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Covid. Dopo 18 mesi tra i ragazzi diminuisce la paura (dal 15 al 10%), ma cresce il senso di incertezza (dal 16 al 29%). Lo studio della Toscana 


L’indagine condotta su circa 4.000 giovani tra gli 11 e i 17 anni cerca di scavare sui sentimenti provati dai ragazzi in questi mesi lunghi mesi di pandemia. Se per un ragazzo su 3 il lockdown ha migliorato le relazioni con i propri genitori, il 30% ritiene che sia peggiorato il rapporto con i compagni di classe. Nel primo periodo di emergenza è prevalsa la noia (60,9% del campione) ma col passare del tempo è cresciuto il senso di incertezza. LO STUDIO

24 SET - Per un ragazzo su 3 il lockdown ha migliorato le relazioni con i propri genitori, mentre un 30% di ragazzi pensa che sia peggiorato il rapporto con i propri compagni di classe. Ma se noia, incertezza, paura e rabbia sono stati prevalenti durante la prima fase della pandemia, nel tempo i sentimenti dei giovani sono cambiati. Con il passare del tempo, e il perdurare dello stato di emergenza, se la paura è diminuita un po’, è invece cresciuto fortemente il senso di incertezza, che sembra progressivamente essere più presente.  Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine ‘Essere ragazze e ragazzi in Toscana al tempo del Covid’, coordinata dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, su mandato della Regione Toscana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e l’Istituto degli Innocenti.

Sono stati coinvolti nell’indagine oltre 4mila preadolescenti e adolescenti dagli 11 ai 17 anni che hanno potuto far sentire la loro voce attraverso il metodo diretto del questionario on line dove si chiedeva loro con chi avessero condiviso il periodo di diffusione della pandemia e relativo lockdown e quali problematiche avessero riscontrato nelle relazioni con la famiglia, quelle mancanti con gli amici, di riportare i loro singoli vissuti sull’esperienza scolastica a distanza che avevano sperimentato. In quest’ultimo caso il questionario è stato costruito per provare ad analizzare, dal punto di vista delle ragazze e dei ragazzi, punti di forza e criticità della risposta della scuola a questa emergenza. Nell’indagine si testava inoltre il grado di consapevolezza delle ragazze e dei ragazzi di fronte a questo evento, nonché la capacità ed il desiderio di informazione/aggiornamento rispetto agli eventi che per oltre un anno hanno costretto a cambiare totalmente le nostre abitudini, approfondendo problematiche trasversali quali le paure e i timori verso il futuro, i vissuti emotivi e psicologici, la fragilità di alcune certezze, la relazione con le regole.

Entrando nel dettaglio dei risultati, la noia è stato il sentimento prevalente tra le ragazze e ragazzi in questi mesi di pandemia e lockdown: ben il 60,9% di loro dice essere stata tra le emozioni provate più spesso. La noia supera quasi del doppio la seconda emozione indicata come prevalente nello stesso periodo, vale a dire la tristezza (34%). Ha provato invece paura il 15% dei ragazzi. Ma se nei mesi, la paura ha teso a diminuire tra il post lockdown e la ripresa scolastica (ora dichiara di provarla il 10%), l’incertezza sembra essere stata un sentimento in crescita. Infatti, durante il lockdown il 16,1% dei ragazzi dichiara di avere provato spesso sentimenti legati all’incertezza, una percentuale che oggi è salita di ben 13 punti percentuali, raggiungendo il 29,4%.

Alla distanza fisica i ragazzi e le ragazze toscane hanno risposto attraverso l’utilizzo di altri mezzi per comunicare: è aumentato considerevolmente l’utilizzo di chat e social media per comunicare con gli amici (il 66% dichiara di averne aumentato l’utilizzo) come l'uso di chiamate e video-chiamate (aumentate nel 69% dei casi). La necessità di comunicare con i pari emerge ancor più se confrontiamo il dato con quello delle altre attività realizzate online: la comunicazione con gli altri è senz’altro l’attività che ha subito un maggiore incremento rispetto allo shopping online (36%), il giocare ai videogame (35%) e il cercare informazioni sul web (35%). La scuola in Toscana è riuscita a garantire al 97% delle ragazze e dei ragazzi la continuità didattica online; ben il 35% dei ragazzi intervistati percepisce un peggioramento economico all’interno del proprio nucleo familiare. Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine ‘Essere ragazze e ragazzi in Toscana al tempo del Covid’, coordinata dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, su mandato della Regione Toscana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

“Questa ricerca ci mostra come i nostri ragazzi siano stati capaci di affrontate la pandemia, sopportando periodi di noia e incertezza, grazie alla forza del sistema di relazioni familiari e alla vivacità dei contatti mantenuti con gli amici con le tecnologie. Le relazioni umane sono state quindi, per loro, il primario antidoto all’emergenza”, commenta l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.

“La pandemia da Covid 19 - ha esordito - non è stata solo una questione sanitaria; ha inciso profondamente sugli stili, e la qualità della vita di tutti, in particolare dei nostri ragazzi. Per questo abbiamo voluto promuovere una ricerca specifica per comprendere come tale evento abbia contribuito a cambiare stili di vita e percezioni di pre-adolescenti e adolescenti”.

“La ricerca – ha proseguito - ha coinvolto migliaia di ragazze ragazze e ragazzi che, mettendosi a disposizione per raccontarsi, hanno consentito ai ricercatori di entrare nella loro sfera personale. Grazie alla loro voce, tradotta in indicatori e dati statistici, è stato possibile raccogliere informazioni utili per orientare le politiche post-pandemiche nella direzione del sostegno e della valorizzazione dei processi di crescita e sviluppo di ragazze e ragazzi, per la costruzione e l’affermazione della loro personalità e autonomia, per offrire migliori opportunità di crescita e partecipazione a tutte e tutti”.

“Come rappresentante dell’Istituto degli Innocenti, che da oltre seicento anni si occupa della tutela e promozione dei diritti di bambini ed adolescenti – sottolinea la presidente dell’Istituto degli Innocenti Maria Grazia Giuffrida - in questo delicato momento, abbiamo sentito il bisogno di ascoltare la voce dei giovani per poter riprogettare nuove politiche inclusive in accordo con Regione Toscana e Ufficio scolastico regionale. Questa indagine ci offre una fotografia su come le nostre ragazze ed i nostri ragazzi abbiano vissuto, anche a livello personale, questo periodo che ha visto limitare le loro esperienze e relazioni sociali, ma ci offre anche ottimi spunti e consigli da cui ripartire, ci fa capire la necessità di un’educazione di qualità in presenza e l'importanza di mantenere le relazioni sociali tra pari attraverso qualsiasi strumento”.

“Questo lavoro, svolto dall’Istituto degli Innocenti nel quadro delle attività del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza per conto della Regione Toscana, mette inoltre in luce la capacità di resilienza dei giovani davanti al momento storico che abbiamo vissuto ed il loro desiderio di fare sentire il proprio punto di vista e di essere ascoltati. Ora più che mai, emerge chiara la necessità di dare loro la parola e di ascoltarli per renderli parte attiva del loro futuro”, conclude la presidente Giuffrida.

24 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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