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Asma: In Italia ne soffre un bambino su 10. E le allergie sono in aumento soprattutto per chi vive in città. Ecco il focus del Ministero


In Italia circa il 10% degli under 14 soffre di asma. Mentre per quanto riguarda le allergie esse sono aumentate nei bambini di circa il 5%. Più penalizzato chi vive nelle aree metropolitane. I costi legati all’asma assorbono l’1-2% della spesa sanitaria. Da GARD-Italy ecco numeri, consigli, raccomandazioni per pazienti e professionisti. IL DOCUMENTO

16 LUG - In Italia, 2002 si è stimata una prevalenza dell’asma del 9% e del 10% in bambini di 6-7 anni e di 13- 14 anni, equivalente a 2-3 bambini/adolescenti che soffrono di questa patologia presenti in una classe; inoltre, è riportato che la frequenza di asma e sintomi asmatici è maggiore nei bambini italiani rispetto ai bambini figli di migranti e, tra questi, la frequenza è più bassa in coloro che vivono in Italia da meno tempo. Inoltre, per quanto riguarda la prevalenza della rinite (con sintomi negli ultimi 12 mesi) nell’intervallo di tempo di 7 anni tra le 2 indagini epidemiologiche del 1995 e del 2002, riportano un trend in aumento di +5.2% (da 13.8% a 18.9%) e di +4.1% (da 31.6% a 35.1%) rispettivamente nei bambini 6-7 anni e negli adolescenti di 13-14, con maggiore incremento percentuale nelle popolazioni di entrambe le coorti residenti in aree metropolitane. Questi alcuni numeri evidenziati nel documento preparato dal Gruppo di Lavoro GARD-Italy , “Asma ed Allergie nel Bambino” composto dal Ministero della Salute e da numerose Società scientifiche. Un vero e proprio vademecum che evidenzia  numeri, consigli, raccomandazioni, l’uso corretto dei farmaci, l’educazione terapeutica, ruolo dei pediatri e molto altro.
 
“E’ necessario un cambiamento culturale nell’ambito – si legge nell’introduzione - non solo delle conoscenze degli operatori sanitari, ma anche nell’ambito dell’educazione terapeutica dei pazienti e delle famiglie. Il presente documento intende analizzare le criticità esistenti cercando di indicare la modalità per affrontarle”.
 
Asma. Nel mondo colpisce 300 mln di persone. In  Italia ne soffrono il 10% degli under 14
Nel mondo, più di 300 milioni di persone soffrono di asma, diagnosticata in oltre il 10% della popolazione pediatrica dei paesi industrializzati con una stima di aumento a 400 milioni nel 2025. L’impatto della malattia è stimato in circa 15 milioni di giorni di vita in buona salute perduti annualmente (disability-adjusted life-years, DALY), pari a circa l’1% di tutti i DALYs. I dati forniti dalla OMS nel 2010 in 28 paesi europei indicano che circa 78 milioni di bambini di 0- 14 anni sono affetti da asma, con una prevalenza di circa 5 milioni di pazienti con asma e 167000 ammissioni ospedaliere per anno e circa 40 morti/anno. Sulla base dello studio ISAAC III (2007), la prevalenza di respiro sibilante nella coorte di bambini di età 6-7 anni e 13-14 anni non risulta aumentata in molte aree della Europa occidentale; invece, un aumento è stato registrato nella maggior parte delle aree dell’Europa Orientale.
 
In Italia, lo Studio SIDRIA-2 nel 2002 ha stimato una prevalenza dell’asma del 9% e del 10% in bambini di 6-7 anni e di 13- 14 anni, equivalente a 2-3 bambini/adolescenti che soffrono di questa patologia presenti in una classe; inoltre, è riportato che la frequenza di asma e sintomi asmatici è maggiore nei bambini italiani rispetto ai bambini figli di migranti e, tra questi, la frequenza è più bassa in coloro che vivono in Italia da meno tempo. Lo Studio SIDRIA-2 riporta una frequenza di asma grave di 1.6% e 2.3%, rispettivamente nei bambini e negli adolescenti . Globalmente, si stima che la mortalità causata dall’asma sia di 1 su ogni 250 morti. I dati recenti (2004-2010) dell’OMS per bambini 0- 14 anni mostrano che la mortalità per asma è generalmente bassa in Europa con piccole differenze tra nazioni. In Italia, così come in altri paesi occidentali, la mortalità per asma è bassa e si è progressivamente ridotta tra il 1994 e il 2005.
I costi dell’asma sono molto elevati ed includono quelli diretti, derivanti dall’uso delle medicine e dei servizi sanitari, e quelli indiretti, connessi all’assenteismo scolastico dei bambini affetti, che aumenta con la gravità dell’asma, e al numero dei giorni di lavoro utilizzati dai Genitori per l’assistenza al figlio. In Europa il costo totale dell’asma nel 2003 è stato pari a 17.7 miliardi di euro, con una stima dei costi di 9.8 miliardi di euro, da imputare alla perdita di produttività, come conseguenza dello scarso controllo della malattia. I costi diretti dell’asma bronchiale (dal 1999 riconosciuta nella lista delle malattie croniche ed invalidanti ai sensi del DM 329/99) costituiscono tra l’1 ed il 2% della spesa sanitaria italiana complessiva; i costi indiretti rappresentano oltre il 50% dei costi complessivi, includendo anche il 31% delle assenze scolastiche che causano assenze dal lavoro per i genitori, a cui vanno aggiunti i costi in termini di disagio/qualità della vita del paziente e della sua famiglia. Il Libro bianco 2011 riporta che nel 2007 l'asma era tra i primi 10 DRG medici per numerosità di dimissioni nella fascia di età 0-17 in regime di ricovero ordinario. Negli anni 2009–2011 il numero delle ospedalizzazioni per asma è stato di 14.389 (tasso annuale medio 0.52 per 1000 abitanti) con ampia variabilità tra regioni (oltre 5 volte la media nazionale in Liguria e nelle regioni del Sud); in bambini di età 2-4 anni il rischio di ospedalizzazioni è 14 volte più alto che negli adolescenti, si riduce a 4 nei bambini di età 5-9 anni e ad 1.1 in quelli di 10-14 anni. Nel 2012 la Regione Europea dell'OMS ha riportato per l'Italia 6292 casi di dimissione ospedaliera per asma in bambini di età
 
Rinite allergica. Trend in aumento in bambini e adolescenti. In special modo per chi vive nelle aree metropolitane
La RA è la forma più comune di rinite non infettiva, mostra una prevalenza fino al 40% in età pediatrica. Studi epidemiologici indicano che la prevalenza di RA è in continuo aumento in tutto il mondo e l’OMS ha stimato che 400 milioni di persone nel mondo soffrono di RA, pur considerando che il 45% circa dei pazienti non ha mai ricevuto la diagnosi di RA, con conseguente sottovalutazione della reale prevalenza della malattia. Dati ISAAC della III fase 2007 mostrano prevalenze di rinocongiuntivite negli ultimi 12 mesi variabili tra 1.8 e 24.2% nei bambini di 6-7 anni (mediana 8.5%) e tra 1 e 45% (mediana 14.6%) in quelli di 13-14 anni. Il numero di paesi in cui la RA sta aumentando supera quello in cui è stabile o in diminuzione. Circa l’80% degli individui diagnosticati con RA sviluppano sintomi prima dell’età di 20 anni.
 
Dati italiani dello Studio SIDRIA-2, riferiti ai cambiamenti temporali della prevalenza della rinite (con sintomi negli ultimi 12 mesi) nell’intervallo di tempo di 7 anni tra le 2 indagini epidemiologiche del 1995 e del 2002, riportano un trend in aumento di +5.2% (da 13.8% a 18.9%) e di +4.1% (da 31.6% a 35.1%) rispettivamente nei bambini 6-7 anni e negli adolescenti di 13-14, con maggiore incremento percentuale nelle popolazioni di entrambe le coorti residenti in aree metropolitane. Questi dati sottolineano che i fattori di rischio ambientali sono probabilmente i maggiori responsabili dei gradienti di prevalenza osservati. Tra gli altri fattori di rischio, occorre menzionare le condizioni socio-economiche, la dimensione familiare e l’ordine di genitura (essere primogenito), l’ambiente urbano, l’esposizione ad inquinanti ambientali outdoor ed indoor, l’esposizione a fumo di tabacco durante la gravidanza e nel primo anno di vita, l’esposizione agli allergeni perenni indoor, la storia personale di infezioni o di atopia, la nascita durante la stagione pollinica, il ritardo nella scolarizzazione (≥4anni), l’obesità, l’uso di farmaci, le variazioni climatiche. Numerosi studi hanno confermato che i pazienti con RA affrontano un costo molto elevato in termini di farmaci e di visite mediche. Negli USA i costi diretti per RA (visite mediche, test diagnostici, farmaci, immunoterapia, trattamento delle comorbidità) sono aumentati da 2,7 miliardi di dollari nel 1995 a 7,3 miliardi di dollari nel 2002, mentre i costi indiretti nel 2002 (assenteismo, ridotta produttività) sono stati stimati in 4,28 miliardi dollari, con un importo totale di 11.580 milioni dollari per lo stesso anno, ai quali aggiungere i 2 milioni di giorni–perduti di scuola che si verificano ogni anno a causa della RA.
 
La gestione delle patologie e l’Educazione terapeutica.
Ma non solo numeri, il Report fornisce anche consigli nella gestione dell’attacco d’asma. Per cui le prime cure dovranno essere avviate dal paziente (o da chi lo ha in carico), con successivo coinvolgimento della rete assistenziale, in base al criterio di gravità (118, Pronto Soccorso, Medici di assistenza primaria, Servizi territoriali).
Per quanto riguarda la gestione delle Rinite Allergica occorre considerare: La terapia farmacologica e l’Immunoterapia allergene specifica , nonché la compliance alla terapia.
 Altro aspetti toccato è quello dell’Educazione Terapeutica (ET) che è basata sulla Alleanza Terapeutica  e comprende le fasi di:  Diagnosi Educativa; Contratto Terapeutico;  Fase di Intervento della ET; Valutazione e conduce ad un miglioramento globale del sistema assistenziale per la presa in carico del bambino con asma e/o patologie respiratorie.
 
Il ruolo fondamentale dei pediatri.
 Il PLS è la prima figura di contatto tra la famiglia e il SSN. Inoltre, nNel passaggio dal PLS al MMG deve essere garantita la comunicazione/condivisione delle informazioni sanitarie e socio assistenziali. Il PLS/MMG fornisce alla famiglia le informazioni utili a permettere l’accesso alle prestazioni sanitarie e a sostegno del reddito previste per legge agli aventi diritto e approntare la documentazione necessaria.
 Il PLS/MMG favoriscono la gestione integrata del bambino/adolescente in collaborazione con gli specialisti e le varie figure sanitarie e socio assistenziali e l’attuazione di percorsi utili alla piena integrazione del bambino/adolescente in ogni ambito di vita con particolare riferimento alla scuola.

16 luglio 2015
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