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Infarto ad alta quota. Tre infermieri toscani soccorrono un’anziana sul volo Londra-Pisa

La donna ha accusato un malore mentre l’aereo sorvolava la Manica. I primi soccorsi in volo, poi atterraggio di emergenza in Belgio. Due dei tre infermieri che hanno prestato soccorso in aereo sono iscritti all’Opi Firenze-Pistoia: Marco Tapinassi (peraltro consigliere dello stesso ordine), operativo all’ospedale di Santa Maria Nuova, e Lorisa Katra, infermiera in un istituto riabilitativo privato a Firenze. Insieme a loro Andrea Rachele dell’Opi di Massa Carrara.

05 OTT - Tre infermieri toscani hanno soccorso una signora anziana colpita da un infarto sul volo Londra-Pisa lo scorso 29 settembre. La notizia, diffusa dall’agenzia Dire, è stata confermata all’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia che, dopo alcuni giorni di telefonate, è riuscito a ricostruirne l’identità. Due di loro sono iscritti di Opi Firenze-Pistoia: Marco Tapinassi (peraltro consigliere dello stesso ordine) residente a Firenze, infermiere della Ausl Toscana Centro, operativo all’ospedale di Santa Maria Nuova e Lorisa Katra, infermiera ventiquattrenne residente a Prato, che lavora in un istituto riabilitativo privato a Firenze. Insieme a loro ha operato sul volo anche Andrea Rachele dell’Opi di Massa Carrara.

“Faccio questo lavoro da due anni e non mi era mai capitato di soccorrere qualcuno in una circostanza così eccezionale come il volo in aereo – ha detto Lorisa Katra -. A un certo punto il personale di volo ha chiesto aiuto perché c’era una persona che non si sentiva bene e, con gli altri due infermieri a bordo, siamo intervenuti immediatamente. La signora era ancora cosciente ma presentava i sintomi tipici di un infarto: sudorazione algida, nausea, vomito. Non avevamo strumenti per misurare la saturazione o altri parametri, quindi abbiamo preso la frequenza cardiaca dal polso e verificato che era accelerata. A quel punto – prosegue l’infermiera - ci siamo consultati tra noi e abbiamo deciso di richiedere un atterraggio di emergenza perché la situazione era critica. Mentre tutto ciò avveniva abbiamo assistito la signora somministrandole ossigeno perché non riusciva a respirare bene e l’abbiamo aiutata anche a gestire la nausea. Poi, una volta atterrati, sono arrivati i soccorsi. I medici che sono subentrati hanno concordato con il nostro soccorso base e le hanno somministrato i primi farmaci”.

Lorisa Katra è contenta di essere stata utile in una situazione come questa e sottolinea anche quanto sia importante essere addestrati e sapere aiutare le persone in questa situazione. “Il mio è un lavoro che ti porta sempre dietro, ovunque tu vada – ha detto l’infermiera -. Abbiamo solo fatto il nostro dovere e sono contenta che sia servito a salvare una vita”.

L’episodio è avvenuto sul volo H66CSH diretto da Londra a Pisa, intorno alle 22 del 29 settembre. La donna ha accusato un improvviso malore mentre il velivolo sorvolava la Manica. “Dopo un colloquio con il capo cabina e il comandante, la decisione è stata quella di un atterraggio di emergenza in Belgio, nell’Aeroporto Charleroi di Bruxelles, dove sono intervenuti i soccorsi sanitari. Medici e infermieri fiamminghi hanno stabilizzato la passeggera, somministrato farmaci d’emergenza e trasportato la signora in ospedale per un check up. Il medico di emergenza avrebbe a sua volta ipotizzato la prefase di un arresto cardiaco che si sarebbe sicuramente manifestato prima dell’arrivo all’aeroporto di destinazione (a circa 1 ora di volo)”, riferisce l’Opi di Firenze-Pistoria.

La paziente è stata doppiamente fortunata: non solo per avere infermieri a bordo, ma anche particolarmente preparati. Due di loro sono infatti esperti formatori nel campo della rianimazione cardio-polmonare.

“Ai tre protagonisti di questa storia – afferma l’Opi Firenze-Pistoia – va il nostro plauso e ringraziamento. Quanto accaduto dimostra la capacità degli infermieri di intervenire con competenza e professionalità anche nelle situazioni più critiche”.

05 ottobre 2018
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