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L’Oms promuove il Veneto. E chiede aiuto per diffondere la cultura della vaccinazione

Per la direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’Oms Zsuszanna Jakab “la sfida è quella di mantenere i livelli raggiunti in un momento non facile per le finanze pubbliche” e “dove possibile, incrementarli”. Poi l'appello: “Rinunciando ai vaccini il mondo rischia di andare indietro di 150 anni”. Coletto: "In Veneto siamo già impegnati su questo fronte".


04 DIC - “In una virtuale classifica della salute pubblica in Europa, il Veneto si colloca nelle posizioni più alte: fa registrare l’aspettativa di vita più lunga, segno di efficienza del sistema assistenziale; presenta tassi di mortalità ridotti; tassi inferiori alla media per malattie molto gravi come tumori e cardiopatie; apprezzabile attenzione al fondamentale aspetto della prevenzione e della qualità dell’ambiente di vita dei propri cittadini”. E’ questo, in sintesi, il giudizio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul sistema sanitario e ambientale della Regione del Veneto, espresso da Zsuszanna Jakab, direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’Oms, ieri a Venezia per partecipare ad un incontro-confronto tra la sua Organizzazione e la Regione del Veneto sulle politiche di salute, dal titolo “Posizionare il Veneto al Centro delle Politiche Sanitarie Globali ed Europee”, apertosi alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia, sotto l’egida della Regione e dell’Oms. Erano presenti, tra gli altri, gli Assessori regionali Luca Coletto (Sanità) e Gianpaolo Bottacin (Ambiente), rappresentanti del Ministero della Salute, esperti provenienti da vari paesi Europei, sanitari e managers della sanità veneta.

“La sfida che ora avete di fronte – ha aggiunto Jakab, secondo quanto riferito da una nota della Regione Veneto – è quella di mantenere i livelli raggiunti in un momento non facile per le finanze pubbliche un po’ in tutta Europa e, dove possibile, incrementarli, ma se qualcuno mi chiedesse dove andare a vivere per star bene non avrei problemi a indicare il Veneto tra i luoghi migliori di tutti e 53 i paesi Europei di cui l’Oms si occupa”.

Coletto e Bottacin hanno tenuto a sottolineare che “questo lusinghiero giudizio è anche figlio dell’integrazione che stiamo attuando tra politiche sanitarie e ambientali, consci come siamo che la salute si comincia a costruire facendo vivere la gente in un ambiente più sano possibile”.

Coletto ha quindi evidenziato come “il Veneto ottiene questi risultati riuscendo nel contempo ad essere una delle Regioni europee dove la salute costa meno rispetto alla quantità e alla qualità erogata”, mentre Bottacin, indicando nell’Arpav “lo strumento dove si concretizza la più stretta collaborazione con la Sanità”, ha tenuto a ringraziare l’Oms “per la collaborazione che ci sta dando nell’affrontare la delicata questione dell’inquinamento delle acque superficiali da sostanze perfluoro alchiliche e nel definire le relative soglie, che ancora non sono state fissate, né a livello europeo, né a livello nazionale”.

Gli esperti dell’Oms hanno indicato come prioritarie per la salvaguardia della salute le politiche di prevenzione rispetto al fumo, all’abuso di alcol, al consumo di stupefacenti, agli stili di vita sbagliati, che portano alla sedentarietà e, sempre più spesso, al sovrappeso o all’obesità.

“In questo senso – riferisce la nota del Veneto - sono stati particolarmente apprezzati i sistemi di sorveglianza e le azioni del Piano Regionale Prevenzione 2014-2018 sui temi del consumo di alcol e della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; del fumo, che vede scendere l’attitudine alla sigaretta (si registrano nel 2014 747.000 persone che hanno smesso) fino a registrare “solo” il 22% di fumatori nella fascia 18-69 anni; il modello di azione integrata sull’acqua potabile, con 7 reti di sorveglianza attive, 3.800 stazioni di acqua potabile controllate, 8.000 campionamenti d’acqua l’anno; 200.000 accertamenti analitici l’anno dei quali il 99,75% risultati conformi alla norma; il sistema di sorveglianza “Okkio”, rivolto ai ragazzi in età scolastica e puntato sullo stato nutrizionale e gli stili alimentari e di vita (il 23% dei bambini presenta un eccesso ponderale e il 6,5% è in condizione di obesità o obesità severa); il sistema di sorveglianza specifico rivolto alla popolazione anziana e all’andamento delle cronicità”.

Dalla direttrice Jakab è venuto anche un forte richiamo alla necessità di diffondere quanto più possibile la cultura della vaccinazione. “Rinunciando ai vaccini – ha detto – il mondo rischia di andare indietro di 150 anni. Occorre informare bene soprattutto le giovani generazioni di genitori che non hanno visto con i loro occhi malattie ormai debellate proprio grazie alla vaccinazione. Anche rosolia e morbillo – ha esemplificato – possono uccidere”.

“E’ esattamente il lavoro che stiamo facendo in Veneto – ha spiegato Coletto – dove da anni abbiamo sperimentato positivamente la non obbligatorietà, che confermiamo, affiancando però la libertà di scelta con una vasta azione informativa, sia sull’utilità del vaccino anti influenzale, quanto meno per le categorie a rischio, sia su quella del vaccino in età pediatrica, sul quale puntiamo ad informare i genitori già nella fase pre parto. Soprattutto sul web – ha concluso Coletto – girano troppe bufale, principalmente allarmistiche, alle quali bisogna rispondere con la verità scientifica, e cioè che il vaccino non è pericoloso e che i casi di reazione avversa sono l’eccezione che conferma la regola”.

04 dicembre 2015
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