Schede ospedaliere. La Fp Cgil Rovigo contesta la Regione: “Impoverisce la sanità pubblica a favore dei privati”
“Queste schede sanciscono una lenta e progressiva periferizzazione della sanità del Polesine, con un lento e progressivo impoverimento di tutti gli ospedali della provincia”, spiega il segretario provinciale Fp Cgil Davide Benazzo, secondo il quale “la scelta di impoverire la Sanità Pubblica, per il nostro territorio, pone le basi per un futuro declassamento anche dell’Ospedale di Rovigo e la conseguente frammentazione dei servizi sanitari”.
di Endrius Salvalaggio
06 MAG - Preoccupazione da parte della FP Cgil Rovigo per la delibera 22/CR del 13 marzo 2019 sulle nuove schede ospedaliere proposta dalla Giunta Regionale e
approvata la scorsa settimana dalla Quinta commissione. Per la provincia di Rovigo, infatti, l’atto dispone un importante spostamento delle attività dalla sanità pubblica a quella privata e ciò a discapito degli ospedali di Trecenta e di Adria. A dirlo è il Segretario Regionale FP Cgil Rovigo
Davide Benazzo.
“Ecco le conseguenze che la provincia di Rovigo dovrà pagare: l’attività di riabilitazione per cui Trecenta doveva diventare centro di riferimento, viene spostata alla Casa di Cura di Rovigo”, spiega. “Nell’ospedale di Adria, anche se nelle audizioni recupera le apicalità come la Chirurgia e l’Urologia a scapito di quella di ORL, l’area chirurgica risulta fortemente ridimensionata a fronte di un importante aumento della struttura di Porto Viro che, oltre ad aumentare di 21 posti letto chirurgici e di funzioni, acquisisce il ruolo di centro trauma per il Basso Polesine. Mentre Adria viene declassata e perde il ruolo di Spoke, la struttura di Porto Viro acquisisce il ruolo di presidio ospedaliero e nei fatti, dopo Rovigo, diventa l’Ospedale di riferimento della nostra ULSS”.
Altra situazione che, per Benazzo, “purtroppo conferma quanto già si stava verificando, è il forte ridimensionamento dell’area materno infantile di Adria dove scompare l’apicalità di Pediatria, si riducono i posti letto da 24 a 8 e anche quel poco che rimane è comunque vincolato al punto nascite che ancora attende la deroga del Ministero ma che, così come strutturata l’area, si è solo deciso di rinviarne la chiusura”.
A fronte di queste schede ospedaliere, molti sindaci rodigini hanno manifestato tutti assieme davanti all’ospedale di Rovigo auspicando un ripensamento da parte della Regione Veneto. “Nonostante le audizioni in V commissione – spiega il Segretario Benazzo – poco nella sostanza è cambiato. Queste schede sanciscono una lenta e progressiva periferizzazione della sanità del Polesine, con un lento e progressivo impoverimento di tutti gli ospedali della provincia. La scelta di impoverire la Sanità Pubblica, per il nostro territorio, pone le basi per un futuro declassamento anche dell’Ospedale di Rovigo e la conseguente frammentazione dei servizi sanitari che diventeranno periferia delle ULSS vicine più grandi. Ancora una volta, chi ci governa, penalizza la sanità del nostro territorio sbilanciando le risorse pubbliche verso le strutture private, che sono le uniche ad uscirne vincenti”.
Endrius Salvalaggio
06 maggio 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Veneto
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy