Emotrasfusi. Veneto: pazienti presentano esposto contro mancati indennizzi. Coletto: “La colpa è dello Stato”
Nell’esposto alla Procura si chiede di verificare la mancata erogazione, da parte dell’Ulss incaricata, dell’assegno bimestrale per le vittime di trasfusioni con sangue infetto. Ma l’assessore alla sanità precisa: “Quegli indennizzi sono a carico dello Stato, che non versa più un euro dal 2012 e vieta alle Regioni di anticiparli. Una vergogna”.
02 NOV - Vittime di sangue infetto in rivolta in Veneto. Oltre 90 malati hanno infatti depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia contro la mancata erogazione dell’assegno bimestrale come indennizzo dal danno subito dalle trasfusioni con sangue infetto, da parte dell’Ulss 16 di Padova, delegata dalla Regione ad erogare gli assegni. Ma la Regione respinge le accuse: “Quegli indennizzi sono a carico dello Stato, che non versa più un euro dal 2012”, precisa in una nota l’
assessore regionale alla Sanità del Veneto Luca Coletto.
Nella nota Coletto chiarisce la questione punto per punto: "“La verità è la seguente:
1) dal 2012 lo Stato ha interrotto ogni trasferimento economico alle Regioni per il pagamento di questi indennizzi, di sua competenza sulla base della legge nr. 210 del lontano 1992.
2) le note formali da parte della Conferenza delle Regioni (ben sei a partire dal 2 marzo 2012) con le quali si sollecitava il trasferimento delle somme dovute per poterle girare ai pazienti residenti nelle varie Regioni hanno avuto il silenzio come risposta da parte dei Ministeri competenti.
3) alla luce di questa perdurante inadempienza, la Regione del Veneto aveva deciso, per motivi di solidarietà assistenziale, di corrispondere comunque, con proprie anticipazioni, gli importi 2012, 2013 e 2014 utilizzando il Fondo Sanitario Regionale.
4) nonostante la situazione temporanea e i motivi solidaristici, le anticipazioni del Veneto sono state segnalate come “improprie” dal Tavolo degli Adempimenti sulla spesa sanitaria presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ha ribadito che questo tipo di spesa non può essere coperto con il Fondo Sanitario.
5) il Veneto è stato quindi costretto a sospendere le anticipazioni a partire dall’annualità 2015.
6) per tutto il 2014 le Regioni hanno “combattuto” senza successo con lo Stato per affermare la necessità di riprendere il finanziamento della legge 210/1992.
7) l’unico risultato è uno stanziamento per il Veneto di 8 milioni 531 mila euro, che utilizzeremo a breve, vincolato però al 50% al recupero delle somme anticipate “indebitamente” (secondo il Mef) usando il Fondo Sanitario Regionale nel triennio 2012-2014, e al restante 50% per il pagamento degli arretrati della rivalutazione dell’indennità integrativa, cancellata dalla legge nazionale 30 luglio 2010 nr. 12 e reintrodotta a seguito di un pronunciamento di incostituzionalità da parte della Consulta (sentenza nr. 293 del 2011).”.
“Il Mef ci ha quindi detto che non possiamo usare il Fondo Sanitario per anticipare a nome dello Stato questi indennizzi – aggiunge Coletto – i tagli Governativi hanno ridotto quasi a zero la parte di spesa libera 2016 del bilancio della Regione Veneto; la legge di stabilità nazionale 2016 non prevede alcun finanziamento per la legge 210/1992. Su questo fronte ci hanno quindi ridotto alla totale impotenza. Piuttosto che attaccare la Regione – conclude Coletto – consiglierei ai censori del centrosinistra veneto, a cominciare dall’Onorevole Puppato, di utilizzare le energie per convincere il ‘loro’ Governo a riparare a questa vera e propria vergogna”.
02 novembre 2015
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