Sangue. L’Avis Veneto lancia l’allarme sul calo raccolte: “Colpa anche della carenza di medici”
Per il direttore sanitario di Avis regionale, Giovanni Lenzo, “la carenza di medici si ripercuote pertanto negli ospedali dove ci possono essere delle criticità in vari reparti, come il trasfusionale con la conseguente riduzione della capacità di accogliere e seguire i donatori e aspiranti donatori”
di Endrius Salvalaggio
05 OTT - Si deve essere in buona salute, pesare almeno 50 chili e avere un’età compresa tra i 18 ed i 60 anni. Sono alcuni dei requisiti richiesti ad un potenziale donatore volontario di sangue. Un importantissimo atto di solidarietà verso chi ha bisogno e sta soffrendo. Un’attività che richiede un grande lavoro per l’individuazione, in tutta sicurezza, di donatori sani in tempi dove non è mancato né West Nile né la Tbe in terra pedemontana.
“Si diventa donatore dopo aver ottenuto l’idoneità alla donazione – fa sapere il direttore sanitario di Avis Regionale Veneto, dott.
Giovanni Lenzo - vale a dire dopo essersi sottoposto a visita medica e determinati esami, prelievi, controlli e aver compilato un questionario sul proprio stato di salute (ragione per cui si deve conoscere bene la lingua italiana). Il decreto del 2 novembre 2015 (Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti) specifica quali requisiti deve avere una persona per poter diventare donatore di sangue e stabilisce gli esami che sono eseguiti e le modalità di esecuzione per la validazione biologica della unità raccolte”.
Per diventare donatori, fa sapere il direttore, “ci si può recare presso il Centro trasfusionale dell’ospedale più vicino o presso l’unità di raccolta Avis (nelle zone in cui è attiva), per donare sangue e plasma. Tutti i riferimenti si trovano sul sito di Avis regionale Veneto www.avisveneto.it alla sezione La donazione - Dove donare. È possibile rivolgersi anche all’Avis della propria provincia, sempre consultando il sito alla medesima sezione, cliccando su Sedi Avis”.
In Veneto si parla molto di carenza sia dei medici che di sangue, due fattori spesso correlati. “La carenza di medici è oramai da più tempo segnalata a vari livelli – puntualizza il Dott. Lenzo - si sta cercando di metterci mano aumentando il numero di posti nelle Università sia per la scuola di medicina che nelle scuole di specializzazione. La carenza di medici si ripercuote pertanto negli ospedali dove ci possono essere delle criticità in vari reparti, come il trasfusionale con la conseguente riduzione della capacità di accogliere e seguire i donatori e aspiranti donatori”.
Andando avanti di questo passo, tra medici e sangue che scarseggiano, ci troveremo in serie difficoltà nelle cure. “Nei prossimi anni – conclude il dottore Lenzo - assisteremo ad un calo della raccolta di sangue e ad una carenza di farmaci plasma derivati che potrebbe già essere presente dal 2020, se non si invertiranno le linee di tendenza. E l’unico modo per invertirle è aumentando il numero dei donatori e conseguentemente delle donazioni. Assai difficile se calano i medici e il personale, specie in questo momento che vede un calo preoccupante anche dei donatori stessi”.
Endrius Salvalaggio
05 ottobre 2018
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