Covid e salute mentale. In Toscana +69% richieste di aiuto rivolte agli psicologi
Indagine dell’Ordine regionale degli psicologi sugli effetti del periodo pandemico. Gli adolescenti i più colpiti. Dal lavoro degli psicologi emerge che a preoccupare principalmente le persone è la paura del futuro (indicata dal 40% degli psicologi), il timore dell’abbandono e della solitudine (26,9%), le malattie e la morte (15,2%), le relazioni extra-familiari (8,8%), la preoccupazione per i propri familiari (6,6%) e la paura di perdere il lavoro (2,1%).
10 MAG - La pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 69% degli psicologi toscani, rispetto all’era pre-Covid. Lo riporta un report realizzato dallo stesso Ordine degli Psicologici della Toscana, prendendo in esame il periodo compreso tra marzo 2020 e febbraio 2022. A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata in particolare la fascia degli adolescenti, mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano ansia e depressione, seguiti a ruota da problematiche relazionali.
I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi all'Auditorium Regione Toscana. “Un quadro tristemente composito - illustra la presidente
Maria Antonietta Gulino - che ci restituisce una fotografia dettagliata dello stato di salute psicologica dei toscani durante questi due anni di Covid. L’isolamento forzato e le restrizioni in certi casi hanno accentuato problematiche, contrasti e incognite preesistenti, mentre in altri hanno innescato nuovi timori e forme di disagio”.
L’indagine è frutto di un questionario a cui hanno risposto 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana che svolgono regolarmente attività clinica in tutte le province del territorio. Le risposte restituiscono un quadro allarmante non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato.
Più nel dettaglio, il 36% degli psicologi intervistati ha dichiarato di avere avuto un aumento delle richieste di aiuto da parte dei pazienti parli a circa il 20%, ma il 33% di professionisti riporta un incremento anche superiore a questa soglia.
La pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, acuendole ed estendendole. Fra le diverse problematiche riscontrate, il 56,3% degli psicologi ha indicato la sintomatologia ansiosa, il 17,38% la sintomatologia depressiva e il 14% problemi relazionali. A seguire, circa il 5% riporta di fobie sociali e/o scolari e circa il 3% rileva situazioni di disturbo del comportamento alimentare.
Nella scala delle principali preoccupazioni riportate campeggiano la paura del futuro, indicata dal 40% degli psicologi, il timore dell’abbandono e della solitudine rilevata dal 26,9%, paure delle malattie e della morte dal 15,2%, paura per le relazioni extra-familiari dall’8,8%, paura per i propri familiari dal 6,6% e paura di perdere il lavoro dal 2,1%.
Un altro fronte aperto che desta preoccupazione è quello relativo a come il Covid abbia inciso sulla qualità della vita dei più piccoli. Per i bambini, infatti, il 67,5% degli psicologi che si occupa di bambini annota un aumento delle domande di presa in carico rispetto al periodo pre-pandemico. I nodi più diffusi sono ansia, problemi relazionali, sintomi depressivi, fobie sociali e disturbi del comportamento alimentare.
La fascia che però in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia è quella degli adolescenti, che fa segnare una crescita delle richieste addirittura per l’81% dei professionisti campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare.
Per quanto riguarda gli anziani, l’incremento medio delle richieste è testimoniato dal 34% degli psicologi, con valori che oscillano di provincia in provincia. In questo caso le situazioni maggiormente ricorrenti sono state identificate in sintomi depressivi, stati ansiosi, problematiche relazionali, disturbi del sonno e fobie sociali.
Alla luce del report, il 90% degli psicologi ritiene che la pandemia abbia aumentato i conflitti relazionali, inasprendo situazioni preesistenti e favorendo una decisa impennata di separazioni e divorzi, riportata da almeno il 40% dei professionisti che ha compilato il questionario.
Il forte cambiamento innescato dal virus anche in relazione ai ritmi lavorativi non ha soltanto introdotto e potenziato nuove modalità di approccio lavorativo, come lo smartworking, ma il 49% degli psicologi ha registrato che i propri pazienti si sono trovati a dover intraprendere una nuova occupazione.
L’indagine rivela inoltre come il turbamento psicologico prodotto dalla pandemia abbia incrementato anche i comportamenti a rischio, come testimonia il 60% degli psicologi. Il ricorso a droghe e gioco d’azzardo, così come quello all’alcool e al fumo, si rivela pericolosamente in crescita. Nell’area nord ovest della Toscana si osservano le percentuali più alte di psicologi che hanno dichiarato di aver assistito ad un aumento di comportamenti a rischio.
Gli aumenti più rilevanti sono stati segnalati dai professionisti che lavorano nelle province della costa Toscana, con Lucca (70% degli psicologi), Livorno (69% degli psicologi) e Pisa (63% degli psicologi).
Ristoranti, cinema e musei, infine, rappresentano i luoghi che i pazienti hanno avuto più difficoltà a frequentare (secondo quanto afferma il 34,5% del campione).
“Il maggior grado di isolamento sociale - conclude Gulino - è stato registrato nella fascia compresa tra i 13 e i 35 anni. Dal report emerge nitidamente come siano stati prima di tutto gli adolescenti a patire il contraccolpo psicologico maggiore. L’indagine, lunga e scrupolosa, ci consente adesso di approntare soluzioni più centrate e condivise per ripristinare quel grado di benessere perduto con la pandemia. Una missione che l’Ordine intende assumersi con tutte le proprie forze”.
10 maggio 2022
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