Cancro. A Verona si testa la radioterapia per eradicare le metastasi spinali
In una decina di pazienti con non più di cinque focolai di malattia la radioterapia ad alto dosaggio mirata sulla lesione sembra dare risultati promettenti. Fino a ipotizzare la possibilità dell’eradicazione locale della malattia
08 GIU - Da circa un mese, alla Radioterapia Oncologica dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) si sta testando una nuova strada per contrastare le metastasi spinali nei pazienti oncologici: la radioterapia.
“Agiamo a scopo preventivo su pazienti definiti oligometastatici ovvero in buone condizioni generali e che abbiano tra i 3 e cinque focolai di malattia al massimo”, spiega
Filippo Alongi, Direttore della Radioterapia Oncologica e a capo del gruppo uro-oncologico dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (AIRO). “Abbiamo iniziato ad applicare questa tecnica di radiochirurgia ad una decina di pazienti alla fine di aprile e ci vorranno almeno due mesi, a partire dall’ultima seduta, per potere valutare con esami di controllo gli esiti del trattamento che ci confermino i risultati positivi che contiamo di ottenere”.
La metodologia consiste nell’irradiazione ad alto dosaggio della porzione della zona vertebrale interessata dalla malattia tumorale, senza danneggiare il midollo spinale che si trova a pochi millimetri di distanza.
I dosaggi sono fino a 4-5 volte superiori a quelle delle sedute di radioterapia tradizionale a scopo sintomatico o palliativo.
“Grazie alla tecnica pionieristica che abbiamo applicato nell’affrontare le metastasi encefaliche - dice ancora Alongi - oggi siamo in grado, grazie ad una navigazione assistita, di approcciare anche le metastasi spinali con un atteggiamento inedito: in pazienti opportunamente selezionati puntiamo anche alla cura, fino all’eradicazione locale della malattia e non al solo contenimento dei suoi sintomi, per evitare che il paziente soffra come purtroppo avviene per le inevitabili conseguenze che questo tipo di lesioni comporta nella progressione tumorale”.
Si stima che circa il 40% dei pazienti oncologici sviluppi metastasi ossee. Una parte di essi sviluppa lesioni a livello della colonna che possono richiedere interventi chirurgici di stabilizzazione oltreché radioterapia convenzionale per ridurre il dolore e il crollo vertebrale.
“Con la Radioterapia moderna e non invasiva, noi radio-oncologi proponiamo come cura, laddove si può, le radiazioni al posto del bisturi”, conclude Alongi che anticipa che i risultati di queste prime applicazioni della tecnica verranno presentati nel corso della conferenza di Radiochirurgia di Monaco di Baviera.
08 giugno 2018
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