Abruzzo. All’Aquila il 37% dei pazienti assistiti è affetto da una forma di anemia. Il 23 maggio il meeting multidisciplinare
Il dato riferito ai 350 pazienti ricoverati negli ultimi mesi al San Salvatore. L'incontro mira ad avviare un primo passo di ulteriore integrazione della gestione multidisciplinare ospedale/territorio per avviare la nuova filosofia del lavoro di squadra tra gli specialisti delle diverse discipline dell’azienda sanitaria provinciale.
19 MAG - Un meeting multidisciplinare per parlare dell’anemia nel malato oncologico, debilitazione che ne aggrava le condizioni fisiche e psicologiche e riduce nei pazienti la volontà di contrastare la malattia. All’Aquila, sabato prossimo 23 maggio, all’ex Onpi, dalle ore 9.30 alle 17.30, il primo meeting della Rete Oncologica della ASL1 Abruzzo, all’insegna della sinergia tra le diverse discipline.
L’iniziativa, che traccia una strada nuova nell’approccio metodologico del malato di tumore affetto da condizioni di debilitazioni (preesistenti o causate dal tumore), è legata all’entità d’impatto dell’anemia sulla patologia oncologica.
All’Aquila su 350 pazienti, assistiti e seguiti all’ospedale San Salvatore in questi primi mesi del 2015, il 37% è affetto da una forma di anemia, di cui il 6% presenta una forma di debilitazione severa, cioè grave.
Il meeting, organizzato da Enrico Ricevuto e da Franco Marinangeli, si propone di avviare un primo passo di ulteriore integrazione della gestione multidisciplinare ospedale/territorio per avviare la nuova filosofia del lavoro di squadra tra gli specialisti delle diverse discipline dell’azienda sanitaria provinciale. Si tratta di integrare le attività specialistiche nella gestione del paziente oncologico, vale a dire assistenza domiciliare, cure palliative, farmacia ospedaliera, residenze sanitarie assistite, geriatria. Spiccate professionalità presenti in tutta l’azienda che la Rete oncologica intende così saldare in un lavoro di équipe.
“Oggi abbiamo la possibilità - dichiara Ricevuto - di utilizzare le eritropoietine, vale a dire farmaci che sono in grado di trattare e prevenire l’anemia nei pazienti oncologici in trattamento antitumorale. E’ una opportunità terapeutica innovativa che consente di limitare il ricorso a eventuali, ulteriori trattamenti, come le trasfusioni, o ricoveri in ospedale che danno altra sofferenza al malato, rendono più arduo e impegnativo il lavoro degli oncologi e, non ultimo, producono un aumento dei costi sanitari perché richiedono ricoveri e più lunghe degenze in ospedale. Il meeting di sabato prossimo, quindi, si propone, di porre all’attenzione degli specialisti delle varie branche della nostra Asl, coinvolti in modo collettivo nell’assistenza del malato di tumore, le modalità e l’aspetto legato all’appropriatezza e all’efficacia dell’uso di questi farmaci nella pratica clinica. Una svolta importante - aggiunge Ricevuto - nella gestione delle anemie all’interno di patologie tumorali perché la sensazione di fatica e l’insieme dei sintomi, anche con ripercussioni psicologiche, possono aggravare le condizioni cliniche del malato oncologico, condizionandone anche l’accettazione della patologia e la reattività”.
19 maggio 2015
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