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Tumori naso-sinusali. Al via progetto pilota per la sorveglianza su lavoratori esposti a cancerogeni

L’obiettivo è arrivare a una diagnosi precoce dei tuns e di conseguenza a un trattamento meno invalidante e a migliori condizioni di sopravvivenza per i lavoratori esposti ed ex esposti a cancerogeni certi, quali polveri di legno e cuoio. Il gruppo di lavoro sarà coordinato da Ispro e coinvolgerà Aziende sanitarie e Inail

23 LUG - Un progetto pilota della durata di due anni, per l’implementazione di un programma di sorveglianza sanitaria degli esposti ed ex esposti a cancerogeni certi (sostanzialmente polveri di legno e cuoio) per i tumori naso-sinusali (tuns) in Toscana, è stato approvato dalla Giunta, su proposta dell’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi.
 
Il progetto, presentato da Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica) prevede una sorveglianza sanitaria mirata, per arrivare a una diagnosi precoce dei tuns, e di conseguenza a un trattamento meno invalidante e a migliori condizioni di sopravvivenza.
 
Il progetto sperimentale è finalizzato alla costruzione di una coorte di esposti ed ex esposti a cancerogeni per i tuns da sottoporre a visita ambulatoriale, per poi definire quelli da avviare ad approfondimento clinico (di tipo otorinolaringoiatriatrico) con rinofibroscopia. La selezione di questi soggetti terrà conto della durata di esposizione a polveri di legno e cuoio (pregressa da almeno 30 anni per gli ex esposti e di almeno un anno per gli esposti). Per quanto riguarda gli attuali esposti saranno coinvolti i medici competenti delle Asl per le raccomandazioni di prevenzione primaria e di sorveglianza sanitaria sia durante la visita di ingresso al lavoro sia durante le visite periodiche previste dalla normativa.

Agli esposti verrà proposto l’esame di approfondimento in collaborazione con i medici specialisti in Otorinolaringoiatria (costituito dalla rinofibroscopia) da ripetere con scadenza biennale. Il gruppo tecnico scientifico sui tuns, coordinato da Ispro e che coinvolge Asl (servizi di Prevenzione igiene e sicurezza nei luogi di lavoro, i cosiddetti Pisll), Aziende ospedaliero universitarie (Medicine del lavoro e Otorinolaringoiatrie), sarà l’organismo deputato a seguire tutto il processo, fornendo le indicazioni necessarie sull’organizzazione delle attività necessarie per la predisposizione del sistema di sorveglianza sanitaria.
 
Il progetto prevede, dunque, varie attività: la ricognizione delle fonti informative disponibili per definire la coorte di soggetti esposti ed ex esposti a cancerogeni certi per i tuns, con il coinvolgimento sia dei Servizi Pisll delle Asl sia di Inail, per arrivare alla stesura definitiva di un documento che definisca le linee di indirizzo (a cura del gruppo di lavoro) e alla costruzione di una rete tra medici del lavoro delle Asl, medici di famiglia e specialisti delle Otorinolaringoiatrie, una volta definito il protocollo operativo.

“Dal momento che sono poche le esperienze di sorveglianza sanitaria su esposti a cancerogeni per i tuns sia sul territorio regionale che su quello nazionale, i primi 6 mesi del progetto di sperimentazione saranno dedicati a delineare nel dettaglio le azioni, l’impegno delle varie strutture sul territorio regionale e le possibili necessità economiche e, quindi, la quantificazione dei costi necessari - spiega Saccardi -. Successivamente sarà costruita la coorte, identificati gli ambulatori che potranno essere utilizzati per la sorveglianza sanitaria e selezionati i soggetti da indirizzare alle visite. Tra prime visite e rinoscopia, prevediamo circa 240 visite in tutto da distribuire tra le 3 Asl. Siamo consapevoli che c’è ancora molto lavoro da fare, ma non abbiamo mai abbassato la guardia sulle attività di prevenzione a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il percorso da seguire è già tracciato e intendiamo portarlo avanti come abbiamo fatto nel corso degli anni in altri settori, per esempio nell’ambito della lavorazione del marmo, delle imprese cinesi, degli ex esposti all’amianto, sempre tramite una sorveglianza sanitaria mirata e attiva”.

23 luglio 2020
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