anp-Cia: “In aree rurali 7 pensionati su 10 nella soglia povertà”

Se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali lucane la situazione è ancora più difficile. L’Anp-Cia della Basilicata rilancia l’iniziativa, già avviata da tempo attraverso una petizione popolare, per richiedere l'aumento delle ‘pensioni basse”.

28 SET - “Come conferma il Rapporto della Caritas di Basilicata sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a essere vicini alla soglia di povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello relativo alla media sia regionale che nazionale”. A lanciare è l’Anp (Associazione Nazionale Pensionati) aderente alla Cia della Basilicata rilanciando l’iniziativa, già avviata da tempo attraverso una petizione popolare, per richiedere l'aumento delle ‘pensioni basse'.

“Tanti i cittadini, lavoratori, giovani, rappresentanti di istituzioni, che hanno aderito insieme ai pensionati alla sollecitazione popolare che chiede di recuperare il potere d'acquisto delle pensioni basse, che negli ultimi anni hanno perduto oltre il 30% del loro valore. La petizione - spiega l'Anp in una nota rilanciata sul sito della Regione Basilicata - è una piattaforma di rivendicazioni che riguarda tutti i pensionati e gli anziani, in particolare per quelli che risiedono nelle aree rurali e montane, che più di altri soffrono di carenza di servizi sociali e civili. Pensioni dignitose è la nostra rivendicazione principale; il trattamento minimo deve essere di 650 euro mensili come stabilisce la carta sociale europea. Ma anche una sanità pubblica e universalista organizzata sul territorio con servizi adeguati nelle aree rurali e montane; chiede una politica strategica verso la non autosufficienza per il sostegno economico e organizzativo alle persone e alle famiglie. Al governo chiediamo di confrontarci e ascoltare le nostre rivendicazioni; gli chiediamo di intervenire sui mali che affliggono il paese, come l'evasione fiscale, la criminalità, la corruzione nella vita pubblica, i privilegi assurdi presenti in numerosi ambiti della nostra società. Tutte questioni negative per l'economica e le coscienze dei cittadini”. Secondo dati del Centro Studi Economici della Cia lucana ben il 78% dei pensionati della nostra regione (circa 125mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima.

“Nelle campagne –evidenzia l’Anp-Cia- si vivono le situazioni più difficili: se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia di 500 euro mensili. Nelle zone di campagna i “morsi” della crisi sono amplificati e si inaspriscono i toni del disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni. Si tratta di una categoria di per sé vulnerabile -spiega l’Anp Cia- ma che nella congiuntura economica attuale rischia di sprofondare in una situazione ancora più drammatica”.

Gli ultrasessantenni –è stato evidenziato – sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro il prossimo decennio raggiungeranno il 25 per cento. “Attualmente oltre l´80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti. E nelle campagne la carenza è strutturale ed è aggravata dai recenti tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non auto-sufficienza, che grava in particolar modo su anziani e pensionati. Per questo non si può più perdere tempo: c’è l’esigenza di lavorare a una riqualificazione di queste aree, prendendo le misure locali di intervento per le non autosufficienze, nonché tutte le provvidenze economiche agli indigenti, eliminando incongruenze e abusi e, contemporaneamente, offrendo un sostegno vero e efficace a chi è in reale stato di bisogno. Per questo non si può più perdere tempo: c’è l’esigenza di lavorare a una riqualificazione di queste aree, prendendo le misure locali di intervento per le non autosufficienze, nonché tutte le provvidenze economiche agli indigenti, eliminando incongruenze e abusi e, contemporaneamente, offrendo un sostegno vero e efficace a chi è in reale stato di bisogno”.

28 settembre 2015
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