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Infermieristica. Opi Verona. “Nelle Ulss manca una leadership forte che valorizzi i professionisti”   

Il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Verona, Franco Vallicella, evidenzia, anche in vista dell’avvio delle prossime case di comunità, come manchi, in alcune Ulss, la valorizzazione del coordinatore e dirigente infermieristico. “Figura in grado, se valorizzata e riconosciuta, come tale, di dare dei risultati finali al paziente maggiori e più efficaci”.

di Endrius Salvalaggio
14 FEB - È il presidente di Opi Verona, Franco Vallicella, a fare il punto sul ruolo dei coordinatori e dirigenti infermieristici, ruolo strategico, come lo definisce lo stesso presiedente, il quale vuole dare delle correzioni per una nuova prospettiva futura, nell’ospedale, nel territorio e nelle case delle comunità che nasceranno.

“I primi coordinatori nascono negli anni ’30 che nel tempo hanno avuto una grossa evoluzione – ricorda il presidente Vallicella – anzi, ne è più che convinto, che il buon risultato del paziente ora come allora dipende molto da come sono state utilizzate le risorse all’interno del distretto, nell’ospedale e del territorio. E quindi è ora che venga riconosciuto questa figura nella sua interezza in tutte le Ulss in modo uniforme ed omogeneo”.

“Capita e non sempre di rado – continua Vallicella – che in alcune organizzazioni delle Ulss manca all’interno della filiera assistenziale il riconoscimento allo stesso modo del coordinatore o del dirigente infermieristico che di fatto gestisce le risorse disponibili per i risultati che deve ottenere e che dovrebbe essere indirizzato verso nuovi servizi, ed aiutati, attraverso l’educazione sanitaria, in semplici attività di autocura. La presa in carico delle persone con bisogni di salute ma anche delle persone fragili implica un sistema organizzativo in cui il personale di assistenza infermieristica gioca un ruolo fondamentale”.

Tutte funzioni, ricorda Vallicella se in “mano” al dirigente al coordinatore, destinatario di questi di obbiettivi sarà la figura capace sviluppare la presa in carico delle persone con bisogni di salute ma anche la gestione delle persone fragili e l’educazione sanitaria all’interno delle famiglie con gli stessi famigliari a casa ammalati. Stiamo parlando di persone con laurea e master di I livello soggetti a sua volta a valutazione in base alle risorse affidategli.

“Fare questo significa creare le condizioni per valorizzare e conseguentemente mettere i professionisti di agire fra competenze specialistiche – elenca Vallicella - acquisiti con piano di studi specifici, cui sono portatori a favore dei cittadini in sistemi e strutture sempre più impegnative ed integrate fra di loro”.

Dobbiamo dare e riconoscere più competenza, più valorizzazione e maggiore chiarezza di funzioni – - conclude Franco Vallicella Presidente di OPI - su queste figure che significano per noi più accessibilità ai servizi, maggiore soddisfazione dei cittadini, migliore qualità, tempestività e personalizzazione delle prestazioni assistenziali”.

Endrius Salvalaggio

14 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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