Ipasvi Chieti: “La riorganizzazione della sanità sta tenendo ai margini infermieri e professioni sanitarie”
Per gli infermieri il processo di riforma in atto “non mette in discussione la riorganizzazione regionale, tanto necessaria quanto urgente, a partire dal ridisegno delle Strutture Complesse”. Viene infatti evidenziato che il nuovo assetto “non contempla la Direzione delle singole Aree delle professioni sanitarie”.
17 FEB - Nell’ambito del processo di riorganizzazione del sistema sanitario che sta attraversando la sanità abruzzese, vengono costantemente dimenticati gli infermieri e le professioni sanitarie. E’ l’allarme lanciato dal
Collegio Ipasvi di Chieti. “Riscontriamo attualmente – sottolinea una nota - che il prezzo più alto per avvicinare il riequilibrio economico-finanziario del Sistema Sanitario della Regione Abruzzo è stato pagato dagli Infermieri e dal personale di supporto, in netta controtendenza con quanto effettivamente necessario per soddisfare i bisogni assistenziali degli utenti perché è di assistenza che i nostri utenti (che si ricorda essere i committenti e i finanziatori del sistema) hanno bisogno”.
L’Ipasvi di Chieti osserva che occorrerebbe “un intervento radicale, con interventi finalizzati a riorganizzare la sanità in modo da garantire la presa in carico globale dell’utente, degli anziani dei malati cronici e dei pazienti fragili in generale. Ci si aspetterebbe una sempre maggiore presenza di infermieri per soddisfare i bisogni assistenziali”. Tuttavia, viene fatto notare,
permangono alcune forti criticità:
• le dotazioni organiche non sono adeguate rispetto alle complessità assistenziali;
• gli standard di riferimento sono legati a determinazioni e criteri obsoleti;
• le assenze dal servizio per benefici di legge (es. gravidanze, 104, part-time etc.) non trovano autorizzazione alla sostituzione;
• il turnover pensionistico non viene assicurato e non viene autorizzato nel rispetto della “contestualità”;
• le variazione già avvenute nel sistema pensionistico rendono impensabile (o quantomeno difficoltoso) l'utilizzo di infermieri in attività assistenziali oltre il 60° anno di età, con l'assoluta necessità di pensare – da subito – a percorsi alternativi, unitamente a tutte le situazioni di prescrizioni definite dalle strutture di Sorveglianza Sanitaria;
Nel complesso l’Ipasvi di Chieti “non mette in discussione la riorganizzazione regionale, tanto necessaria quanto urgente, a partire dal ridisegno delle Strutture Complesse (comunque tardiva, tenuto conto che gli stessi principi erano stati già espressi nella L. 133/2008 di Brunetta e nella L. 135/2012 di Monti)”. Ma, allo stesso tempo, “non può non evidenziare che
la nuova organizzazione non contempla la Direzione delle singole Aree delle Professioni Sanitarie (infermieristico - ostetrica, riabilitative, tecniche, della prevenzione). Il personale del comparto, si ricorda, rappresenta oltre il 50% delle risorse umane nelle strutture sanitarie di cui oltre i 2/3 è rappresentato dai professionisti infermieri”.
Per
Giancarlo Cicolini, presidente Ipasvi di Chieti, l’attuale fase “potrebbe essere un importante momento per la nostra Regione, contestualmente alla ridefinizione e ridistribuzione delle strutture complesse, ripensare i modelli organizzativi e i sistemi di cura e assistenza, con il coinvolgimento diretto degli infermieri, sia nella fase progettuale (sistema Regione/Agenzia) sia nella fase applicativa ospedaliera, residenziale e territoriale (sistema aziendale). Fino ad oggi tale coinvolgimento, di fatto, non c'è mai stato”.
In sostanza per l’Ipasvi di Chieti è necessario prevedere:
1. l'inserimento di almeno una struttura complessa per ogni Azienda Sanitaria e l'attivazione del DITRO, così come specificato nel PSR (ricordo che, in ogni Azienda, le risorse che afferiscono al Servizio Infermieristico / DITRO sono oltre 1.500 a fronte di altre “Strutture Complesse” che “pesano” poche unità);
2. il coinvolgimento ordinistico degli Infermieri nelle fasi di programmazione regionale;
3. il coinvolgimento infermieristico apicale nei gruppi di lavoro / progetti attivati a livello regionale;
4. la definizione di un regolamento regionale, in applicazione dell'art. 8 del CCNL 2008 della Dirigenza SPTA che, stante i principi fissati dallo stesso CCNL e dalla L. 43/2006, finalizzato a definire al meglio status e ruolo dei professionisti afferenti ad ogni singolo livello delle articolazioni organizzative, nel rispetto dei principi normativi che regolamentano il funzionamento del sistema e delle norme che disciplinano le professioni sanitarie.
17 febbraio 2016
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