Queste credo siano solo alcune delle possibili domande che un cittadino in attesa di accedere a terapie innovative salvavita potrebbe porsi. Ed è proprio su questi aspetti che poi si gioca il rapporto di fiducia tra comunità e Istituzioni, tra pazienti e Ssn.
Si stanno iniziando ad avviare ragionamenti da parte di diversi stakeholder su possibili modifiche alle regole che governano l’utilizzo di questi due fondi nazionali. Si parla ad esempio della possibilità per uno dei due fondi di utilizzare le risorse non spese dell’altro, di istituire un fondo unico, di eliminare la possibilità di far ritornare all’interno del fondo indistinto delle Regioni le eventuali risorse dei due fondi non spese e di conseguenza lasciarle nel capitolo farmaceutica, di rivedere il tempo di permanenza dei farmaci all’interno dei fondi, di modificare i criteri di riparto dei Fondi tra le Regioni, ed altro ancora.
Sulle cause del parziale utilizzo delle risorse stanziate con i due fondi nazionali e sulle eventuali proposte di modifica delle norme che li regolano credo sia urgente promuovere un approfondimento e un confronto tra tutti gli stakeholder: Associazioni di cittdini-pazienti, professionisti sanitari, società scientifiche, Istituzioni e rappresentanti delle imprese. In altre parole qualificare le politiche pubbliche attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli attori, al fine di rimettere al centro e garantire al meglio l’effettività del Diritto alla Salute.
Tonino Aceti
Portavoce Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche