Rientri al lavoro. La chiamata arriva su whatsapp all’ultimo minuto. In Veneto i sindacati insorgono
“Per la direzione inviare un messaggio whatsapp la sera prima per il giorno dopo, magari con la richiesta di rientro al mattino alle 7.30 è diventato ‘normale’, anche se di normale non c’è nulla”, denuncia la Cisl Fp di Padova e Rovigo. La Cgil condanna l’assenza di pianificazione e la Uil l’invasione della sfera privata di ogni lavoratore. Tutti compatti nel dire “Basta”.
di Endrius Salvalaggio
03 SET - Una consuetudine che va avanti da tempo e che non lascia scampo ad infermieri e ad operatori socio – sanitari è quella di essere chiamati a rientri immediati, o quasi, nel proprio posto di lavoro via whatsapp. Sta accadendo nella maggior parte delle Ulss Venete. Lo dicono i sindacati di Cgil, Cisl e Uil di comparto. “Non stiamo parlando casi sporadici – dichiara
Fabio Turato responsabile della Sanità Pubblica per la CISL FP di Padova e Rovigo – ma della normalità. Per la direzione inviare un messaggio whatsapp la sera prima per il giorno dopo, magari con la richiesta di rientro al mattino alle 7.30 è diventato ‘normale’, anche se di normale non c’è nulla. I lavoratori della Sanità Pubblica non ne possono più dell’abuso dei sms e whatsapp, mail private, per disposizioni di servizio comunicate al personale a tutte le ore del giorno, riguardanti riunioni di reparto, modifiche dell’orario o altre disposizioni. Atteggiamenti che stanno entrando con violenza nella vita personale dei professionisti sanitari pregiudicando i principi base della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare”.
A chiedere che venga regolamentata questa forma di comunicazione è Alessandra Stivali della Cgil: “Non possiamo più andare avanti in questo modo. Già di suo gli operatori sanitari sono stanchi e stressati, manca personale e non c’è un recupero psicofisico fra un turno e l’altro, inoltre ad aggravare la situazione è la chiamata dei dipendenti via sms, email e whatsapp, senza una pianificazione, una discussione e sempre all’ultimo minuto. Chiediamo che sia regolamentato, discusso e riconosciuto una sorta di reperibilità per i dipendenti sanitari e che non si verifichino più episodi di chiamata dell’ultimo minuto con queste modalità”.
Non se ne fa un mistero, che di questa prassi, i dipendenti delle varie Ulss venete ne sono esasperati e, se non si cambierà registro, la questione potrebbe determinare delle frizioni fra personale stesso ed Aziende ospedaliere, rischiando che a rimetterci sia sempre il malato. Sì, perché il benessere organizzativo è il primo elemento che mette il professionista in condizioni di lavorare bene e dare il massimo beneficio all’utente finale. “Ci sono delle regole che non devono essere ignorate – spiega
Luigi Spada delle Uil Fpl - Non esistono ferie d’ufficio, le ferie vanno sempre concordate con il lavoratore e sottoscritte dal coordinatore. Non esiste nemmeno, come spesso accade, concedere le ferie al lavoratore e poi dire che resta reperibile obbligandolo al rientro. Fra un turno e l’altro è previsto, contrattualmente, che devono passare 11 ore; accorciare il riposo significa alzare l’errore, per quanto si possa ricorrere a logica e criterio. Come Uil noi chiediamo che non sia più usato lo strumento della messaggistica come richiesta di rientro al lavoro, che vengano rispettate le ore contrattuali fra un turno e l’altro e che ci sia più rispetto della sfera privata di ogni lavoratore pubblico”.
Dello stesso avviso e anche Salvatore Del Colle responsabile Cisl dello IOV che così conclude: "Non bisogna mai dimenticare che tali strumenti non possono sostituirsi ai comuni sistemi di comunicazione istituzionali. Premesso questo, non bisogna sottovalutare le potenzialità di questi nuovi strumenti digitali che con il dovuto approccio possono portare anche a semplificare alcuni processi organizzativi. Regolamentare questi strumenti è un obbligo dell'Amministrazione, e la CISL si batterà perché questo avvenga in tempi brevi, a tutela della vita privata dei lavoratori che non può essere organizzata in attesa della notifica dei messaggi sul cellulare”.
Endrius Salvalaggio
03 settembre 2019
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