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Aou di Padova. Adeguamento stipendi, per l’Anpo “solo una manciata di euro”

La Giunta ha recentemente stanziato per i fondi contrattuali di 6,6 mln di euro in tre anni. Avruscio: “Parliamo in media di 2,5 euro lordi al giorno. Non si dica che è stata ristabilita l’equità”. A preoccupare i primari anche il fatto che l’Auo possa essere poco attrattiva per i dirigenti Medici. “Non si può chiedere al personale di un ospedale di riferimento regionale di lavorare sempre di più e compensarlo con stipendi più bassi dì altre realtà”

di Endrius Salvalaggio
14 GIU - La Giunta regionale del Veneto ha recentemente dato il via libera all’adeguamento nell’Azienda Ospedale Università di Padova, con 6,6 milioni di euro in tre anni, ai fondi contrattuali del comparto della dirigenza dell’area sanità e della dirigenza professionale, tecnica - amministrativa. La vicenda nasceva ancora anni prima della riforma sanitaria che ha ridotto le ULSS da 22 alle attuali 9 Ulss. La causa della disparità degli stipendi che ha visto Azienda Ospedaliera di Padova fanalino di coda rispetto ad altri nosocomi veneti, è stato causato principalmente dall’abbattimento delle Ulss e dalla mescolanza dei vari fondi accessori che avevano provenienze e capienze diverse.

Se la deliberazione della giunta regionale n. 681 del 25/05/2021 sembra avere portato un sospiro di sollievo, ponendo fine ad una battaglia che ha visto anche l’impugnazione del Cdm, che aveva deciso di bloccare nel febbraio 2020 l’adeguamento dei fondi accessori proposto dalla stessa Regione Veneto, c’è ancora chi ritiene che con questo stanziamento la sperequazione non è affatto risolta.
“Criteri e modalità ripartitorie all'interno della dirigenza per l’area area sanità – dice Giampiero Avruscio, Presidente ANPO Azienda Ospedale-Università di Padova - saranno ovviamente oggetto di trattative sindacali, ma dai calcoli che abbiamo fatto se la matematica non è un'opinione, l’adeguamento degli stipendi si aggirerà di media a circa 77,00 euro lordi mensili, ovvero 2,5 euro lordi al giorno. E con questi numeri non si dica che è stata ristabilita l’equità”.

L’intervento che il presidente ANPO Azienda Ospedale-Università di Padova ha fatto, nasce dal calcolo che dei 6,6 milioni di euro ripartiti in 3 anni, ovvero 2,2 milioni di euro lordi a loro volta al netto degli oneri riflessi e dalla tabella dell’allegato A, della delibera regionale n. 681, per l’area della dirigenza medica ne resteranno meno di 1 milione da suddividere per ogni anno fino al 2022.

“Se allo stanziamento di questi fondi si vanno a togliere gli "oneri riflessi"- spiega il presidente Avruscio - che si aggirano intorno al 23,8%, ogni anno non saranno più disponibili 2,2 milioni ma 1.676.400euro. Per quanto riguarda l'area dirigenziale sanitaria (non solo medici quindi), che conta circa 860 persone, vengono assegnati dalla Regione Veneto 1.305.744 euro: tolti gli oneri riflessi si riducono a poco meno di 1 milione di euro. Conti alla mano, mediamente al giorno l’aumento si aggira tra 2,5-3,0 €. Questo sarà il “quantum” dello stanziamento che tanto profuma di vittoria sia da parte della Regione che da parte Sindacale”.

“Altro problema tutt’altro che trascurabile, è che stiamo parlando di fondi – continua Avruscio – per il salario accessorio, i quali non hanno garanzia di venire ri-adeguati negli anni a seguire, come non c’è un riconoscimento di tutti gli anni precedenti. Tutto questo si chiama per noi, sperequazione iniqua e ingiustificata di stipendi a parità di ruoli e funzioni in un Hub regionale, di riferimento anche nazionale”.

La preoccupazione per il presidente dei primari di Padova non è solo una questione economica. Avruscio è preoccupato che l’Azienda Ospedaliera universitaria di Padova, Hub regionale di riferimento, restando, rispetto alle Ulss Venete, ancora ultima in classifica come riconoscimento economico, diventi sempre meno attrattiva per i dirigenti Medici.

“Questa sperequazione e questo ennesimo flop – incalza ancora una volta ANPO – non creerà né benessere organizzativo, né benessere lavorativo ma anzi ne aumenterà il disagio. Io rappresento dal 2016 in Azienda Ospedaliera un gruppo di primari che negli anni ha visto molti colleghi andarsene dal nostro ospedale e non tanto per una questione di quiescenza, ma per una insoddisfazione e scarsa valorizzazione nel lavoro. Non si può chiedere al personale di un ospedale di riferimento regionale di lavorare sempre di più con stress e rischio clinico in agguato e poi  compensarlo con stipendi più bassi dì altre realtà. La gente si stanca e se ne va e questo si traduce in una qualità assistenziale che rischia di non essere più all’altezza dei bisogni dei cittadini, favorendo sempre più le soluzioni privatistiche e nella “fuga” dei giovani medici specialisti che vorranno spendere le loro competenze al di fuori degli ospedali”.

Altra questione che solleva il sindacato dei primari è che da qui a pochi anni nascerà il nuovo policlinico di Padova: con quali medici sarà possibile gestire questo nuovo ospedale, se c’è ancora un estremo disagio tra gli operatori dell'attuale struttura?

Endrius Salvalaggio

14 giugno 2021
© Riproduzione riservata

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