Pazienti cardiopatici e fumo. A Noale il 41% ha smesso di fumare grazie a un ambulatorio specifico
Buon bilancio per il servizio attivato dall’Ulss 3 quattro anni fa. I fumatori rappresentano circa il 30% dei pazienti del servizio di Cardiologia Riabilitativa (circa 700 all’anno) di Noale. “Chi ha subito un infarto, in un primo momento smette di fumare, ma nel 60% dei casi poi ricomincia”, spiega Franco Giada, Primario della Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico e Cardiologia Riabilitativa del Distretto di Mirano Dolo.
18 OTT - Compie quattro anni l’ambulatorio antitabagismo dedicato ai pazienti cardiopatici che è ubicato nella struttura sanitaria di Noale. Si tratta di un servizio organizzato da personale estremamente formato (medici, infermieri e una psicologa), che fa parte della Cardiologia Riabilitativa, e che ha come obiettivo principale quello di lavorare coi pazienti che hanno avuto un infarto e che non hanno ancora smesso di fumare.
“L’Ulss 3 - ha evidenziato il Dottor
Franco Giada, Primario della Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico e Cardiologia Riabilitativa del Distretto di Mirano Dolo della Ulss 3 – è capofila, a livello regionale, per il programma 1.F3 "Coordinamento e sviluppo del Sistema Veneto di Trattamento del Tabagismo" la cui referente scientifica è la dottoressa Novella Ghezzo (Dipartimento Dipendenze). Il contrasto al fenomeno del Tabagismo si sviluppa su più fronti, ad esempio col Dipartimento di Prevenzione (Direttore Dott Sbrogiò) con la sensibilizzazione nelle scuole; inoltre per il Trattamento del Tabagismo in Ulss3, esistono altri tre ambulatori specialistici a disposizione di tutti i cittadini, presso Chioggia, Dolo e Mestre, in quest'ultima sede l'ambulatorio è anche Centro Sperimentale Regionale”.
“Il nostro ambulatorio – aggiunge Giada – si rivolge ai cardiopatici e, per loro, abbiamo realizzato un percorso specifico che li aiuti a disassuefarsi dal fumo in quanto, chi ha superato un infarto e continua comunque a fumare, presenta un rischio elevatissimo di ripetere l’infausto evento”.
Il percorso per smettere di fumare è organizzato in incontri singoli e di gruppo ed ha fatto sì – riferisce la Ulss, che “a distanza di 12 mesi dal suo inizio, ben il 41% dei pazienti in cura risultasse astinente contro il 20% che viene stimato in letteratura”.
“Presso il nostro servizio di Cardiologia Riabilitativa – ha continuato il Dottor Giada – trattiamo 700 nuovi pazienti all’anno, di cui il 30% è fumatore. Purtroppo, chi ha subito un infarto, in un primo momento smette di fumare, ma nel 60% dei casi poi ricomincia compromettendo nuovamente le arterie e la respirazione”.
Fondamentali i corretti stili di vita. “Ciascuno di noi – ha ricordato il Direttore Generale della Ulss 3
Giuseppe Dal Ben – può dare un contributo importante alla propria salute comportandosi “bene” nella quotidianità. Ricordo l’ABC nei corretti stili di vita: oltre a promuovere il movimento ed una dieta sana, va ricordato la riduzione nel consumo di alcol e l’astensione al fumo”.
18 ottobre 2018
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