Salute mentale in Veneto. Allarme Cgil: “Domanda in continua crescita, ma siamo agli ultimi posti in Italia per risorse investite”
In un documento congiunto, la Fp Cgil, la Cgil Medici e Dirigenza Sanitaria del Veneto e la segreteria nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenza Sanitaria, denuncia l'attuale inadeguatezza del settore indicando, in particolare, cinque priorità: potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale e il personale che vi opera (sia in termini quantitativi che qualitativi), riorganizzare le strutture residenziali e semiresidenziali, garantire urgentemente maggiori risorse e dare completa applicazione alla normativa su ex ospedali psichiatrici e Rems. IL DOCUMENTO
15 DIC - La Fp Cgil, la Cgil Medici e Dirigenza Sanitaria del Veneto e la segreteria nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenza Sanitaria esprimono, in un documento congiunto, “grande preoccupazione per la adeguatezza delle cure per la tutela della salute mentale dell'infanzia e dell'età adulta e per le Dipendenze nella Regione Veneto”. Ed evidenziano come i disturbi mentali, “intesi sia come patologie psichiatriche quali ansia, depressione o disturbi bipolari, che neurologici, come Alzheimer e demenze, sono già nei Paesi ad alto reddito la principale causa di perdita di anni di vita per morte prematura e disabilità (17,4%), seguiti dal cancro (15,9%), dalle malattie cardiovascolari (14,8%), dagli infortuni (12.9%) e dalla malattie muscolo-scheletriche (9,2%)”.
Una situazione che ha anche importanti ripercussioni sui costi diretti e indiretti legati alla malattia mentale. E “con una contrazione delle risorse per la salute mentale oltre a mettere a rischio l'adeguatezza delle cure si avrebbe un inevitabile aumento dei costi”, sostengono i diversi settori della Cgil nel documento.
In questo panorama, la situazione del Veneto è, per la Cgil, “preoccupante”. “La domanda di salute mentale nella nostra Regione – spiegano - è in continua crescita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo (nel 2015 nella regione veneto sono stati assistiti 70.482 utenti e 55.000 minori ) a tale grave situazione non si può rispondere con un diminuzione del personale deputato: medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, educatori, addetti all'assistenza ed una contrazione delle risorse. Dati del Ministero della Salute nel Veneto: nel 2014, 11,7 assistiti per mille residenti presso i Dipartimenti di Salute Mentale nel 2015, 14,34 per 1000 residenti. In un anno, nel Veneto, dal 2014 al 2015 nonostante una flessione del numero di abitanti si è avuto una aumento di circa 12800 assistiti da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale”.
Eppure, denuncia il sindacato, “i cittadini veneti, per quanto riguarda l'erogazione delle risorse per la tutela salute mentale, sono agli ultimi posti in Italia con il 2,91 % delle risorse, questi dati sono stati calcolati prima dei tagli accennati dianzi, sottraendo queste risorse la Regione Veneto rischia di essere la Regione che spende meno in Italia per la salute mentale dei suoi cittadini. Senza delle adeguate risorse per la salute mentale dell'infanzia e dell'età adulta ed una adeguata prevenzione, ricordiamo che il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 18 anni , anche le migliori progettualità sono destinate a fallire, comportando una sofferenza ai pazienti ed alle loro famiglie ed anche un aumento dei costi”.
Per la Cgil è dunque “indispensabile” lavorare su 5 punti: potenziamento dei Dipartimenti di Salute Mentale, personale dei Dipartimenti adeguato sia in termini quantitativi che qualitativi, strutture residenziali e semiresidenziali per garantire da un lato l'appropriatezza clinica e dall'altro sappia rispondere ai più variegati bisogni dell'utenza psichiatrica, l’urgente erogazione di risorse adeguate (almeno il 6%), l’applicazione completa della normativa in materia di ex ospedali psichiatrici e Rems.
15 dicembre 2017
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