Eterologa. “In Italia diritto di pochi. E il pubblico è praticamente inaccessibile”. L’inchiesta dell’Ass. Coscioni
La denuncia nella videoinchiesta ‘Il seme della discordia’. “Tra ostacoli burocratici, mancanza di donatori e resistenze politiche, l'accesso all’eterologa nel nostro Paese resta ancora un diritto per pochi, mentre sono sempre di più coloro che ricorrono a metodi "fai-da-te"”. IL TESTO - VIDEO
21 APR - “Sono trascorsi già due anni dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40, eppure l’applicazione di tali tecniche nel pubblico è pressoché nulla. Tra ostacoli burocratici, mancanza di donatori e resistenze politiche, l'accesso all’eterologa nel nostro Paese resta ancora un diritto per pochi, mentre sono sempre di più coloro che ricorrono a metodi "fai-da-te"”. È questo il quadro allarmante che emerge dalla videoinchiesta dell’Associazione Luca Coscioni "Il seme della discordia”, realizzata da Elvira Zaccari e Filippo Poltronieri per FaiNotizia, il format di inchieste partecipative di Radio Radicale.
L'inchiesta è stata presentata oggi in una conferenza stampa alla Camera dei deputati dagli autori e dal segretario dell’Associazione Coscioni, Filomena Gallo.
“A 2 anni dalla cancellazione – ha detto Gallo - del divieto di applicazione di tecniche eterologhe la situazione in Italia è di una gravità assoluta. Nonostante tutte le strutture autorizzate ad applicare la fecondazione assistita, sia pubbliche che private, possano procedere già dal maggio 2014, di fatto l'eterologa in Italia è applicata solo in pochi centri pubblici e con lunghissime liste di attesa. Il principio di garanzia di accesso alle cure non è rispettato e ciò a causa della mancanza di volontà politica. E’ bene ricordare infatti che, sebbene a dicembre del 2014 il ministro della Salute abbia annunciato l'aggiornamento dei LEA, fermi al 2001, a oggi non c’è stato alcun aggiornamento e non ci sono fondi per eseguire le tecniche di PMA a carico del SSN nelle strutture pubbliche. Da maggio del 2014 nessuna campagna informativa è stata predisposta dal ministero sulla donazione di gameti. Sempre il ministro della Salute ha poi consentito che il Centro Nazionale Trapianti violasse per tre mesi l'anonimato dei pochi donatori e delle famiglie che hanno avuto accesso a queste tecniche, senza prendere alcun provvedimento”.
“Come Associazione Luca Coscioni - ha aggiunto - stiamo procedendo sia con diffide per interruzione di servizio nei confronti delle aziende ospedaliere che non garantiscono l'applicazione dell'eterologa, anche attivando convenzioni con l'estero per il reperimento di gameti, sia con azioni nei confronti delle istituzioni responsabili per il rimborso delle cure, che in assenza di servizio pubblico vedranno l'accesso nelle strutture private. Alla vigilia della prima Giornata nazionale della salute della donna promossa dal Ministero, chiediamo al governo come intenda garantire la salute delle donne e delle coppie che non riescono ad accedere a trattamenti medici per responsabilità dello stesso Ministro della salute, che in due anni non è riuscito, nell'aggiornamento delle linee guida, neppure a indicare il numero di donazioni per donatore sul modello francese e inglese, come indicato nella sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di eterologa. Il ministro della Salute è il ministro di tutti i cittadini, fertili e non, non può applicare politiche che rendono impossibile per tante persone accedere a trattamenti medici, che potrebbero far nascere bambini e anche nuove famiglie. Sono violati diritti fondamentali”, ha concluso Filomena Gallo.
Ad aprire la conferenza stampa la testimonianza toccante di Maria Elena, 44enne di Padova (Leggi storia), che ha raccontato la propria esperienza, difficile ed embleamatica, con la fecondazione eterologa.