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Inaugurato il Centro per pazienti psichatrici autori di reato a Villa Guicciardini

Nella struttura, già funzionante e con 10 posti letto, i pazienti seguono un percorso, a carattere residenziale, con progetti clinici individuali, con l’obiettivo del reinserimento nella comunità ed il ritorno in famiglia. Saccardi: “Un percorso non facile e non banale. Il risultato di un lavoro di squadra di tanti soggetti e tante competenze”.

24 MAG - “Oggi tagliamo un nastro ma questo non e' un punto di arrivo, piuttosto di partenza, una sfida per tutti. Un percorso di reinserimento non facile e non banale. Il risultato di un lavoro di squadra di tanti soggetti e tante competenze. Una grande sinergia di tutti, per provare a restituire speranza alle persone e opportunità di vita migliore”. Sono le parole di Stefania Saccardi, assessore al diritto alla salute e al sociale, all'inaugurazione del Centro per pazienti psichiatrici autori di reato a Villa Guicciardini, in via di Montughi, una struttura di cura, riabilitazione e recupero, destinata alla riabilitazione dei pazienti psichiatrici autori di reato in misura di sicurezza non detenutiva della Asl Toscana centro. Una collaborazione tra pubblico e privato: Villa Guicciardini è infatti una dimora storica che la famiglia ha trasformato nella Fondazione Giulio ed Eleonora Guicciardini Co rsi Salviati, che fin dalla sua costituzione ha svolto iniziative e servizi di accoglienza per minori e adulti con problematiche. Ora, la realizzazione del Centro per i pazienti psichiatrici autori di reato, dieci posti letto per attuare percorsi terapeutici e riabilitativi sul territorio, “con personale altamente specializzato e competente”.

Al taglio del nastro, con l'assessore Saccardi c’erano Francesco Aloisi de Larderel, presidente della Fondazione, Sara Funaro, assessore alle politiche sociali del Comune di Firenze, Emanuele Gori, direttore generale della Asl Toscana centro, Giuliano Casu, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze Asl Toscana centro, e Franco Scarpa, direttore dell'unità operativa di riabilitazione pazienti psichiatrici Asl Toscana centro.

La struttura, in realtà, è operativa da inizio anno ed è pienamente operativa: tutti i posti sono attualmente occupati. I pazienti sono seguiti dal personale messo a disposizione dalla Fondazione, munito di tutte le competenze, psichiatriche e mediche, in sinergia e collaborazione con le équipe degli operatori del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL Toscana centro. Il Centro è prioritariamente dedicato alla riabilitazione dei pazienti psichiatrici autori di reato in misura di sicurezza non detentiva della AUSL Toscana centro: una volta all’interno della struttura seguono un percorso, a carattere residenziale, con progetti clinici individuali che tengono conto anche degli aspetti sociali e familiari, con l’obiettivo del reinserimento nella comunità ed il ritorno nel proprio ambiente originario.
 
“Questa è una soluzione che abbiamo pensato nell'ambito delle risposte per la chiusura dell'Opg - spiega l'assessore Saccardi - Abbiamo lavorato sulle Rems, strutture a più alta intensità, ma anche su strutture come questa, dove potessero essere accolte persone con un livello di pericolosità minore, per fare poi un percorso di reinserimento sul territorio. L'obiettivo è il reinserimento: strutture nelle quali si possa garantire il bisogno di sicurezza della collettività, ma anche la possibilità di reinserimento di queste persone. E' stato un lungo percorso e una grande scommessa. Altre regioni hanno fatto scelte diverse. Noi abbiamo fatto la scelta di un percorso assistito e accompagnato laddove non ci fosse la necessità così forte di garantire la comunità da una pericolosità sociale”.

Stefania Saccardi ha sottolineato “la disponibilità di queste strutture, a partire dall'opera della Madonnina del Grappa, soggetto importante delle politiche sociali di questa città. Ci ha messo a disposizione questo ambiente straordinario e da oggi diventa nostro partner per riuscire a dare nuove opportunità e speranza a queste persone. Grazie anche a Franco Corleone, che ha seguito con grande attenzione questo nostro percorso. Sono certa che i nostri servizi di salute mentale saranno all'altezza della situazione”.

Aloisi de Larderel ha evidenziato l’importanza dell’inaugurazione di un progetto già funzionante rimarcando che il ruolo della Fondazione è quello di assistere le fasce più deboli e svantaggiate della popolazione, in collaborazione con tutti gli enti e le istituzioni in un’ottica di “rete” e quindi di integrazione fattiva.

Il direttore dell’Azienda USL Toscana centro ha reso noto che il progetto “Villa Guicciardini” è stato realizzato in tempi da record: in soli 12 mesi la struttura è diventata pienamente operativa grazie allo stretto rapporto con la Fondazione ed alla condivisione del progetto anche con l’amministrazione comunale di Firenze . “Questa struttura, tra l’altro nata in un contesto urbano, all’interno del Quartiere 5 e completamente inserita al tessuto sociale circostante, rappresentando un esempio di integrazione, si aggiunge –ha detto il DG - alla struttura Le Querce, che ha sede sempre nell’area fiorentina- con 8 posti letto e alla Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure Sicurezza) di Empoli, dove -non appena il Ministero di Grazia e Giustizia avrà ceduto i locali alla Regione Toscana e quindi all'Azienda Usl Toscana centro, - saranno attivati 8 posti letto che, a lavori conclusi, avrà una disponibilità complessiva, di 21 posti di cui 3 per le femmine; a regime la nostra Azienda avrà così tre strutture attive per una risposta ancora più efficace a questa tipologia di pazienti”.

L’assessore Funaro ha aggiunto che con “Villa Guicciardini” i pazienti avranno a disposizione un percorso che potrà offrire alla loro difficile vita una seconda opportunità con una prospettiva di “guarigione sociale”.

Il direttore del dipartimento Salute Mentale e Dipendenze, Giuliano Casu ha detto che “è stato realizzato un progetto in cui crediamo fortemente perché è connotato dalla speranza: i pazienti psichiatrici e autori di reato sono doppiamente stigmatizzati e senza strutture di recupero rischiano la totale emarginazione sociale e la cronicizzazione della malattia: qui potranno avere , in tutta sicurezza, un percorso evolutivo al quale si stanno dedicando con convinzione ed ottimismo anche tutti gli operatori”.

24 maggio 2017
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