Toscana. Nursind Arezzo aderisce a referendum per abrogare riforma sanitaria. “Non garantisce alcun risparmio”
Lo ha annunciato il segretario territoriale Claudio Cullurà. “Le presunte economie non sono quantificate in legge, eccezion fatta per il taglio di qualche poltrona dirigenziale: ma non si tratta di tagli reali, in quanto la stessa legge moltiplica i livelli intermedi, rimangiandosi tutto il risparmio”.
12 OTT - “Nessun risparmio reale, ma una strada spianata ai privati in sanità”. Con queste parole
Claudio Cullurà, alla guida della Segreteria territoriale di Arezzo del Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, boccia la riforma sanitaria toscana e annuncia l’adesione al Comitato per il referendum abrogativo della legge regionale 28/2015.
“E’ un contenitore vuoto – aggiunge Cullurà – che parla di risparmi ma non spiega da dove arrivino”. La legge di riordino delle Asl, che dovrebbero diventare 3 in tutta la Toscana rispetto alle attuali 12, “è piena di ‘vedremo’, ‘faremo’, ‘sarà’ – sottolinea il segretario provinciale del Nursind Arezzo – ipotetiche prive di significato. Le presunte economie non sono quantificate in legge, eccezion fatta per il taglio di qualche poltrona dirigenziale: ma non si tratta di tagli reali, in quanto la stessa legge moltiplica i livelli intermedi, rimangiandosi tutto il risparmio”.
“Da settimane si legge sui giornali di incontri della Giunta regionale con le parti sociali per procedere a una revisione partecipata della riforma sanitaria. Ma ancora non c’è stato nessun confronto. Non si può dire la stessa cosa sul fronte dei soggetti privati operanti in sanità: non è un caso se stiamo assistendo al fiorire di strutture sanitarie gestite da privati in tutto il territorio provinciale”.
“Anche se il coinvolgimento dei cittadini ci fa ben sperare – aggiunge il segretario provinciale del Nursind Arezzo – ci sono ancora pochi giorni per completare la raccolta di firme: entro la fine del mese dobbiamo raggiungere quota 40mila sottoscrizioni. Il Nursind non è politicamente schierato. Ma siamo sicuramente schierati contro una riforma che appalta la salute dei cittadini ai privati – conclude Claudio Cullurà – e daremo battaglia con tutti gli strumenti a nostra disposizione per l’abrogazione di questa legge”.
12 ottobre 2015
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