Infermiere di famiglia. Lo Snami Veneto insorge: “Attribuite competenze che sono del mmg”
Salvatore Cauchi, presidente Snami Veneto, contesta come la delibera regionale vada contro le richieste presentate più volte dai medici nei tavoli di confronto, di “studi attrezzati di personale infermieristico e amministrativo per riservarci più tempo per i cronici, mentre la Regione ne costituisce una figura che ci by-passa”. Con la scelta della Regione, invece, “le mansioni che sono proprie del medico di famiglia passano all’infermiere di famiglia”.
di Endrius Salvalaggio
23 OTT - Dopo l’approvazione e la pubblicazione sul Bur delle
delibera regionale che norma il modello organizzativo e professionale dell’infermieristica di famiglia o comunità, che ha fra le varie competenze ha quella della presa in carico delle cronicità verso pazienti che non aderiscono ai trattamenti, che sono incapaci di autocurarsi e/o di persone fragili, con età pari o superiore a 65 anni, lo Snami Veneto, con a capo il presidente regionale
Salvatore Cauchi, alza la voce e contesta come “questa figura farà sparire il medico di medicina generale e questo per il fatto che tutte le mansioni che svolgerà l’infermiere di famiglia sono proprie del medico di famiglia”.
Cauchi spiega come ai tavoli di confronto con la Regione le questioni sul tavolo fossero altri: “Abbiamo chiesto molte volte alla Regione del Veneto che vanissero implementate le medicine integrate con il supporto della figura dell’infermiere nel suo interno, ferme da anni ancora al solito 20 per cento. Abbiamo chiesto, sempre nei tavoli regionali, che iniziassero i team di assistenza primaria, potenziando uno studio con personale amministrativo e infermieristico, ma ancora, ahimè ferme sulla carta”.
“Non abbiamo nulla contro la presenza di figure che possano fare da supporto all’attività medica, garantendo una maggiore copertura – spiega il presidente di Snami Veneto – tant’è che queste figure le stiamo chiedendo anche noi. Però – precisa - , la delibera in questione punta ad una presenza capillare dell’infermiere di famiglia, formandone almeno duemila fin dall’inizio o addirittura prevedendone uno ogni tremila utenti. A questo punto, vorremo capire a cosa serviranno i medici di medicina generale visto che all’infermiere di famiglia verranno affidate competenze ed interventi che sono quelli di noi medici di che lavoriamo sui territori?”.
Endrius Salvalaggio
23 ottobre 2023
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