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Comano (Massa): arrestati il direttore e il responsabile legale di una Rsa per la morte di una paziente caduta dal balcone

L’indagine dei  Carabinieri del Nas di Livorno e della Compagnia di Pontremoli, coordinati dalla Procura della Repubblica di Massa è partita da una segnalazione al  Nas con cui si avvertiva che nella notte tra l'8 e il 9 novembre 2016 era stato rinvenuto il corpo esamine di una donna ospite della struttura che, lasciata senza alcun controllo e vigilanza, aveva perso la vita cadendo dal balcone.

25 OTT - Abbandono di persona incapace e inquinamento delle prove e, per uno dei due, anche omicidio per aver provocato la morte dell’ospite, non avendo prevsito adeguate misure e azioni per impedirla.
Sono le pesanti accuse mosse al responsabile legale e al direttore di fatto (quest'ultimo accusato anche dell'ipotesi di reato più grave) di una Rsa di Comano nella quale fra l'8 e il 9 novembre 2016 una ospite con problemi psichiatrici fu trovata morta dopo una caduta da un balcone.
 
I Carabinieri del Nas di Livorno, coadiuvati da militari del Comando provinciale Carabinieri di Massa (MS), hanno eseguito due misure cautelari agli arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Massa, su richiesta della Procura della Repubblica di Massa, nei confronti dei due responsabili della Rsa .
 
L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nas di Livorno e della Compagnia di Pontremoli, coordinati dalla Procura della Repubblica di Massa (Sostituto Procuratore Alessia Iacopini) è scaturita da una segnalazione al  Nas con cui si avvertiva che nella notte di novembre 2016 era stato rinvenuto il corpo esamine di una donna ospite della struttura.
 
L’attività investigativa ha permesso di appurare che i due soggetti colpiti dal provvedimento avevano gestito la struttura con evidenti carenze organizzative che avevano favorito la condotta autolesionistica di una assistita con problemi psichiatrici. Questa, lasciata senza alcun controllo e vigilanza, aveva perso la vita cadendo dal balcone.
 
Inoltre, dalle investigazioni eseguite, è emerso anche che gli indagati, per ostacolare e sviare le indagini avevano modificato lo stato dei luoghi e delle cose legate al reato, cancellando le tracce che avrebbero potuto ricondurre alla condotta omissiva di negligenza da parte loro.


25 ottobre 2017
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