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Ddl concorrenza. Bacchini (Federfarma Verona): “Si aprono inquietanti scenari sulla salute pubblica”

Per il presidente del sindacato dei titolari di farmacia veronesi, è “evidente” che la logica del Ddl sia “meramente commerciale”. “Oltre agli evidenti disservizi e danni per i cittadini”, a rischio c’è anche “la professionalità e la tutela dei farmacisti che non avrebbero, oltre alle tutele previdenziali, anche quella della presenza maggioritaria nelle società di capitali a garanzia di una logica basata sulla deontologia”.


08 MAG - “Farmacie rurali che possono trasferirsi secondo logiche di mercato, abbandonando così il fragile territorio in cui operano, entrata dei grandi capitali nella proprietà delle farmacie, no all’obbligatorietà da parte delle società al versamento totale dei contributi previdenziali per i farmacisti professionisti. Dal punto di vista deontologico nessuna tutela al farmacista che mette al primo posto la salute del paziente e di conseguenza il via libera alla mera logica aziendale del profitto, così come succede in qualsiasi altro settore merceologico. Dopo un percorso di due anni è stato approvato al Senato con voto di fiducia il Ddl Concorrenza che apre inquietanti scenari sulla salute pubblica con il via libera, di fatto, allo smantellamento dell’attuale sistema-farmacie italiano”. Così Federfarma Verona descrive in una nota il provvedimento.

Per Federfarma Verona “le società di capitali entreranno a gamba tesa nel complesso equilibrio farmaceutico-sanitario che garantisce oggi un servizio omogeneo a tutti i cittadini, privilegiando nel prossimo futuro ardite strategie commerciali. La conseguenza sarà disastrosa soprattutto per i residenti dei territori più isolati. Secondo il nuovo Ddl che ora deve tornare alla Camera per la terza lettura, le farmacie rurali che si trovano in comuni piccoli fino a 6.600 abitanti potranno chiedere il trasferimento territoriale nella stessa regione dopo avere pagato una tassa di concessione governativa”.

“Che la logica di questo Ddl sia meramente commerciale è evidente – afferma Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -, ma quello che non riesco a capire è come il Governo possa pensare di sostenere lo sconcertante scenario che si aprirebbe a seguito di una eventuale approvazione di questa manovra di smantellamento del sistema-farmacie nazionale. Oltre agli evidenti disservizi e danni per i cittadini penso anche alla professionalità e alla tutela dei farmacisti che, diversamente da altri professionisti italiani, non avrebbero oltre alle tutele previdenziali anche quella della presenza maggioritaria nelle società di capitali a garanzia di una logica basata sulla deontologia e quindi sull’aderenza, oggi, a quei principi che sono fondamentali per il farmacista: la tutela della salute del paziente. Domani se un cittadino entrerà in farmacia chiedendo un prodotto che interagisce negativamente con la terapia prescritta dal medico il farmacista sarà indotto da tale sistema a corrispondere la richiesta senza problemi secondo il criterio del guadagno a tutti i costi”.

Per Bacchini la situazione “sembra davvero paradossale e a maggior ragione se penso che proprio in questi giorni Federfarma ha divulgato i dati della spesa farmaceutica pubblica che anche nel 2016 ha dimostrato un virtuoso contenimento a ribasso (nel Veneto si sono risparmiati 15,5 milioni di euro in 12 mesi). Tutto questo avviene - conclude Bacchini - anche per il corretto atteggiamento dei farmacisti e in virtù di tutti i servizi gratuitamente offerti alla società dalle farmacie veronesi, venete e italiane. Fino ad oggi”.

08 maggio 2017
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