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Usa. Le strategie di Trump per abbassare il prezzo dei farmaci

di Mauro Quattrone

Per contrastare la politica della lievitazione indiscriminata dei prezzi dei farmaci il presidente ha sostenuto il proposito di dar corso a tutte le proposte politiche per abbassarli compresa l'importazione massiccia di farmaci dal Canada. Ma sarà capace il nuovo responsabile del dicastero della sanità Alex Azar che ha trascorso dieci anni a difendere il colosso industriale farmaceutico Eli-Lilly a far decollare le aspettative ribassiste del Presidente?

21 NOV - Quale futuro per l’industria farmaceutica americana? Questo era il titolo di un mio articolo pubblicato da questo Quotidiano il 18 gennaio 2017. L'articolo descriveva il primo intervento (11 Gennaio 2017) di indirizzo sanitario che il Presidente americano ha pronunciato alcuni giorni dopo l'insediamento alla Casa Bianca. Trump sferrava un dura requisitoria nei confronti della Big Pharma americana partendo da dati obiettivi che erano stati già evidenziati durante la sua campagna elettorale.

Le sue accuse riguardavano il costo eccessivo che il popolo americano doveva pagare per le prescrizioni dei farmaci, milioni di persone non potevano permettersi i farmaci di cui avevano disperatamente bisogno. Ma allo stesso tempo constatava che le case farmaceutiche facevano affari d'oro delocalizzando la loro produzione in paesi terzi, questo senza alcuna ricaduta positiva sui costi di produzione e vendita oltremodo gli amministratori di queste società guadagnavano pacchetti di compensi esorbitanti.

Nella sua requisitoria, il Presidente aveva evidenziato che gli stessi farmaci venduti e commercializzati in paesi esterni avevano un prezzo molto inferiore e per questo, aveva previsto la possibilità di “un mercato parallelo” di tipo di europeo , con la possibilità di importare o reimportare farmaci da paesi terzi : Europa, Canada ed Australia.

Non bisogna dimenticare che lo spread, calcolato in uno studio in sede europea, tra un paniere di centocinquanta prodotti farmaceutici dello stesso tipo (generici, brand e brevettati) commercializzati in Europa e negli Stati Uniti si attestava negativamente per gli USA intorno al più 120-130%.
Altro punto qualificante del discorso di Trump riguardava i flussi finanziari che la Big Pharma metteva in campo per influenzare le scelte dei politici, in campo di legislazione farmaceutica, nel Congresso americano.

"C'è una lobby molto aggressiva che sta trovando tutti i mezzi per contrastare qualsiasi riforma di un sistema che ha prodotto profitti molto redditizi",
Di recente il New York Times ha pubblicato un rapporto che stima la somma che le industrie farmaceutiche e dei prodotti sanitari hanno speso per attività di lobbismo nella prima metà del 2017 .Questa è uguale a $ 145 milioni , secondo uno studio condotto dal Center for Responsive Politics.

Ha fatto, di recente, discutere, nei media americani, un provvedimento del Congresso che impegnava senatori bipartisan a presentatore un emendamento alla finanziaria 2018 che prevedeva solamente la possibilità di avviare trattative con le istituzioni sanitarie canadesi per la determinazione dei prezzi e l'ipotesi di importazioni di farmaci. Al termine della discussione al voto favorevole sono mancati all'appello i consensi di tredici senatori democratici , tutti e tredici i senatori è stato evidenziato dai media erano sul libro paga dell'industria farmaceutica.

Sulla contrarietà dell'importazione dei farmaci si sono anche mosse due importanti gruppi farmaceutici che hanno scritto al presidente Trump nel tentativo di impedire una legislazione che consenta un libero mercato frontaliero che faciliti l'importazione di farmaci negli Stati Uniti , senza approvazione della FDA. La National Association of Chain Drug Stores (NACDS) e l'American Pharmacists Association (AphA) hanno ribadito che un provvedimento legislativo non appropriato porterebbe a un afflusso di farmaci non sicuri.

Le importazioni autorizzate dalla FDA rappresentano circa il 20% del valore del mercato complessivo statunitense dei farmaci.

Le stime di BioPharmaDive individuano che il 40% di tutti i farmaci generici negli Stati Uniti proviene dall'India. Nelle classifica degli esportatori , nelle prime posizioni risultano Cina ed India, in seconda posizione Canada e tra le nazioni europee Inghilterra e Germania.

Se analizziamo la politica sanitaria sin qui proposta dalla presidenza Trump riscontriamo che sono due gli obiettivi da perseguire in via primaria.
Il primo riguarda una “deregulation”dell'attuale S.S.Americano, non più basato sull'odierno impianto assistenziale e di prevenzione di tipo para pubblico (Affordable Care Act), questo dovrebbe essere sostituito da un sistema meno garantista, con minori fasce di assistiti protetti ed curati ed una maggiore flessibilità nella determinazione dei costi assicurativi.

L'altro obiettivo, che fa parte della stessa medaglia, è quello di una drastica riduzione dei costi e della spesa familiare per farmaci sostenuta dai consumatori americani.

Lo scopo, come possiamo comprendere, è quello di compensare la contrarietà di una parte dell'opinione pubblica nazionale e del suo stesso partito nei confronti della contro riforma sanitaria, con dei provvedimenti efficaci che possano incidere sul reddito familiare e sul risultato elettorale di medio termine del 2018.

Come raggiungere tale obiettivo? Il Memorial Sloan Kettering Cancer Center pubblica periodicamente “ un catalogo di idee” che possono portare ad una riduzione dei prezzi. Le proposte includono l'autorizzazione di importazioni più economiche da altri paesi sviluppati per farmaci già immessi in commercio ed autorizzati dall'ente centrale di controllo ; l'autorità governativa dovrebbe negoziare il prezzo delle medicine coperte da Medicare: si dovrebbe richiedere la notifica da parte delle aziende farmaceutiche prima che aumentino i prezzi; limitare gli annunci di farmaci indirizzati ai consumatori ; le aziende dovrebbero schedulare e controllare i costi di produzione dei farmaci; dovrebbe attuarsi il divieto di brevettare le pillole che semplicemente modificano le medicine esistenti senza significativi benefici clinici e adeguare i prezzi solo in base all'efficacia di un farmaco.

Ai buoni propositi e ai diktait presidenziali, sin qui proposti, non è stato raggiunto alcun obiettivo La contro riforma sanitaria non decolla ed il prezzo dei farmaci non diminuisce Ha fatto discutere molto l'opinione pubblica americana, in questo periodo ( I semestre 2017) l'indiscriminato aumento dei costo di alcuni farmaci senza una benché minima motivazione, Durante una notte il prezzo del farmaco salvavita chiamato Daraprim è passato da $ 13,50 a $ 750 con un aumento moltiplicativo del 55,6 volte del prezzo di partenza.

Per contrastare la politica della lievitazione indiscriminata dei prezzi lo stesso Presidente Trump ha sostenuto, in un recente discorso nel mese di Novembre,il proposito di dar corso a tutte le proposte politiche per abbassare i prezzi dei farmaci compresa l'importazione massiccia di farmaci dal Canada. Ma sarà capace il nuovo responsabile del dicastero della sanità (Health Human Service ) Alex Azar che ha trascorso dieci anni a difendere il colosso industriale farmaceutico Eli-Lilly nelle sue tattiche di determinazione dei prezzi a far decollare le aspettative ribassiste del Presidente Trump?

Mauro Quattrone
Collaboratore Agenas 


21 novembre 2017
© Riproduzione riservata


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