Toscana. Nascite ancora in calo (ma sono in aumento i parti di donne straniere). Scendono ancora gli aborti (merito anche della pillola dei 5 giorni dopo). Ma aumenta il ricorso al taglio cesareo
Analisi detagliata appena publicata dal l’Agenzia sanitaria regionale (ARS) con gli ultimi dati sulla salute materno-infantile con particolare riferimento anche al ricorso dell’interruzione di gravidanza, obiezione di coscienza compresa. Obiettivo “suscitare nei clinici possibili richieste di approfondimento e costituire per i decisori basi solide di evidenza per la programmazione dei servizi di assistenza e di cura”. IL DOCUMENTO.
28 NOV - Negli ultimi 20 anni in Toscana, come in molte regioni d’Italia, si sono verificati notevoli cambiamenti nell’area della salute riproduttiva, dovuti a cambiamenti demografici, sociali ed economici. La natalità è diminuita drasticamente, e anche il tradizionale apporto che la popolazione immigrata residente aveva dato per tenere stabile il numero di nati è stato messo in crisi dal 2008 in poi, anno dell’inizio della sfavorevole congiuntura economica.Contemporaneamente si è avuto un graduale aumento della diffusione delle conoscenze e l’allargamento della disponibilità dei metodi anticoncezionali.
Con "Gravidanza e parto in Toscana", l’Agenzia sanitaria regionale (ARS) ha realizzato un documento con gli ultimi dati sulla salute materno-infantile con particolare riferimento anche al ricorso dell’interruzione di gravidanza, tema sul quale molte discussioni sono tornate ad alimentarsi negli ultimi tempi per la questione dell’obiezione di coscienza.
Obiettivo, come spiega nella prefazione
Fabio Voller, responsabile settore Sociale dell'Osservatorio di Epidemiologia dell’Ars, è “suscitare nei clinici possibili richieste di approfondimento e costituire per i decisori basi solide di evidenza per la programmazione dei servizi di assistenza e di cura”.
In sintesi i dati mostrano che anche nel 2016 si è confermata la tendenza alla diminuzione della natalità in atto dal 2009: si passa da 9,3 nati vivi per 1.000 abitanti del 2008 a 7,2 nati vivi del 2016 (da 9,8 a 7,8 in Italia).
Prosegue anche la diminuzione della fecondità in atto dal 2010: da 1,42 figli per donna a 1,29 figli per donna (1,34 in Italia) e nel 2016, nelle strutture toscane si registrano 27.367 parti, il 16,6% in meno rispetto al 2008, anno in cui si sono verificati il maggior numero di parti e con un ulteriore calo dell’1,1% rispetto al 2015.
I parti da donne straniere, dopo una leggera flessione nel triennio precedente, sono nuovamente in aumento (con 7.900 parti), raggiungendo il 28,9% del totale, ma dal 2010 sono in contino aumento le disoccupate: dal 7,7% al 12,2% del 2016.
É aumentata negli anni l'incidenza di gravidanze over 40 (sono il 9,4% nel 2016, erano il 3,5% nel 2001): si tratta di gravidanze a rischio per esiti materni e fetali.
Con l'introduzione del test di screening per la sindrome di Down diminuisce negli anni il ricorso agli esami invasisi (amniocentesi e villocentesi) e aumenta il ricorso al test di screening anche nelle donne con 35 anni e più: complessivamente il 76,6% delle donne ha eseguito il test di screening e il 9,6% ha eseguito l'amniocentesi o la villocentesi.
Salgono invece al 27,1% i parti che avvengono con un taglio cesareo e la quota dei nati pretermine (inferiore alle 37 settimane) rispetto al 2014: dal 6,7% all’8 per cento.
Dal 1983 le interruzioni di gravidanza in Toscana, così come in Italia sono in diminuzione e il tasso di abortività nel nostro paese (pari a 6,6 per 1.000 nel 2015) è fra i più bassi tra quelli dei paesi occidentali. Nel 2016, nelle strutture Toscane, si è registrato il numero di IVG più basso dell’intero periodo: 5.910 con una riduzione del 3,1% rispetto al 2015 quando erano 6.100.
Confermato il ruolo dei contraccettivi d'emergenza nel calo degli aborti. "Il maggior decremento osservato negli ultimi anni, che merita sicuramente delle maggiori riflessioni e approfondimenti, - sottolinea l'Ars toscana - potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina AIFA del 21 aprile 2015 (G.U. n.105 dell’8 maggio 2015), che elimina, per le maggiorenni, l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato (ellaOne), contraccettivo d’emergenza meglio noto come “pillola dei 5 giorni dopo”. Una osservazione, quest'ultima, che conferma quanto già evidenziato
un anno fa dalla relazione al Parlamento sulle IVG presentata dal ministro Lorenzin.
Aumenta il ruolo del consultorio nel rilasciare la certificazione con il 55,7% dei certificati rilasciati da questa struttura e le IVG relative ad aborti terapeutici (4,6%) tendono ad aumentare nel tempo in seguito al maggior ricorso alla diagnosi prenatale e all’aumento dell’età materna.
Il 54,1% degli interventi è effettuato in epoca precoce (entro le 8 settimane) e questa percentuale è in leggero aumento negli anni, incremento in parte dovuto all’aumento dell’utilizzo dell’IVG farmacologica.
In aumento anche la quota delle donne il cui l’intervento avviene entro le due settimane dalla certificazione (75,8%) e in aumento negli anni è l’aborto medico o IVG farmacologica (26,0%).
In Toscana ci sono 209 ginecologi obiettori su 348 (60,1%), proporzione nettamente più bassa rispetto alla media nazionale (70,7% nel 2014).
28 novembre 2017
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