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Toscana. Regione protagonista della lotta contro Mutilazioni genitali femminili. Dichiarazione congiunta con Paesi africani

La dichiarazione coinvolgerà i rappresentanti delle comunità di Somalia, Nigeria, Senegal, Egitto, Costa d'Avorio, Eritrea e resterà aperta alla firma di altri sostenitori per tutto l'anno, fino alla prossima giornata Stop MGF 2017. L'iniziativa rientra nell'ambito della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili.

05 FEB - Sarà la firma di una ‘Dichiarazione congiunta per il contrasto della pratica delle mutilazioni genitali femminili’ il momento clou del convegno "STOP MGF", che si terrà domani, sabato 6 febbraio, dalle 9 alle 13, nell'Auditorium del Consiglio regionale, via Cavour 4. L'evento è promosso da Regione Toscana, Centro di salute globale, Arci Toscana, Nosotras onlus e Fondazione Il cuore si scioglie, in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, che si celebra appunto il 6 febbraio, è tra le iniziative svolte nell'ambito del programma regionale per il contrasto delle MGF in attuazione di un accordo Stato - Regioni.

Dopo i saluti del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e dell'assessore al diritto alla salute, welfare e integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi, la firma della dichiarazione, alla quale prenderanno parte anche i rappresentanti delle comunità di: Somalia, Nigeria, Senegal, Egitto, Costa d'Avorio, Eritrea. La dichiarazione resterà aperta alla firma di altri sostenitori per tutto l'anno, fino alla prossima giornata Stop MGF 2017.

"In Toscana - dice l'assessore Saccardi - tanti professionisti, istituzioni, associazioni collaborano per fornire assistenza e aiuto alle famiglie per evitare le mutilazioni genitali femminili e le loro conseguenze. La firma di questa dichiarazione congiunta è un momento molto importante, perché coinvolge anche le comunità di stranieri presenti sul nostro territorio e le impegna a una concreta azione di contrasto di queste pratiche".
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono un fenomeno vasto e complesso, che include pratiche tradizionali che vanno dall'incisione, all'asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni. Bambine, ragazze e donne che subiscono questa pratica devono fare i conti con rischi gravi e irreversibili per la loro salute, oltre a pesanti conseguenze psicologiche.

Secondo i dati più aggiornati di fonte Organizzazione Mondiale della Sanità, sono tra 100 e 140 milioni persone nel mondo che hanno subito una forma di mutilazione genitale. L'Africa è di gran lunga il continente in cui il fenomeno delle MGF è più diffuso, con 91,5 milioni di ragazze di età superiore a 9 anni vittime di questa pratica, e circa 3 milioni di altre che ogni anno si aggiungono al totale. La pratica delle MGF è documentata e monitorata in 27 paesi africani.

In altri Stati (India, Indonesia, Iraq, Malesia, Emirati Arabi Uniti e Israele) si ha la certezza che vi siano casi di MGF, ma mancano indagini statistiche attendibili. Meno documentata è la notizia di casi di MGF avvenute in America Latina (Colombia, Perù), e in altri paesi dell'Asia e dell'Africa (Oman, Sri Lanka, Rep. Dem. del Congo), dove questa pratica non è mai assurta a tradizione vera e propria. Infine, sono stati segnalati casi sporadici di MGF anche in paesi occidentali, limitatamente ad alcune comunità di migranti (Fonte: UNICEF).

La "Dichiarazione congiunta per il contrasto della pratica delle mutilazioni genitali femminili (MGF)" che verrà siglata durante l'evento è uno dei passi fondamentali del percorso che da anni viene attuato nella Regione e che sta portando alla predisposizione di alcune raccomandazioni in materia: "Procedure di prevenzione, segnalazione, sorveglianza e negoziazione delle MGF tra le donne e le minori dei paesi a rischio". Un modo per favorire un'efficace individuazione dei casi di MGF e per promuovere una risposta coordinata tra tutti gli attori coinvolti. Questo lavoro partecipato ha visto all'opera una squadra: dagli operatori di Consultorio, Punto Nascita, Servizio Sociale, pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, servizio GAIA del Meyer, il Centro di riferimento regionale per l'MGF e il Centro di riferimento regionale per la violenza e l'abuso sulle donne adulte e minori dell'AOU Careggi e la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minori.

L'azione di contrasto alle mutilazioni genitali femminili non si limita al lavoro sul nostro territorio, ma si spinge oltre i confini, attraverso i progetti di cooperazione internazionale. Durante la giornata verranno illustrati i risultati di un progetto in Niger per la promozione della salute materno infantile e lo sradicamento delle MGF che la Regione Toscana finanzia tramite il Centro di Salute Globale. Il progetto è gestito da Arci Toscana con Coniprat (ong locale) e Asl 2 e 8 come partner coinvolti in attività di sensibilizzazione e prevenzione in Italia.
Condotto nei 3 villaggi dei Distretti di Gaya, Tèra e Say, nelle Regioni di Dosso e Tillabéry, si inserisce in un programma internazionale più ampio, sostenuto anche dal Comitato Inter-africano contro le MGF, e prevede attività di diverso tipo: informazione sanitaria in particolare sulla salute materno-infantile e sugli effetti negativi delle MGF, sensibilizzazione a tutti i livelli della comunità, oltre ad azioni di accompagnamento e formazione per l'empowerment e l'autonomia economica delle donne e delle "exciseuses". L'approccio che si è scelto di adottare è di tipo comunitario e partecipativo, a partire dal coinvolgimento dei leader religiosi e delle istituzioni locali, al fine di promuovere un cambiamento sociale che coinvolga tutti gli attori interessati.
 

05 febbraio 2016
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