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Veneto. Carenza medici, la Neurologia di Belluno rischia di chiudere

Un reparto con 15 posti letto e con una nutrita attività ambulatoriale dove accedono persone affette da una varietà di malattie, quali sclerosi multipla, Parkinson, malattie cerebrovascolari ed epilessie e che, da maggio prossimo, passerà dagli attuali cinque medici a due. OMCeO Belluno: “Servono incentivi per i medici se vogliamo che vengano a lavorare in queste zone”. Ostanel (Il Veneto che Vogliamo): “Segno evidente dell‘inadeguata programmazione della sanità in Veneto”.

di Endrius Salvalaggio 
24 MAR - “C’è preoccupazione e timore per le cure, nel prendere atto della gravità della situazione venutasi a creare sulla UOC di Neurologia di Belluno, Ulss 1 Dolomiti, che dal prossimo maggio dai 5 neurologi attuali, a causa pensionamenti, resterà con il direttore di struttura ed un collega”. A dirlo è il presidente dell’OMCeO di Belluno, Stefano Capelli. I tentativi di Azienda Zero per il reclutamento di personale medico, fa sapere il presidente dell’Ordine, sono stati fatti ma, puntualmente per la Ulss 1 Dolomiti, i risultati sono stati scarsi.

“Siamo arrivati a questo punto – spiega il presidente Capelli – perché se vogliamo che i medici lavorino in queste valli devono essere incentivati, altrimenti non vengono. Chi viene a lavorare qui si trova ad essere in primis più isolato rispetto ad altri medici di altre Ulss venete; inoltre si trova ad essere lontano dalle università in un territorio che, nei mesi invernali, è sicuramente più scomodo di tanti altri. In particolare, il nostro territorio è contraddistinto da difficoltà di accesso ai servizi e in attuale contingenza di reperimento di personale sanitario.”.

“Al momento - ribadisce OMCeO di Belluno – medici neurologi sono introvabili anche attraverso cooperative o attraverso dei medici gettonisti. Se non dovesse succedere qualcosa di importante con una struttura organizzativa come quella attuale, non rimane altro che disattivare i posti letto che sono circa 15 e ridurre per una quota parte l’attività ambulatoriale. Per il regime di urgenza/ricovero metterei un grosso punto di domanda”.

Altresì, l'OMCeO di Belluno esprime la propria piena disponibilità a sostenere ogni iniziativa istituzionale tesa alla realizzazione delle soluzioni di salute per la popolazione, affiancando la direzione strategica della ULSS 1 su delle nuove articolazioni organizzative necessarie a rendere il sistema gratificante per i professionisti medici ed efficiente per i cittadini.

La questione è arrivata anche in Consiglio regionale Veneto. Per Elena Ostanel, consigliera regionale de “il Veneto che Vogliamo”, il rischio chiusura del reparto determinato dalla carenza di personale specialista conseguente a dimissioni, pensionamenti imminenti e mancate assunzioni “è il segno di una inadeguata programmazione della sanità in Veneto”.

“Simili presidi sono fondamentali ancor più in caso di emergenze, quando è richiesto il pronto intervento di neurologi specialisti nei confronti di soggetti con patologie in fase acuta – conclude la consigliera regionale - La chiusura o rimodulazione di un reparto simile in un territorio particolare come quello di Belluno costringe i famigliari che per curare i propri cari ci si ritrova costretti a lunghi tempi di percorrenza, facendo così l’opposto di quanto dovrebbe fare un servizio sanitario che dovrebbe basarsi sulla vicinanza dell’assistenza”.

Endrius Salvalaggio

24 marzo 2023
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