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Influenza. Tutti la conoscono, ma pochi la temono. Presentata la ricerca del Censis sugli over50


Il 53% degli over 50 sa che può essere molto grave per gli anziani e i malati cronici. E il 43% sa che può avere anche complicanze letali. Ma il 58% la teme poco o per niente. Solo il 4,4% ammette di avere molta paura dell’influenza. Anche tra i più anziani il valore resta basso (il 4,9% tra i 65-74enni). A non temerla per niente sono le persone con un livello d’istruzione meno elevato (24,3%) e quelle con più di 75 anni (25,8%).

24 OTT - L’influenza è una patologia che gli italiani conoscono bene, eppure non hanno ancora raggiunto una piena consapevolezza sulle conseguenze che può determinare. Gli over 50 sanno che può essere una malattia anche molto grave (53,1%) e causare complicanze cardiocircolatorie (58,7%) o addirittura portare alla morte (42,9%). Ma solo il 4,4% ammette di averne molta paura, mentre il 25,8% dei più anziani (con più di 75 anni) non la teme affatto. Oggi il 99,2% delle persone con più di 50 anni sa che è possibile vaccinarsi (la percentuale era del 96,8% due anni fa) e il 94,6% ritiene che sia consigliabile per i soggetti affetti da patologie dell’apparato respiratorio (contro il 93% del 2017). Tuttavia, solo il 61,2% pensa che sia la soluzione indicata per tutte le persone che non vogliono ammalarsi. È quanto emerge dalla seconda ricerca realizzata dal Censis con Sanofi Pasteur sulle opinioni sull’influenza e i comportamenti degli italiani over 50 e sulla propensione alla vaccinazione antinfluenzale.

All’influenza possono essere associate diverse complicanze, di cui gli italiani over 50 sono a conoscenza in diversa misura: la bronchite (lo sa il 91,6%), la compromissione di alcune funzionalità respiratorie (87,5%), la polmonite (81,9%), la lunghezza dei tempi di recupero (79,9%), l’aggravamento delle malattie preesistenti (71,6%), sinusiti e otiti (70,8%). Il 58,7% sa che può dar luogo a problemi cardiocircolatori e il 42,9% pensa che possa avere complicanze anche mortali. Il 53,1% quindi si rende conto che può essere una malattia molto grave per gli anziani e per chi è affetto da patologie croniche. Questa consapevolezza è ancora più alta tra le persone maggiormente istruite (55,5%) ed è aumentata rispetto al 2017 (allora la percentuale era del 48,9%).

Ma solo il 4,4% ammette di avere molta paura dell’influenza. Anche tra i più anziani il valore resta basso (il 4,9% tra i 65-74enni). A non temerla per niente sono le persone con un livello d’istruzione meno elevato (24,3%) e quelle con più di 75 anni (25,8%).

Dalla ricerca del Censis emerge, però, che, rispetto al 2017, aumentano quanti contattano immediatamente il medico quando si accorgono di aver preso l’influenza (erano il 16%, oggi sono il 21,4%). La quota è superiore alla media tra i 65-74enni (24,7%) e tra gli over 74 (24,2%). Tuttavia la maggioranza si rivolge al medico solo se i sintomi non migliorano (erano il 45,8% nel 2017, oggi sono il 45,5%). Il 22,7% si cura autonomamente con farmaci da banco e il 10,4% non prende medicinali e lascia che l’influenza faccia il suo corso.

Il 99,2% degli italiani over 50 sa che è possibile vaccinarsi contro l’influenza (era Il 96,8% nel 2017). Il 94,6% riconosce che la vaccinazione è consigliabile per i soggetti affetti da patologie dell’apparato respiratorio, l’89,6% per il personale sanitario, l’87,9% per le persone che vivono in ambienti dove è più facile il contagio, l’87,3% per le persone con più di 65 anni, l’80,5% per i soggetti affetti da patologie dell’apparato cardiocircolatorio o da malattie croniche (80,1%). Il 61,2% considera la vaccinazione antinfluenzale consigliabile a tutte le persone che vogliono evitare di ammalarsi. Il 50,4% fa riferimento ai soggetti affetti da diabete, il 46% ai bambini e il 35,6% alle donne in gravidanza.

Il Censis evidenzia come, in questo quadro, non decolli la copertura vaccinale tra gli anziani. “La copertura vaccinale tra gli over 65 (per i quali la vaccinazione è offerta gratuitamente e somministrata prevalentemente dal medico di famiglia) nella scorsa stagione 2018-2019 ha raggiunto il 53,1% (dato pressoché invariato rispetto alla stagione precedente: 52,7%)”, spiega il Censis. “La graduale riduzione dal 2005-2006 in poi, periodo in cui la vaccinazione raggiunse il suo picco (68,3%), e la distanza dagli obiettivi del piano di copertura vaccinale possono dipendere dal grado di fiducia nel vaccino come strumento di prevenzione. A fronte del 32,7% degli italiani over 50 che afferma di fidarsi ‘molto’ delle vaccinazioni (e la fiducia aumenta al 38,9% tra i laureati e al 40,8% tra i 65-74enni), la maggioranza (il 53,2%) si fida «abbastanza», mentre il 14,1% ‘poco’ o ‘per niente’”.

“Pur essendo la vaccinazione il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze, molti italiani continuano a sottovalutarla, come emerge dalla nuova fotografia scattata dal Censis. Ma i dati sulle coperture ci dicono anche che talvolta manca in Italia una visione a medio e lungo termine della sfida che l’influenza rappresenta”, ha detto Mario Merlo, General Manager di Sanofi-Pasteur, divisione vaccini di Sanofi. Secondo il quale “programmare per tempo, anticipando ove possibile di qualche mese le fasi che vanno dall’approvvigionamento alla raccolta dei dati di copertura, renderebbe il sistema più virtuoso, garantendo a tutti i cittadini la possibilità di proteggersi da una patologia che ogni anno miete migliaia di vittime. I dati del Censis evidenziano la necessità di informare meglio i cittadini sui reali pericoli dell’influenza attraverso una comunicazione scientifica semplice e chiara”.

“Nell’atteggiamento verso la vaccinazione antinfluenzale, ormai universalmente conosciuta come la principale strategia di difesa dall’influenza, emerge il tema chiave della propria personale percezione del rischio”, ha detto Ketty Vaccaro, Responsabile dell’Area Welfare e salute del Censis. “Alla consapevolezza condivisa dalla maggioranza degli over 50 che l’influenza può rivelarsi una malattia grave per anziani e cronici, si associa una quota ancora maggiore (il 58%) che non la teme, anche tra i più anziani. Prevale, infatti, una concezione soggettiva dell’età e della propria vulnerabilità alla malattia che impatta sull’approccio personale verso la vaccinazione e sulla scelta di vaccinarsi”.

24 ottobre 2019
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