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Alesina, Giavazzi e Robin Hood: “Facciamo pagare di più la sanità ai ricchi”

di Cesare Fassari

Ci risiamo. Dopo il loro articolo del 23 settembre scorso la rinomata coppia “Alesina e Giavazzi” torna a colpire. Questa volta il bersaglio è diretto. I tabù della sinistra restia a modificare lo Stato sociale. Ma dietro c'è sempre la solita ricetta. Una sanità per i ricchi e una per i poveri

13 DIC - “Dobbiamo ripensare più profondamente alla struttura del nostro Stato sociale. Per esempio, non è possibile fornire servizi sanitari gratuiti a tutti senza distinzione di reddito. Che senso ha tassare metà del reddito delle fasce più alte per poi restituire loro servizi gratuiti? Meglio che li paghino e contemporaneamente che le loro aliquote vengano ridotte”. Così Alberto Alesina e Francesco Giavazzi nel loro articolo sul Corriere della Sera del 23 settembre.
 
Oggi, sempre sul Corriere, cambiano (poco) le parole, ma restano identici i concetti (se non altro la coerenza dei due economisti è indubbia). “Lo Stato regala troppi servizi ai ricchi, ad esempio i servizi sanitari gratuiti a tutti senza distinzione di reddito. Ha senso tassare il 50% del reddito delle famiglie più alte per poi restituire loro servizi gratuiti?”, si chiedono pensosamente i due professori. “Non sarebbe meglio se quei servizi li pagassero, a fronte di una riduzione dell’imposizione fiscale?” E aggiungono, con una perfidia che neanche Robin Hood: “A fronte di una riduzione delle loro aliquote i ricchi dovrebbero pagare i servizi più del loro costo”.
 
E perché ciò non si fa, si chiedono a questo punto Alesina e Giavazzi? Per colpa dei “tabù della sinistra”.
Qui siamo veramente oltre l’immaginabile. Evidentemente il problema per il quale i “ricchi” non verrebbero massacrati (pagando di più il costo dei servizi sanitari) sta nel fatto che, senza saperlo, essi hanno dalla loro dei difensori strenui e incrollabili: quelli di sinistra e i loro rappresentanti.
 
Ma per favore! Cari professori non pensate che sia più serio presentare la vostra proposta in modo più trasparente, per quella che è? E cioè la proposizione di un sistema sanitario diviso in due, uno per i meno abbienti, pagato dalla fiscalità e l’altro per i più abbienti, pagato a parte con assicurazioni private?
Già ho avuto modo di dire che tale proposta è legittima, negli Usa funziona così da sempre e la riforma Obama ha solo mitigato l’assetto, ma consentiteci a noi “conservatori” (di sinistra, centro e destra) di obiettare a questa prospettiva senza demagogia.
 
Le ragioni del no sono semplici. I sistemi tipo Ssn costano meno e sono più efficaci. Sì, efficaci (l’effcienza è un altro discorso e riguarda parimenti il pubblico e il privato).
Ma questo discorso, nonostante i dati internazionali lo dimostrino puntualmente ad ogni report annuale, evidentemente non vi basta, considerando che vi sorvolate sopra con leggerezza eterea.
Per voi il punto è che lo Stato Sociale è vecchio, superato, a prescindere dai dati reali sulle sue performance.
 
Posta così, quindi, la discussione diventa, per colpa vostra, sempre e solo ideologica. Come sterilmente ideologici sono i vostri appelli contro i tabù, presunti, della sinistra.
 
Cesare Fassari

13 dicembre 2012
© Riproduzione riservata


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