Dottoressa aggredita al PS di Prato da un paziente. Fnomceo: “La Legge c’è, va applicata”
La donna era in servizio presso all’Ospedale Santo Stefano quando un uomo, a cui il medico stava applicando dei punti di sutura, ha sferrato un pugno e l’ha colpita in pieno volto. Anelli: “Chiediamo a Speranza di convocare al più presto l’Osservatorio, che la Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori ha istituito. E alle Regioni di potenziare il monitoraggio degli episodi di violenza e di rendere gli ospedali e i presidi luoghi sicuri”.
03 NOV - “Siamo vicini alla collega aggredita a Prato, durante un turno al Pronto Soccorso, a tutto il personale dell’Ospedale Santo Stefano, al Presidente Guido Moradei e al Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici. Siamo profondamente amareggiati dal dover registrare l’ennesima aggressione contro medici. La Legge c’è, bisogna applicarla appieno. E vanno riviste le organizzazioni, per rendere gli ospedali e i presidi luoghi sicuri”. Così il Presidente della Fnomceo,
Filippo Anelli, commenta in una nota il nuovo episodio di violenza ai danni di una dottoressa in servizio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Santo Stefano di Prato. “Un uomo di 60 anni - riferisce la Fnomceo - cui il medico stava applicando, dopo averlo sedato, dei punti di sutura, ha sferrato un pugno che ha colpito la donna in pieno volto, causandole una frattura del setto nasale con una prognosi di 25 giorni”.
“Chiediamo al Ministro della Salute, Roberto Speranza, di convocare al più presto l’Osservatorio, che la Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori ha istituito, e che comprende esponenti delle Professioni sanitarie – continua Anelli -. Inoltre, richiamiamo l’attenzione degli amministratori e dei datori di lavoro sulla necessità di dare piena applicazione alla legge 81/08, il testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, mantenendo aggiornato il Documento di Valutazione dei Rischi e mettendo in atto le opportune tutele. Tutele che, nel caso specifico, erano state previste e anche rafforzate a seguito di una escalation di violenza nel 2019, ma che non sono purtroppo riuscite a prevenire l’aggressione. Infine, invitiamo le organizzazioni sanitarie a mettere in pratica la Raccomandazione n° 8 del 2007: gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione”.
Alle Regioni la Fnomceo chiede "un intervento per potenziare il monitoraggio degli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari, rendendolo più efficiente ed efficace al fine di intraprendere azioni che impediscano il ripetersi di tali episodi, nonché disposizioni per la verifica delle condizioni di idoneità organizzativa e strutturale dei servizi in cui i medici sono maggiormente esposti ad atti di aggressione”.
“La gestione del rischio parte sempre dalla sua identificazione – spiega
Roberto Monaco, Segretario Fnomceo -. Come nella valutazione del rischio clinico, il monitoraggio degli eventi sentinella, quali possono considerarsi le aggressioni, costituisce un’importante azione di sanità pubblica. In quest’ottica è fondamentale l’azione dell’Osservatorio, che registra su scala nazionale gli eventi sentinella, per poterne analizzare la genesi e prevenirli. Rendere gli ospedali e i presidi luoghi assolutamente sicuri, nei quali i medici si sentano tutelati e operino in completa serenità è presupposto della sicurezza delle cure. Ed è il primo passo per prevenire la fuga del personale dal Servizio Sanitario Nazionale, preservandone la stabilità e l’efficienza”.
03 novembre 2021
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