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Liste d‘attesa. Pensionati del Veneto: “Non erogate 4 prestazioni su 10”. Lanzarin: “Da Regione sforzo importante” 

Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil pensionati parlano di una quota “fino al 30% di prestazioni accumulate durante il Covid ancora non erogate”. Lanzarin risponde: “Dal 2020 al 2022 recuperate circa 83% delle prestazioni sospese con il Covid e il recupero sta continuando. Lo sforzo è importante e sarebbe auspicabile che anche i sindacali riconoscessero che alcune criticità non derivano certo da una inidonea pianificazione regionale”

di Endrius Salvalaggio 
11 APR - “Taglia la lista, riduci l’attesa” è lo slogan della nuova campagna che, in forma unitaria, i sindacati dei pensionati del Veneto hanno lanciato attraverso un questionario rivolto ai i propri iscritti. Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil vogliono vederci chiaro su quante sono le prestazioni rinviate o addirittura cancellate a causa di liste d’attesa, un fenomeno che desta preoccupazione.

“La pandemia ha lasciato anche in Veneto una pesante eredità in campo sanitario, con il blocco forzato – spiegano Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl), Debora Rocco (Uilp Uil - di visite ambulatoriali ed esami diagnostici che si sono accumulati creando disagi e ritardi (a volte drammatici) per i cittadini, soprattutto anziani”. Partendo da queste considerazioni “e dalle numerose e quotidiane segnalazioni che arrivano alle sedi sindacali sui ritardi rispetto alle classi di priorità”, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto - che rappresentano un terzo degli anziani - hanno deciso di avviare il questionario incentrato sulle personali esperienze maturate dai diretti interessati al momento della prenotazione di esami e di visite ambulatoriali e specialistiche. “Con questa campagna ci poniamo più obiettivi – dicono Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl), Debora Rocco (Uilp Uil) - innanzitutto informare i cittadini sui loro diritti e mantenere alta l’attenzione sul problema delle liste d’attesa”.

“L’indagine - continuano le OO.SS. - ci aiuterà a capire, la situazione che si vive nelle singole Ulss venete. Facciamo i conti con una quota che si aggira fra il 16 e il 32%, di prestazioni accumulatesi durante il Covid e non ancora effettuate, d’altro canto stimolare la Regione Veneto a compiere ulteriori azioni per garantire il diritto alla cura sancito dalla legislazione”.

Da parte sua la Regione, pur nel rispetto dell’iniziativa dei sindacati, chiede di non dimenticare quanto fatto finora per recuperare le prestazioni sospese. “I dati del monitoraggio sulla gestione delle liste d’attesa – spiega l’assessore alla Salute Manuela Lanzarin - segnalano un netto recupero dell’83% delle prestazioni sanitarie. Con riferimento all’arco temporale tra marzo 2020 e febbraio 2022, su circa 450.000 prestazioni complessive sospese risultano erogate oltre 374.000, comprendendo i ricoveri ospedalieri e la specialistica ambulatoriale”.

Il recupero, prosegue Lanzarin, “sta ancora continuando e possiamo guardare al lavoro fatto con soddisfazione. I dati riguardano l’attività programmabile perché tutta quella d’urgenza o comunque non differibile, per specificità o gravità, è stata garantita ed erogata anche nei periodi di sospensione”.

“Nel dare concretezza al piano di recupero – conclude l’assessore – abbiamo investito quasi 41 milioni di euro provenienti dai finanziamenti nazionali. Abbiamo provveduto all’acquisto di prestazioni aggiuntive del nostro personale sanitario, col reclutamento di nuovo personale a tempo determinato e con quote di budget del privato accreditato convenzionato. Sono stati stanziati ulteriori 500 milioni di euro. Stiamo ora lavorando sulle circa 150.000 prestazioni sospese che si sono accumulate dal 2022 a oggi. Lavorando con decisione anche in orario serale e nei weekend, in molte ULSS e Aziende ospedaliere”.

“Lo sforzo è importante”, sottolinea Lanzarin, secondo la quale “sarebbe auspicabile che anche le organizzazioni sindacali, possano riconoscere che alcune criticità non derivano certo da una inidonea pianificazione regionale, ma piuttosto dalla mancanza di figure professionali in molti ambiti della sanità”.

Endrius Salvalaggio

11 aprile 2023
© Riproduzione riservata

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