Responsabilità professionale. Applicare le buone pratiche per la sicurezza basate sulle evidenze, senza se e senza ma
Le pratiche per la sicurezza evidence based, poche ma importantii soluzioni che, se applicate, permettono di ridurre in maniera più che significativa la possibilità di recare un danno al paziente quando lo assistiamo
29 MAG - Il 23 Maggio si è realizzato il primo dei due incontri di discussione e dibattitto della Legge Gelli promossi dal Centro Gestione Rischio Clinico nell’area Vasta Centro della Regione Toscana presso L’aula Magna del CTO dell’Ospedale Careggi. Gli approfondimenti teorici e la discussione sulla legge che ha coinvolto più di 200 professionisti fra medici direttori di struttura e coordinatori infermieristici dell’area fiorentina è stata organizzata sulle due facce di questa legge: sicurezza delle cure e responsabilità professionale. La mattina, come per la precedente edizione di questa iniziativa svoltasi a Pontedera il 3 Maggio per l’area nord ovest toscana, è stata dedicata ad approfondire e discutere i primi articoli della legge che si concentrano sulle attività di gestione e prevenzione del rischio clinico.
Il dibattito per l’area fiorentina si è focalizzato soprattutto sul tema delle linee guida e delle buone pratiche clinico assistenziali.
Alberto Zanobini, Direttore Generale dell’Ospedale per i bambini Meyer ha sottolineato l’importanza di utilizzare la simulazione per apprendere applicare correttamente pratiche e linee guida, per questo nel suo ospedale è stata costituita una innovativa struttura di Simulazione e Risk Management che si dedica, in collaborazione con il Centro Regionale Gestione Rischio Clinico, di costruire percorsi sicuri per la rete pediatrica regionale basati sul prevenire il rischio grazie alla formazione tramite simulazione.
Riccardo Tartaglia, direttore del Centro Gestione Rischio e Sicurezza del Paziente Regione Toscana, in proposito ha sottolineato la necessità di adottare in particolare le pratiche per la sicurezza evidence based, poche ma importantii soluzioni che, se applicate, permettono di ridurre in maniera più che significativa la possibilità di recare un danno al paziente quando lo assistiamo.
I clinical risk manager delle aziende (
Ismaele Fusco, Mimma Autieri, Angela Savelli, Paolo Nardini) hanno sottolineato lo sforzo fatto da ciascuna azienda dell’area fiorentina per promuovere le buone pratiche in coerenza con le Campagne Internazionali promosse dall’OMS sul lavaggio delle mani, la prevenzione delle infezioni, l’utilizzo della check list di sala operatoria, raggiungendo nel 2016 una compliance superiore all’80% per la maggioranza di queste pratiche nei reparti interessati.
Sara Albolino, co-chair WHO Patient Safety Collaborating Centre, ha sottolineato che Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità dovranno con i decreti attuativi anche dipanare la questione relativa alla validità di adozione di linee guida internazionali, alle quali spesso i professionisti fanno riferimento visto anche il lungo tempo di latenza nella traduzione italiana di indicazioni di società europee e statunitensi.
La tavola rotonda che ha visto protagonisti i rappresentanti delle aree cliniche maggiormente colpite dagli eventi avversi che hanno sottolineato il peso del contenzioso in particolare nell’area Materno Infantile (Prof.
Felice Petraglia – Direttore Area Materno Infantile Careggi), prima nella classifica delle richieste di risarcimento a livello nazionale è invece migliore performance italiana a livello di Regione Toscana grazie anche alle attività specifiche realizzate per la sicurezza nel percorso nascita come le pratiche per gestione distocia di spalla ed emorragia post partum.
Per la rete dell’emergenza pediatrica, guidata dal Meyer,
Stefano Masi, Direttore Dipartimento Emergenza, ha sottolineato come la legge, legittimando i comportamenti guidati da linee guida e buone pratiche, potrebbe disincentivare la medicina difensiva. Inoltre, le regioni come istituzioni pubbliche possono giocare un ruolo importante nel definire protocolli per i percorsi clinico assistenziali e diventare esse stesse enti emanatori di linee guida. Per gli aspetti assistenziali,
Cinzia Neri, coordinatrice infermieristica e leader per la campagna sulla sicurezza nelle transizioni di cura, ha sottolineato come, con un commitment forte da parte della direzione aziendale, un reale miglioramento nella riduzione dei rischi associati al passaggio di consegne “si può fare”.
Stefano Romagnoli, anestesista dell’azienda ospedaliera di Careggi, impegnato nella campagna regionale di lotta alla sepsi, ha sottolineato l’importanza di far riferimento a linee guida europee, vista la lentezza nella traduzione dei testi in italiano.
Nel pomeriggio si sono affrontati gli aspetti della responsabilità professionale assieme ad eminenti avvocati (Avvocato
Francesco Maresca, Avvocato
Luca Cei) e medici legale e affari legali delle aziende (Prof.
Gian Aristide Norelli, Direttore medicina legale AOU Careggi, Dott.ssa
Raffaella Giardiello, Direttore affari generali AOU Careggi e Dott.
Roberto Di Silvestre, Direttore S.O.C. Medicina Legale II USL Toscana Centro). La discussione ha evidenziato che la nuova legge dà alle aziende delle grandi responsabilità relativamente alla formazione del personale e alla corretta applicazione di linee guida e protocolli. Si è più volte sottolineato che quando non ci sono le condizioni organizzative per applicare la linea guida la responsabilità potrebbe ricadere sull’azienda.
Ci sono comunque ancora alcuni aspetti che espongono il professionista ad una responsabilità: tra questi è stata evidenziata in particolare la partecipazione alla fase stragiudiziale, perché se il cittadino avanza la volontà di procedere in questo senso anche gli operatori sanitari sono coinvolti, la mancata partecipazione prevede una sanzione pecuniaria. Cambia i connotati la responsabilità amministrativa: obbligo per il professionista di stipulare una polizza assicurativa per garantire il buon esito dell’azione di rivalsa da parte dell’azienda sanitaria.
La questione delle linee guida e buone pratiche assistenziali italiane o internazionali è una questione importante che il Ministero, con l’albo a cui dovranno iscriversi gli enti e le società scientifiche candidate per abilitarsi, dovrà affrontare nei decreti attuativi, fondamentali per svelare l’arcano e permettere alla legge di essere applicata e non misinterpretata.
Sara Albolino
Centro Gestione Rischio Clinico Regione Toscana
29 maggio 2017
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Toscana