Un decreto ad hoc per la crisi dei Pronto soccorso
29 APR -
Gentile Direttore,
ancora un grido accorato da parte dei medici che a vario titolo (Territorio e Pronto Soccorso) hanno esperienza pluridecennale nel settore dell’Emergenza/Urgenza. Il dibattito si è aperto sulla scia di provvedimenti regionali o aziendali finalizzati a misure urgenti per il reclutamento di medici da destinare ai pronto soccorso degli ospedali per impedire la realistica prossima interruzione di un servizio pubblico così fondamentale.
Ma dove e come intervenire se ad oggi la Politica non riesce a fare un pur minimo salto di qualità?
La strada oggi e per il futuro è rendere più attrattivo o meno gravoso, l’essere Medico di PS, attraverso una serie urgente di provvedimenti, se necessario, con un apposito decreto “Salva Pronti Soccorso” che punti in via eccezionale ed urgente a:
- percorsi formativi alternativi alla rigida programmazione universitaria, prevedendo la formazione sul campo come nel resto dell'Europa;
- affrancamento della formazione in emergenza territoriale dalla medicina generale e integrazione dei medici dell'emergenza all'interno del pronto soccorso con previsione del loro passaggio alla dirigenza in tutte le regioni;
- riconoscimento giuridico di attività usurante per gli Operatori di Ps;
- riconoscimento di una premialità economica agendo sui relativi fondi di disagio;
- facilitare la progressione di carriera (vedi la recente delibera di Giunta regionale Toscana);
- garantire al compimento dei 60 anni almeno l’esonero dalle notti e/o la riconversione in altre mansioni meno gravose del lavoro in Pronto Soccorso;
- misure di protezione sia fisica che giuridica del ruolo del medico di Ps contro le aggressioni sempre più frequenti;
- rinnovo immediato del contratto di lavoro, recuperando quanto è necessario sul tabellare e la parte variabile sui fondi, Ria ecc.
Ma non basta servono anche altre misure finalizzate a:
- enfatizzare la funzione di filtro del territorio in carico alla medicina di base : portando finalmente ad ottimizzare la progettualità, già prevista dall’ ACN, ed affidare le urgenze soggettive del cittadino-utente alle “Case della Salute” ed AFT (meglio conosciuta come sanità d’iniziativa), attuando un’azione di governance clinica sul paziente affetto da cronicità, con la possibilità di prevedere diagnostica di primo livello, anche utilizzando professionalità intrinseche dei medici che fanno parte delle Aggregazioni Funzionali. Questa azione da sola potrebbe ridurre le decine di codici bianchi ed azzurri che affollano quotidianamente i PS ( 60-70 % del totale degli accessi al Pronto Soccorso),
- motivare anche i medici di Emergenza/Urgenza nell’azione di filtro sul territorio. Noi medici di Emergenza sappiamo benissimo che, specialmente nelle postazioni più disagiate perché situate in territori difficili dal punto di vista oro geografico e più distanti dal nosocomio, i pazienti ricevono grande sollievo nel vedere risolto il problema che li affligge senza andare al Pronto Soccorso e sottoporsi a lunghe ed estenuanti ore di attesa: sono le condizioni cliniche a bassa criticità che in PS diventerebbero codici bianchi e verdi. Questa azione è stata prevista, con merito, dalla Regione Toscana che con la DRT n. 507/2007 ha individuato i Punti di Primo Soccorsi (PPS), c/o le postazioni di Emergenza territoriale(PET) distanti dai PS dei Presidi Ospedalieri, ed a bassa operatività, ovviamente senza aggravio di spese,
- mettere in campo (argomento inflazionato sulle pagine della stampa di settore) azioni per ridurre le liste di attesa (sia per la diagnostica che per la specialistica), che tanto contribuiscono all’iper afflusso dei Pronto Soccorso.
I Sindacati dovrebbero recuperare un ruolo più incisivo e mettere finalmente in soffitta “il politicamente corretto” e battersi per una rifondazione: un processo riformatore che deve garantire non solo i Medici – in specie di Ps – ma soprattutto i cittadini che meritano servizi più consoni, più efficienti e civili con medici più motivati e soddisfatti del proprio lavoro.
La vera sfida anche per i sindacati medici, mutuando gli “Stati generali della medicina” della Fnomceo è realizzare una piattaforma comune che porti alla discussione azioni condivise per la rinascita del Sistema Sanitario Nazionale.
Dr. Raffaele Gaudio, D. ssa Francesca Muti
FVM Toscana Dirigenza Medica
29 aprile 2019
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