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Alcol. Cala il consumo. Ma tra i giovani cresce il vizio di bere fuori pasto. Fino ad ubriacarsi


Se nel 2001 beveva alcolici tutti i giorni il 4,6% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni, oggi il vizio quotidiano è rimasto al 2,6%. Cresce però dal 15,5% al 18,8% la quota di giovanissimi che bevono fuori pasto. Più a rischio i ragazzi che frequentano discoteche, concerti ed eventi sportivi. I dati del rapporto Istat.

11 APR - Diminuisce in Italia il consumo di alcol. Ma preoccupano ancora i comportamenti dei giovani, che in particolare tendono a considerare il consumo e l’abuso di alcol tra gli elementi di divertimento e socializzazione. Tant’è che a bere di più sono i ragazzi che frequentano le discoteche, i concerti o gli eventi sportivi. Come emerge da Rapporto 2011 dell’Istat sull’Uso e l’abuso di alcol in Italia.

In generale, nel 2011 ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno il 66,9% della popolazione di 14 anni e più, con una stabilità rispetto all'anno precedente ma in diminuzione rispetto a 10 anni prima (72%). Dal 2001 al 2011 il numero di consumatori giornalieri di bevande alcoliche decresce del 18,4%, specialmente tra le donne (-25,7%). Aumenta però la quota di quanti dichiarano di bere alcolici fuori dai pasti (dal 24,9% nel 2001 al 27,7% nel 2011) e di chi ne consuma occasionalmente (dal 37,1% nel 2001 al 40,3% nel 2011).
Cresce sopratuttto il consumo di alcol fuori pasto dei giovanissimi. La quota di 14-17enni che consuma alcol fuori pasto passa dal 15,5% del 2001 al 18,8% del 2011. Non a caso cambia anche il tipo di bevande consumate. Diminuisce la quota di chi consuma solo vino e birra e rimane invariata quella di chi consuma anche aperitivi alcolici, amari e superalcolici. Nel 2011 ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno il 65% della popolazione di 11 anni e più. Beve vino il 53,3%, birra il 46,2% e aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori il 40,6%; beve vino tutti i giorni il 23,6% e birra il 4,5%.
 
Nel complesso, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non moderato, binge drinking, consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni) riguardano 8 milioni e 179 mila persone. Tale quota, rispetto al 2010, appare in diminuzione principalmente per la riduzione nell'abitudine al binge drinking, che passa dall'8,3% al 7,5%.

I comportamenti a rischio sono più diffusi tra gli anziani di 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l'10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei ragazzi e l'8,4% delle ragazze) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei ragazzi e l'8,4% delle ragazze).
Ma la popolazione più a rischio di binge drinking resta quella giovanile (18-24 anni): il 15,1% dei giovani (21,8% dei ragazzi e 7,9% delle ragazze) si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione. Si osserva, infatti, un maggiore rischio di abuso soprattutto tra i giovani che frequentano le discoteche. Nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni beve fino ad ubriacarsi il 41,3% degli ragazzi che vanno in discoteca assiduamente contro il 9,5% di quelli che non ci vanno. Per le ragazze il dato è del 16,8% contro il 4,3%.

Ma non sono solo le discoteche ad aumentare il consumo di alcol. Comportamenti di consumo a rischio più elevati si osservano anche tra coloro che si recano 12 o più volte all’anno a concerti di musica5 o spettacoli sportivi, soprattutto per quanto riguarda l’abitudine al binge drinking. Il 18% delle persone che assistono 12 volte o più nell’anno ad un concerto e il 14,6% di chi partecipa con maggiore frequenza a spettacoli sportivi ha l’abitudine al binge drinking, contro il 6% e il 5,5% di coloro che, rispettivamente, non svolgono queste attività.

È invece importante sottolineare il trend in calo di consumo non moderato di alcolici che si osserva negli ultimi anni nella quota di popolazione di 65 anni e più. La quotai, tra il 2003 e il 201, è passata dal 49,8% al 42% per gli uomini e dal 13% al 10,3% per le donne.

Dal punto di vista territoriale, i comportamenti a rischio sono generalmente più diffusi al Nord-est e al Nord-ovest, mentre al Centro e nelle Isole la percentuale si riduce, seppure con qualche eccezione, come Molise, Abruzzo, Sardegna e Lazio, dove la quota di popolazione a rischio è oltre la media nazionale.

I comportamenti a rischio sono inoltre più diffusi nei piccoli Comuni fino a due mila abitanti e diminuiscono al crescere della dimensione demografica del Comune di residenza.
 

11 aprile 2012
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