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Nursind Pisa contro l’accordo sull'emergenza dell’Asl Nord Ovest. “Come al solito pagano gli infermieri”

L’accordo definisce un sistema complessivo d’incentivazione correlato alle prestazioni professionali di emergenza territoriale e di attività di Pronto Soccorso. “Si tratta di un’intesa che mette ancora una volta in risalto come nel sistema sanitario esistano figli e figliastri”, afferma il segretario Nursind infermieri Pisa Daniele Carbocci, che osserva: "Per garantire un vero servizio ai cittadini non si può più prescindere dalla necessità di aumentare il personale infermieristico in servizio”.

04 OTT - “Si tratta di un’intesa che mette ancora una volta in risalto come nel sistema sanitario esistano figli e figliastri. E i figliastri, manco a dirlo, sono sempre gli infermieri”. Daniele Carbocci, segretario del Nursind infermieri Pisa e membro della direzione nazionale, commenta così, in una nota, l’accordo siglato la scorsa settimana tra l’Azienda Toscana Nord Ovest, il sindacato medici italiani ed altre sigle sindacali per l’emergenza 118. Il sindacato parla di trattative “a colpi di minacce tra i medici convenzionati, intenzionati a ritirare la propria disponibilità a coprire i turni di emergenza, e l’azienda, che intimava il ricorso ad ogni ‘autorità’ a tutela del servizio”, fino al punto di caduta “con la decisione aziendale di aumentare il compenso per i medici in convenzione”.

Di qui il disappunto del Nursind che rimarca come proprio i medici in convenzione costino “non poco ad un sistema che dovrebbe prevederli tutti contrattualizzati nel Sistema sanitario nazionale”. Proprio su tale questione punta l’indice il sindacato perché, sostiene, “seppure il loro impiego non sia illegittimo, in presenza di un accordo regionale ad hoc, la via maestra dovrebbe essere quella di procedere all’assunzione in pianta stabile di medici da assegnare al sistema di emergenza territoriale. Ma l’Azienda Toscana Nord Ovest  - rincara Nursind - non pare stranirsi se, tra l’altro, consente anche che  i medici in convenzione sforino le 160 ore mensili previste ben oltre la soglia delle 210, fino a toccare quota 370. Una dinamica che ha i suoi costi: almeno 60 euro all’ora, contro i 10 euro al giorno richiesti invece dagli infermieri”.

Carbocci, infatti, insiste: “Per garantire un vero servizio ai cittadini non si può più prescindere dalla necessità di aumentare il personale infermieristico in servizio e di riconoscere alla categoria che opera nel 118 un incentivo economico, (non più di dieci euro giornalieri, appunto) per la guida dell’auto medica”. Al di là del fatto che, spiega ancora il sindacalista, “non solo fare l’autista non rientra nei compiti professionali della categoria - esiste, non a caso, una figura dedicata al ruolo che è quella dell’autista soccorritore -, ma ci sono pure dei rischi seri per la collettività che non vanno tralasciati, come affidarsi a conducenti di ambulanze senza corsi di guida sicura. Per tacere dell’assenza di patenti di servizio che innalzano le possibilità per gli infermieri di vedersi decurtare punti dalla patente”. “Le nostre richieste in tal senso - conclude il Nursind - sono state tutte respinte dall’Azienda Toscana Nord Ovest che evidentemente ha trovato più ‘conveniente’ aumentare il compenso dei medici convenzionati”.

04 ottobre 2019
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