Carcere di Avezzano. Asl presenta percorso di recupero per 50 detenuti
L’iniziativa del centro di Salute mentale, in collaborazione con la direzione del penitenziario, riprende il progetto già sperimentato nel carcere di Sulmona e che consiste in una serie di incontri tra detenuti, educatori ed esperti su temi che avranno come filo conduttore la riconciliazione con se stessi e gli altri e il perdono.
24 MAR - “Voci dal carcere che riannodano i fili di una memoria dolorosa e vite che rivisitano il proprio passato, alla ricerca del recupero di sé, tramite un progetto della Asl che coinvolgerà 50 detenuti”. Così la Asl 1 Abruzzo presenta il progetto che, dopo l’esperienza del carcere di Sulmona, sta per partire nel carcere di Avezzano. L’iniziativa del centro di Salute mentale, in collaborazione con la direzione del penitenziario, prevede, in un’atmosfera poco formale, tre incontro di dialogo tra i detenuti e gli educatori ed esperti. “Durante questi confronti – spiega la Asl -, prendendo spunto da concetti mirati di filosofia orientale, buddismo e riflessioni su destino e felicità – verrà offerto ai detenuti la possibilità di fare un percorso interiore che avrà come filo conduttore la riconciliazione con se stessi e gli altri e il perdono. Non a caso il progetto, elaborato dal centro salute mentale della Asl e sostenuto appieno dalla direzione del carcere, ha come titolo ‘Passi verso la riconciliazione’”.
L’iniziativa, come movente storico, si ispira a genocidi di Ruanda e Sud Africa dei primi anni 90, “che – spiega la Asl - condusse in alcuni casi alla riconciliazione tra vittime e carnefici”. Il progetto Asl intende cogliere proprio questo motivo ispiratore, “la riconciliazione con sé e gli altri”, e utilizzarlo come strumento per “tentare il recupero di chi sconta debiti con la giustizia”.
Il primo dei 3 incontri con i detenuti si terrà 31 marzo prossimo su ‘Siamo vittime del nostro destino?’, che avrà come relatore il teologo-biblista
Giuseppe Florio. Gli altri 2 confronti riguarderanno la responsabilità verso se stessi e gli altri, tenuto dal mediatore di conflitti,
Stefano Cera (13 aprile) e ‘La felicità nonostante tutto’, curato dal prof.
Franco Picini, responsabile sezione buddista del Lazio (21 aprile).
A chiusura del ciclo di incontri vi sarà, il 12 maggio prossimo, una seduta finale con tutti i relatori e gli stessi ospiti del carcere non solo per tirare le conclusioni dell’ ‘iter’ interiore ma soprattutto nell’ottica di valorizzare al meglio l’esperienza nel proseguimento della permanenza all’interno della casa circondariale.
“Il progetto - dichiara la psicoterapeuta della Asl,
Stefania Ricciardi, coordinatrice dell’iniziativa - ha una precisa valenza soprattutto in un istituto come quello di Avezzano dove gli ospiti, dovendo scontare pene non eccessivamente lunghe, hanno margini per poter praticare un percorso di revisione critica, su di sé e gli altri, per capire cosa si è spezzato in loro e per cercare di ricomporre i sogni di vita”.
24 marzo 2017
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