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Trapianti. Toscana. Presentata Pdl per rimborsare le spese non sanitarie di chi va fuori regione

Avranno diritto al rimborso i cittadini toscani che non possono effettuarlo in regione per motivi strettamente definiti dalla legge. Saranno le aziende sanitarie a rimborsare i propri assistiti. La Proposta di legge presentata dal presidente e dall’assessore al diritto alla salute è stata approvata dalla Giunta

06 SET - Rimborsi per le spese non sanitarie sostenute da chi effettua un intervento di trapianto fuori dalla Toscana.
 
È quanto contenuto nella Proposta di legge (Pdl) “Disposizioni in merito ai rimborsi connessi alle procedure di trapianto di organi presso centri trapianto collocati in altre regioni italiane”, presentata dal presidente Enrico Rossi e dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nella seduta di lunedì scorso.
 
Se i centri toscani non sono in grado di rispondere in tempi congrui al bisogno, è necessario rivolgersi a centri trapianto di altre regioni. E quindi la Toscana, per assicurare un adeguato sostegno ai pazienti che fanno il trapianto fuori regione, ha ritenuto opportuno stabilire modalità e criteri per rimborsare le spese di carattere non sanitario che la persona deve affrontare nel recarsi fuori regione.
 
“I cittadini toscani che per i motivi più diversi devono andare fuori regione per fare un trapianto, naturalmente non pagano niente per l’intervento – ha chiarito l’assessore Stefania Saccardi – la Regione vuole però sostenerli anche per le altre spese che devono affrontare: viaggio, vitto, alloggio. Sia in occasione dell’intervento, che per gli esami preliminari e i controlli successivi. Per questo abbiamo deciso di corrispondere un rimborso per queste spese: rimborso che, nel caso di minori o di persone non autosufficienti, si estende anche a un eventuale accompagnatore. Ugualmente, il rimborso viene riconosciuto anche a favore dell’eventuale donatore vivente e del suo eventuale accompagnatore”.
 
Secondo la Pdl, saranno le aziende sanitarie a rimborsare i propri assistiti per queste spese.
 
Hanno diritto al rimborso i cittadini toscani che necessitano di un trapianto, ma che non possono farlo in Toscana per i seguenti motivi:
la prestazione non è erogabile in Toscana per assenza di uno specifico programma di trapianto nei centri regionali; il paziente è stato iscritto in una lista di attesa regionale per un tempo superiore allo standard; il paziente, giudicato per ragioni cliniche non idoneo al trapianto in Toscana, intraprenda un percorso valutativo presso un centro trapianti extra regionale. Nel caso del solo trapianto di rene, un motivo può essere anche questo: il paziente già iscirtto nella lista regionale vuole usufruire delle possibilità (consentita) di effettuare una seconda iscrizione in una lista extra regionale.
 
Negli ultimi cinque anni i trapianti effettuati da cittadini toscani in Centri di altre regioni sono stati 456: 200 trapianti di organi solidi (dal 2013 al 2017) e 256 di midollo osseo (dal 2012 al 2016).
 
“Ringrazio l’assessore Saccardi e la Giunta regionale per avere raccolto uno stimolo che mi ero permesso di rappresentare – ha dichiarato il consigliere regionale Gianni Anselmi – , e che era emerso dall’ascolto di famiglie toscane che sono costrette, per ragioni non dipendenti dalla loro volontà, a sostenere oneri materiali che si aggiungono al disagio connesso ad interventi delicati, non di rado riguardanti bambini. In vista dei passaggi consiliari, che mi auguro rapidi e in grado di suscitare largo consenso fra le forze politiche, esprimo la mia soddisfazione per questa nuova pagina di civiltà sanitaria in Toscana che andiamo a scrivere insieme”.

06 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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