Contratto Dirigenza. Cimo Veneto: “Venga riconosciuta la dedizione del medico”
Alla vigilia dell’inizio delle trattative per il rinnovo del contatto del comparto sanità, e mai come ora i medici ospedalieri auspicano una svolta alle tante problematiche, che negli ultimi anni hanno pesato come macigni. Leoni (Cimo Veneto): “Ci aspettiamo una vera valorizzazione del medico pubblico, il quale si dovrà appassionare a curare i casi di malattia che la vita ci mette davanti. Da punto di vista professionale va riconosciuta la dedizione del medico nell’affrontare e curare la complessità di una malattia in un paziente”.
di Endrius Salvalaggio
20 GEN - Stanno per partire le trattative all’Aran per il rinnovo contrattuale della dirigenza medica e le aspettative sono alte. “Stiamo parlando di adeguamenti economici, correttivi sulla programmazione del personale, risorse per nuove assunzioni. Temi fermi da molto tempo, che se affrontati con lo spirito giusto potrebbero creare una nuova attrattività al servizio sanitario”, dichiara il segretario Cimo Veneto,
Leoni Giovanni. Anche il Veneto, per Leoni, nelle prossime settimane si dovranno contestualizzare le carenze dei medici che, dati regionali alla mano, sono ancora fermi al 2018. Si dovranno sviscerare i numeri delle carenze nei pronto soccorso in Veneto, partendo dal dato dei 150 posti messi a bando da Azienda Zero a fronte di una risposta di circa 50 medici. “Queste carenze di personale e la conseguente mancanza di risposte da parte di medici disponibili a coprire i posti nei vari ospedali – considera Leoni - portano le aziende a ricorrere sempre più spesso allo strumento degli appalti alle cooperative che costano alle aziende circa tre volte la tariffa oraria di un normale medico. Si passa da 40 euro lordi all’ora di un medico ospedaliero a 120 euro lordi all’ora dello stesso medico in appalto. Stiamo parlando di un valore orario che è 2,5 volte maggiore rispetto al valore di un medico con un contratto”.
Tutti temi di larga condivisione, su cui però peserà anche l’incognita dell’autonomia differenziata. “Per dare dei giudizi a riguardo - incalza il segretario Cimo Veneto - bisognerebbe capire anzitutto di cosa si tratta. Non sarebbe un successo passare ad una autonomia differenziata discriminando le altre regioni. Per noi medici però la cosa importante ora è che si cominci a discutere attorno a dei tavoli un nuovo contratto ed una vera valorizzazione del medico pubblico, il quale si dovrà appassionare a curare i casi di malattia che la vita ci mette davanti: dal bambino all’anziano”
“In questo momento storico la capacità e la dedizione di affrontare la complessità di una malattia in un paziente non viene riconosciuta da un punto di vista professionale. E quello che manca è il riconoscimento in termini non solo economici della capacità del medico di risolvere situazioni complesse in una unità di tempo limitata”, conclude Leoni.
Endrius Salvalaggio
20 gennaio 2023
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