Ocse: “Un quinto della spesa sanitaria usato male: pochi generici, troppi cesarei, ricoveri inutili e accessi anomali al pronto soccorso”
Tra sprechi, inefficienze e corruzione i sistemi sanitari perdono per strada un quinto delle risorse. E i numeri sono inquietanti: un paziente su dieci nei paesi OCSE è inutilmente danneggiato presso il punto di cura. E ancora: più del 10% della spesa ospedaliera viene impiegata per correggere gli errori medici prevenibili o infezioni che le persone prendono negli ospedali. Senza contare i ritardi sui generici e l'eccessivo uso degli antibiotici. LO STUDIO
10 GEN - “Le stime attuali indicano che un quinto della spesa sanitaria potrebbe essere incanalato verso un uso migliore”. A dirlo è un nuovo rapporto dell’Ocse
Tackling Wasteful Spending on Health che analizza come affrontare le spese inutili sulla salute che avvolgono i sistemi sanitari.
Il Report evidenzia come “in tutti i paesi dell'OCSE, una quota significativa della spesa sistema di assistenza sanitaria e le attività sono uno spreco nella migliore delle ipotesi, e nel peggiore dei casi possono danneggiare la nostra salute”.
E i numeri sono inquietanti: un paziente su dieci nei paesi OCSE è inutilmente danneggiato presso il punto di cura. E ancora: più del 10% della spesa ospedaliera viene impiegata per correggere gli errori medici prevenibili o infezioni che le persone prendono negli ospedali.
Ma non solo: un bambino su tre nasce con il taglio cesareo, mentre le indicazioni mediche suggeriscono che il tasso dovrebbe essere 15% al massimo. Nel frattempo, la penetrazione sul mercato di farmaci generici è ancora bassa ed eterogenea (tra il 10-80% in tutti i paesi OCSE). E il problema anche la percezione della corruzione: un terzo dei cittadini considera il settore sanitario essere corrotto.
Volendo fare una summa, secondo alcune stime si evidenzia poi come più del 20% della spesa totale negli Stati Uniti sia assorbita dagli sprechi.
Da notare anche un dato preoccupante e di stringente attualità per il nostro Paese dove risulta che il 20% degli accessi al Pronto soccorso sono impropri.
“Molti pazienti – si legge nel report - ricevono cure inutili o di scarso valore. Una parte considerevole di ricoveri di emergenza avrebbe potuto essere trattata altrettanto bene o meglio affrontata in un ambiente di assistenza primaria o anche gestito dai pazienti stessi, con adeguata educazione. Grandi variazioni di fondo sulle prescrizioni di antibiotici rivelano poi eccessivi consumi, portando a finanziarie sprechi e contribuendo allo sviluppo della resistenza antimicrobica. Il potenziale per i farmaci generici rimane sottoutilizzata. Infine, una serie di processi amministrativi non aggiungono alcun valore, e il denaro è perso per frode e corruzione”.
“Nel momento in cui i bilanci pubblici sono sotto pressione in tutto il mondo tutto ciò è allarmante – rileva l’Ocse - i governi potrebbero spendere molto meno per l'assistenza sanitaria e migliorare per giunta la salute dei pazienti”.
Nella sua denuncia l’Ocse sostiene che “gli sforzi per migliorare l'efficienza della spesa sanitaria non sono abbastanza buoni”. E nel report suggerisce anche delle ricette: Ridurre interventi inutili, incoraggiare l’uso di farmaci generici, lo sviluppo delle nuove competenze degli infermieri, sistemi di Hta, sburocratizzazione per esempio.
“Naturalmente – sottolinea l’Ocse - questo programma è complesso e difficile. Ma l'assistenza sanitaria è indiscutibile. E ora è il momento di agire su di essa”.
L.F.
10 gennaio 2017
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Studi e Analisi
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy