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Tumori e Pfas. Foresta: “Negli uomini aumentano, ma nelle donne si riducono grazie alla prevenzione”  

Nella fascia 0-49 anni l’incidenza in Italia della neoplasia testicolare ha subito, nell’ultimo anno, un aumento del +2,6%. Trend sovrapponibile in Veneto e questo per la maggior parte a causa dell’inquinamento. La Fondazione Foresta ne parla e prova a fare prevenzione partendo dalle aziende con un progetto pilota. Foresta: “Le donne sono più attente ai controlli a differenza degli uomini ed è per questo motivo che si ammalano meno”.

di Endrius Salvalaggio 
20 MAG - “I tumori maschili sono sempre più in crescita, e sono sempre più spesso associati all’ inquinamento ambientale”. A dirlo è il professor Carlo Foresta, già Ordinario di Endocrinologia all’Università di Padova che sottolinea come anche nel testicolo e nel liquido seminale nei soggetti esposti si possono trovare sostanze da inquinanti da Pfas.

Il rischio di infertilità e tumori causato dai Pfas, sostanze inquinanti presenti ovunque nei prodotti di uso quotidiano e nell’ambiente, con importanti effetti sulla salute umana è una della causa che non lascia scampo ai maschi.

“Molte forme di inquinamento sono responsabili dell’aumento dei casi di tumori ai testicoli – spiega il professor Carlo Foresta - e i dati scientifici lo dimostrano. Mi riferisco in particolare a pesticidi, derivati della plastica come ftalati, bisfenoli e soprattutto Pfas che sono composti chimici prodotti dall’uomo e pertanto non presenti naturalmente nell’ambiente, costituiti da catene fluorurate di un numero variabile di atomi di carbonio. I Pfas, per la presenza del legame tra carbonio e fluoro, hanno stabilità chimica e termica e sono impermeabili all’acqua e ai grassi. Grazie a tali caratteristiche questi componenti sono utilizzati per fornire proprietà repellenti a acqua, olio e per aumentare la resistenza alle alte temperature di tessuti, tappeti e pellami; per produrre rivestimenti impermeabili per piatti di carta, padelle antiaderenti e imballaggi alimentari, e come coadiuvanti tecnologici nella produzione di fluoropolimeri. Sono utilizzati anche in cromatura, nelle schiume antincendio e in molte altre applicazioni”.

Il tumore al testicolo è uno dei primi cinque tumori in termini di frequenza, sul totale delle neoplasie incidenti per fascia di età. Nella fascia 0-49 anni l’incidenza in Italia della neoplasia testicolare ha subito, nell’ultimo anno, un aumento del +2,6 per cento. Facendo lo stesso rapporto nel contesto regionale del Veneto, interessato dal più grande inquinamento ambientale da Pfas, stando ai dati del registro tumori Veneto (data: 2017 riporta la nota della Fondazione Foresta Onlus) negli ultimi vent’anni (1987-2017) l’incidenza del tumore testicolare da 3,8 per cento è balzato a l’8 per cento.

Nonostante questo, non si effettuano adeguate campagne di informazione e di screening, a differenza di quanto accade per altri tumori, come ad esempio il tumore del collo dell’utero che ha una incidenza minore (1 caso ogni 442 soggetti tra 0 e 49 anni) e proprio - continua la nota - grazie alla continua proposta di screening, ha visto una netta riduzione sino a raggiungere tassi di incidenza di gran lunga inferiori a quelli del tumore del testicolo.

“Va precisato che nella donna i tumori all’apparato riproduttivo stanno diminuendo, mentre quelli dell’uomo aumentano – dice Foresta - diventa essenziale far capire anche all’uomo l’importanza della prevenzione, stimolando le politiche di informazione e di screening per queste patologie. L’autopalpazione dei testicoli rappresenta un importantissimo strumento di prevenzione secondaria che tutti gli uomini dovrebbero effettuare all’incirca ogni mese”.

In questi giorni parte il progetto screening anti-infertilità e tumori in azienda, gestito dalla Fondazione Foresta di Padova e dello studio dei medici del lavoro che entrano in ufficio e spiegano i rischi ai lavoratori in base alla loro età. Un focus sulle malattie della fertilità e della sessualità. Una sperimentazione innovativa nel welfare aziendale, Il progetto pilota che coinvolge 400 persone, iniziato ad aprile che darà i primi risultati dopo l’estate.

Ne dettaglio, il progetto è aperto a tutte le donne e gli uomini che lavorano presso un’azienda di cucine e verrà suddivisa per fasi: una fase informativa, una di visite e una di bilancio dell’attività.

Nella prima fase, prevista la partecipazione volontaria dei dipendenti divisi per fasce d’età (18-45 anni, 45-60 e oltre) dedicato alle patologie endocrine, metaboliche, alla fertilità e alle disfunzioni sessuali. In particolare per le donne e gli uomini dai 18 ai 45 l’obiettivo è quello di illustrare le principali patologie del sistema endocrino-riproduttivo. Si partirà con focus sul papilloma virus. Per le donne, poi, sarà analizzata l’importanza dell’autopalpazione e dello screening per il tumore al seno; mentre per l’uomo si lavorerà sulla poca attenzione verso il tumore al testicolo.

“Le donne sono più attente ai controlli a differenza degli uomini ed è per questo motivo che si ammalano meno ed i carcinomi dell’apparato riproduttivo è nettamente in calo rispetto agli anni pregressi”. Conclude Foresta

Endrius Salvalaggio

20 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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