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Abruzzo. Teramo, da settembre taglio al trasporto studenti disabili delle scuole superiori

Per il Consigliere regionale Giorgio D'Ignazio, “pur comprendendone la ratio sul piano economico, credo siano state profondamente sottovalutate le ripercussioni che questa decisione determina sotto il profilo sociale". Ma il presidente della provincia assicura: “Non lasceremo a casa gli studenti disabili. Non so come ma provvederemo”.

13 MAG - "Leggo con apprensione le dichiarazioni del Presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, sui tagli previsti dal mese di settembre per il trasporto degli studenti diversamente abili delle scuole superiori e, pur comprendendone la ratio sul piano economico, credo siano state profondamente sottovalutate le ripercussioni che questa decisione determina sotto il profilo sociale". Ad affermarlo, in una nota, è Giorgio D’Ignazio, capogruppo di NCD nel Consiglio regionale dell’Abruzzo.

Preoccupazioni condivise da Sabatino, che in una nota, ha spiegato come  “alla Provincia, con la Riforma Delrio, sono state tolte sia le competenze che i fondi per svolgere il servizio: ciò nonostante, anche grazie ad un contributo economico della Regione, l’ente lo assicurerà fino al termine dell’anno scolastico in corso. Correttamente e per tempo – ha proseguito Sabatino - abbiamo rappresentato le ragioni giuridiche, non possiamo sostenere spese per funzioni che non sono nostre, ed economiche, non sappiamo con quali fondi finanziarlo, che ci impediscono di garantire il servizio a partire dal prossimo anno. Una condizione comune a tutte le Province d’Italia”.

Sabatino ha però aggiunto che “c’è il tempo sufficiente affinché la Regione, così come prevede la legge, definisca a chi attribuire questa competenza. Certo è che, se a settembre non si è trovata una soluzione, la Provincia non lascerà a casa gli studenti disabili. Non so come ma provvederemo”.
 
Che la riforma Delrio abbia “profondamente ridimensionato il ruolo e le competenze delle Province” lo conferma anche D'Ignazio, che sottolinea come sia stata delegata l'erogazione di molti dei servizi precedentemente di loro pertinenza ai Comuni, s”enza prevedere conseguenti incrementi delle risorse a disposizione. Questa riforma, tanto auspicata dai cittadini e dettata da una logica di spending review, ha a mio avviso già mietuto la prima vittima, ossia l'obbligo dello stato sociale di garantire ai cittadini l'erogazione dei servizi essenziali. Non è però giusto che a pagarne lo scotto siano le classi più deboli come i diversamente abili”. Per D'Ignazio, “assecondare dunque la fredda logica di ridimensionamento della spesa, non può tradursi in tagli all'erogazione di servizi essenziali per categorie già svantaggiate in partenza, perché questa soluzione genera situazioni paradossali, mettendo a repentaglio il principio della tutela delle classi più fragili della nostra società. Credo si debba riflettere con maggiore attenzione su questo problema e compiere uno sforzo comune per cercare una soluzione alternativa. Sarebbe opportuno che tutte le forze politiche scendano in campo, a tutti i livelli, nella comune difesa dei diritti dei più deboli".
 

13 maggio 2015
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