Sanità integrativa. Trend in crescita per le Società di mutuo soccorso: +7,8% dal 2016
Il 42% delle Sms attive prevedono incrementi della base associativa e il 61% svolge attività socio sanitaria. Erogate prestazioni e sussidi socio sanitari e assistenziali ai propri soci per un valore complessivo di 141 milioni di euro, pari al 63,3% dei contributi raccolti. Presentata oggi la seconda indagine. LA RICERCA
10 APR - Bilancio in crescita per il settore delle Società di mutuo soccorso (Sms). Quella attive, che svolgono attività non occasionali, sono ad oggi 532, con un trend in aumento del 7,8% rispetto al 2016. Un settore che guarda anche al futuro con ottimismo: il 42% delle Sms prevedono incrementi della base associativa con valore in aumento del 4% negli ultimi due anni circa. Soprattutto è il settore socio sanitario a vedere accresciuto il suo appeal: il 61% di quelle che svolgono attività in questo ambito, dichiarano un aumento di soci del 51%, contro il 26% del campione generale (+8%)
Nell’ultimo anno le Sms hanno erogato prestazioni e sussidi socio sanitari e assistenziali ai propri soci beneficiari per un valore complessivo di 141 milioni di euro pari al 63,3% dei contributi raccolti.
A scattare la fotografia Società di Mutuo Soccorso è una
seconda indagine dell’Associazione Isnet, per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali in Italia, in partnership con Confcooperative Salute, Fimiv e Ansi, presentata oggi a Roma. Una ricerca che amplia e aggiorna i dati della
prima ricerca svolta nel 2016.
La ricerca avviata nel 2018 è stata realizzata dall’Associazione, nell’ambito degli approfondimenti tematici dell’Osservatorio nazionale sull’impresa sociale e ha costituito il primo Panel nazionale con 200 Sms rappresentative della popolazione statistica, consentendo così la possibilità di effettuare analisi periodiche e verifiche dell’impatto sociale generato, utili anche per le politiche e le azioni di governo.
I numeri dell’indagine. In totale sono 995 le Sms in Italia (-121 rispetto al 2016) e 532 quelle attive, ossia con soci che versano quote annuali, svolgono attività non occasionali e a beneficio dei soci e impiegano le quote versate. Il 49% è distribuito nelle Regioni del Nord Ovest, il 15,5 nel Nord Est, il 18,5% in quelle del Centro e il 17% nel Sud. Il 69,5% è iscritto alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (Cciaa) in aumento rispetto al 2016 (+9%). A crescere sono le Sms che operano nell’ambito del settore socio sanitario: sono passate dal 54,5% del 2016 al 61% nel 2018. Tra queste, la raccolta dei contributi associativi nel 2017 è stata di 223 mln di euro con un valore delle erogazioni socio sanitarie e assistenziali pari a 141 milioni di euro.
Le Società di mutuo soccorso, ricorda una nota dell’Isnet, sono le prime libere organizzazioni che fin dall’Ottocento hanno realizzato su base volontaria forme di tutela dei lavoratori e dei cittadini, innescando forme di reciprocità e di mutuo aiuto, rappresentando una prima espressione di welfare generativo e co-partecipato tra i soggetti coinvolti: “Un modello oggi più che mai attuale, con una società alle prese con bisogni crescenti, e alla ricerca di risposte adeguate anche in ambito socio sanitario. In questo scenario, le Sms, che favoriscono l’integrazione tra soggetti pubblici e privati, rappresentano un modello che punta a garantire forme di tutela e risposte personalizzate ai bisogni dei cittadini”.
“I dati dell’indagine dimostrano che la comunità mutualistica è sempre più ampia, marcando la specificità del sistema in chiave integrativa e non sostitutiva del sistema pubblico – ha detto
Laura Bongiovanni, Presidente dell’Associazione Isnet e curatrice della ricerca – la salute non è un business, ma un bisogno che necessita di risposte ispirate a modelli di welfare generativo, di prossimità, capace di creare meccanismi di co-partecipazione. Nelle Società di mutuo soccorso il cittadino è un socio, non un cliente”. Anche la Riforma del Terzo Settore ha riconosciuto l’importanza del loro ruolo, includendo le Società di Mutuo Soccorso tra gli Ets (Enti di Terzo Settore) in ragione della loro missione sociale.
“Il tema della mutualità e quindi della solidarietà – ha affermato
Placido Putzolu, presidente Fimiv – sta recuperando valore. I soggetti del terzo settore, come le Società di mutuo soccorso, che operano nella economia sociale non profit, rappresentano infatti un elemento imprescindibile per la costruzione di un welfare comunitario efficace, sostenibile e di qualità”.
“Ciò che emerge dall’indagine è la conferma della grande attualità di questi enti – ha dichiarato
Luciano Dragonetti, Vice presidente Ansi – le Mutue sono state il vettore del progresso in una epoca povera di welfare, povera di previdenza e di diritti costituzionali. Oggi sono un veicolo di buone abitudini che fanno riscoprire valori come la partecipazione, la condivisione, l’appartenenza”.
“Le 532 realtà attive indicano l’evidenza di un movimento mutualistico vivo e pervasivo nelle comunità – ha aggiunto
Michele Odorizzi, Vicepresidente Confcooperative Sanità – anche quelle più remote del nostro Paese. Un potenziale enorme che abbiamo la responsabilità di rilanciare al servizio delle persone e a sostegno di una idea di società coesa e inclusiva”.
10 aprile 2019
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