Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 22 NOVEMBRE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Nuovo studio della Cgia di Mestre. Al Sud quasi una persona su 2 è a rischio di povertà. E il divario con il Nord del Paese aumenta


Daagli anni pre crisi (2007) è ulteriormanete aumentato il gap in termini di Pil tra le due aree del Paese. Un cittadino del Meridione ha un differenziale di 14.905 euro rispetto a un connazionale che vive nelle regioni settentrionali.  Ma non basta, anche in termini di occupazione il divario fra i tassi di Nord e Sud è del 22,5% a sfavore del Mezzogiorno. E il rischio di povertà è del 46,4% al Sud e del 17,4% al Nord. LO STUDIO COMPLETO.

24 GIU - Nord e Sud sempre più divisi. Non solo per quanto riguarda la salute, ma anche dal divario economico e sociale: in termini di Pil pro-capite, ad esempio, se nel 2007 (anno pre-crisi) il gap tra Nord e Sud del Paese era di 14.255 euro (nel Settentrione il valore medio era di 32.680 e nel Mezzogiorno di 18.426 euro), nel 2015 (ultimo anno in cui il dato è disponibile a livello regionale) il differenziale è salito a 14.905 euro (32.889 euro al Nord e 17.984 al Sud, pari ad una variazione assoluta tra il 2015 e il 2007 di +650 euro).
 
L’analisi è dell’Ufficio studi della CGIA che ha messo a confronto i risultati registrati da 4 indicatori: Pil pro capite;  tasso di occupazione; tasso di disoccupazione; rischio povertà o esclusione sociale.
 
Per quanto riguarda il Pil, al Sud le variazioni percentuali più negative si sono registrate in Sardegna (-2,3 %) in Sicilia (-4,4 %), in Campania (-5,6%) e in Molise (-11,2%). Buona, invece, la performance della Basilicata (+0,6%) e della Puglia (+0,9%).
 
Sul fronte del mercato del lavoro le cose non sono andate meglio. Se nel 2007 il divario relativo al tasso di occupazione era di 20,1 punti a vantaggio del Nord, nel 2016 la forbice si è allargata, registrando un differenziale di 22,5 punti percentuali (variazione +2,4%). Nella graduatoria regionale spicca la distanza tra la prima e l’ultima della classe.
 
Nel 2016 la percentuale di occupati a Bolzano era del 72,7%, in Calabria si attestava al 39,6% (gap di oltre 33 punti). La divaricazione più importante, tuttavia, emerge dalla lettura dei dati relativi al tasso di disoccupazione. Nel 2007 era del 7,5%, nel 2016 è arrivata a 12 (+4,5% di differenza).
Sebbene tutte le Regioni d’Italia abbiano visto aumentare in questi ultimi 9 anni la percentuale dei senza lavoro, spiccano i dati della Campania e della Sicilia (entrambi con +9,2%) e, in particolar modo, della Calabria (+12%).
 
Anche in materia di esclusione sociale, infine, la situazione è peggiorata. Nel 2007 la percentuale di popolazione a rischio povertà nel Sud era al 42,7%, nel 2015 (ultimo anno in cui il dato è disponibile a livello regionale) è salita al 46,4%. In pratica quasi un meridionale su due si trova in gravi difficoltà economiche. Al Nord, invece, la soglia di povertà è passata dal 16 al 17,4%. La differenza tra le due ripartizioni geografiche è aumentata quindi in questi 8 anni del 2,2 per cento.
 
Oltre a tutto questo, è necessario rendere più efficiente la Pubblica amministrazione del Mezzogiorno. Come ha dimostrato uno studio della Commissione europea (ANTICORP) - che ha monitorato la qualità dei servizi pubblici ricevuti, l’imparzialità con la quale vengono assegnati e il livello di corruzione - tra le 206 regioni d’Europa prese in esame, ben 7 realtà territoriali del Mezzogiorno si collocano nelle ultime 30 posizioni: la Sardegna al 178° posto, la Basilicata al 182°, la Sicilia al 185°, la Puglia al 188°, il Molise al 191°, la Calabria al 193° e la Campania al 202° posto.
 
“Con una Pa di questo livello – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – gli effetti negativi si fanno sentire anche nel privato. Come sostiene uno studio dell’Ocse, dove l’efficienza della macchina pubblica è più bassa, questo contribuisce enormemente ad abbassare il livello di produttività del settore manifatturiero. E il Sud d’Italia, tra tutti i paesi monitorati, è tra le realtà dove questa relazione è più evidente. Pertanto, il Sud si rilancia anche rendendo più efficienti i servizi offerti dagli enti locali, in modo che siano sempre più centrali per il sostegno della crescita, perché migliorare i servizi vuol dire elevare il prodotto delle prestazioni pubbliche e quindi il contributo dell’attività amministrativa allo sviluppo del territorio in cui opera”.
 


24 giugno 2017
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy