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Sicurezza e salute sul lavoro. Cosa serve per fare un passo avanti

di Domenico Della Porta

La sicurezza degli operatori, il loro benessere fisico e mentale, la prevenzione degli infortuni e il miglioramento delle condizioni lavorative sono, e resteranno, fattori che influenzano la produttività e che vengono messi al centro dell’approccio proattivo all’ergonomia su cui si fonda la fabbrica del futuro “uomo-centrica”

01 SET - Algoritmi per una prevenzione sul lavoro più efficace, applicazione dell’ergonomia nelle postazioni e nelle azioni di lavoro, formazione e informazione specifiche dimensionate ai reali processi produttivi, maggiore attenzione all’organizzazione del lavoro e allo stress lavoro correlato, sono solo alcuni dei temi su cui occorre confrontarsi al più preso per rilanciare la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, guardando soprattutto alla prevenzione.
 
In una recentissima intervista a Il Fatto QuotidianoBruno Giordano, da poco più di un mese Direttore Generale Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dice “che occorre alzare il livello tecnico….oggi servono competenze sull’ergonomia, sugli algoritmi che regolano il lavoro per le piattaforme, sullo stress e le curve di attenzione”.
 
Si tratta di temi all’ordine del giorno anche dell’Agenzia Europea sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, il cui pieno recepimento, entro il 2023, consentirà di ottenere concreti risultati sulla riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
 
“Dopo 30 anni di attività giudiziaria in questo campo mi sono convinto che le cose si possono cambiare solo con la prevenzione”, spiega il nuovo Capo INL Giordano, giudice di Cassazione (oltre che docente di diritto della sicurezza del Lavoro).
 
Ecco perché siamo sicuri che i primi 800 nuovi ispettori che entro fine anno prenderanno servizio nella struttura del Ministero del Lavoro, saranno sicuramente in grado di analizzare anche i nuovi percorsi di tutela sul lavoro, anticipati con lungimiranza proprio da Giordano. Quando sarà poi completato il concorso e si andrà a pieno regime, il personale ispettivo INL a disposizione nel Paese sarà di 4.800 persone in totale: oggi sono sotto di circa la metà. Ma anche le Asl hanno notevoli carenze: il personale è infatti diminuito del 50% negli ultimi dieci anni.
 
Secondo noi pare incontestabile la necessità di avviare un iter riformatore, che renda il sistema normativo capace di dare risposte coerenti alle pressanti domande di tutela, poste dall’utilizzo di tecnologie innovative di ultimissima generazione, come qualche mese fa è stato anche sottolineato dalla Commissione Europea: “aggiornare il quadro legislativo in materia di SSL relativo alla digitalizzazione, rivedendo entro il 2023 la direttiva sui luoghi di lavoro e la direttiva sulle attrezzature munite di videoterminali”
 
Si pensi, ad esempio, all’utilizzo di algoritmi per la determinazione della turnistica di lavoro. Essa comporta, com’è evidente, un incremento dell’efficienza organizzativa dell’impresa, richiedendo però al contempo una necessaria riflessione sul ruolo effettivamente decisionale dell’AI (Intelligenza Artificiale) e sulle possibili conseguenze giuridiche che da ciò possano derivare.
 
Occorre in altri termini domandarsi: è l’Intelligenza Artificiale ad assumere realmente le decisioni circa l’orario di lavoro, esercitando con ciò il potere datoriale direttivo, o essa si limita piuttosto a predisporre mere ipotesi di turnistica, sottoposte all’approvazione finale del datore di lavoro?
Se al giorno d’oggi pare prevalere questa seconda opzione, è la prima che sembra prospettarsi nell’orizzonte dello scenario prossimo venturo.
 
L’obiettivo della formazione è creare un percorso irrinunciabile di aggiornamento costante per la crescita professionale e lavorativa a fronte del rapido susseguirsi delle nuove normative. La formazione in questi ultimi anni ha subito una fase inflattiva dovuta principalmente all’eterogenea varietà dell’offerta formativa, che sovente fa percepire il momento formativo come una perdita di tempo, un costo, talora focalizzando l’attenzione solo sull’importanza dei crediti formativi.
 
In realtà, il problema va affrontato con un diverso approccio e risolto unicamente intendendo la formazione come un’opportunità che viene offerta, scegliendo solo gli eventi formativi che realmente interessano, impiegando attivamente il tempo dedicato al percorso formativo e, da ultimo, cercando di applicare nel lavoro quotidiano le nozioni acquisite durante l’esperienza formativa, senza tralasciare le curve dell’attenzione e della concentrazione.
 
Gli adempimenti formativi posti a carico del datore di lavoro in materia di salute e sicurezza rivestono carattere di rilevante importanza ed attualità alla luce delle recenti novità legislative non sempre perfettamente concordi ma sempre bisognose di attenta interpretazione, nonché a fronte dei controlli ispettivi sempre più frequenti anche a carico di imprese connotate da un basso livello di rischio,
 
Si è detto che i beneficiari degli obblighi formativi sono i lavoratori, i dirigenti ed i preposti, l’RSPP e gli ASPP, l’RLS, gli addetti all’antincendio e gli addetti al primo soccorso. Per contro, il destinatario e obbligato principale degli obblighi formativi è il solo datore di lavoro.
L’intento legislativo è elevare la formazione in materia di sicurezza sul lavoro a veicolo per raggiungere il traguardo di infortuni zero, oltreché strumento gestionale per promuovere e divulgare la cultura della tutela sui luoghi di lavoro e l’importanza della prevenzione, nonché quale indispensabile momento aziendale di condivisione di saperi, di investimento in conoscenza ed innovazione.
 
Con l’avvento della digitalizzazione, ancora, le diverse postazioni di lavoro sono diventate comunicanti e interconnesse fino all’introduzione dei sistemi di guida assistita all’operatore e dei sistemi di assistenza sensoriale.
 
Ecco che le postazioni di lavoro saranno progettate per la tutela dell’apparato musco-scheletrico e del benessere fisico dei lavoratori in quanto connesse e personalizzabili in grado di potenziare le prestazioni lavorative, regolando l’altezza e la profondità degli strumenti di lavoro secondo le caratteristiche fisiche di ogni singolo operatore.
 
Grazie a connettività e big data, quando l’operatore passa il badge e prende servizio su una stazione di lavoro, avviene un riconoscimento delle sue caratteristiche sul gestionale di fabbrica, che invia segnali alla postazione di lavoro per adattarla alla persona.
Queste nuove postazioni di lavoro intelligenti sono pensate in ottica migliorativa del benessere del lavoratore con un’attenzione particolare alla seduta quindi a postura, illuminazione e acustica.
 
La sicurezza degli operatori, il loro benessere fisico e mentale, la prevenzione degli infortuni e il miglioramento delle condizioni lavorative sono, e resteranno, fattori che influenzano la produttività e che vengono messi al centro dell’approccio proattivo all’ergonomia su cui si fonda la fabbrica del futuro “uomo-centrica”.
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali Università di Salerno


01 settembre 2021
© Riproduzione riservata


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