Dalla prevenzione all’assistenza ospedaliera e quella territoriale con particolare attenzione per la transizione verso la digitalizzazione per un valore complessivo di circa 37 miliardi di euro. È questa infatti la cifra totale che si ottiene sommando tutte le risorse stanziate dal Pnrr Salute nei vari paesi europei.
E le differenze non mancano. C’è chi investe sulla sanità 354 milioni di euro come la Croazia e chi circa 1 milione di euro come il piccolo Lussemburgo. Mettono invece sul piatto 1,1 miliardi il Portogallo, 1,5 la Grecia, e 1,7 miliardi la Spagna. Su quello dell’Italia ci sono in totale ben 16,3 miliardi di euro che la posizionano davanti alla Francia con 4,5 miliardi, alla Germania con 4,4 miliardi e alla Romania con 2,8 mld, ponendola in testa ai Paesi con maggiori investimenti dedicati alla sanità nell‘ambito del Pnrr.
A fotografare gli investimenti in sanità, ma anche i punti chiave dei 22 Piani di Ripresa e Resilienza dei Paesi Ue è l’Agenas che in un documento di sintesi punta i riflettori sulle raccomandazioni specifiche adottate dagli Stati membri.
L’analisi trae origine dal Rapporto “Recovery and Resilience Scoreboard - Thematic Analysis Healthcare (dicembre 2021)” della Commissione Europea link 16 ma, avverte Agenas, “alcuni dati potrebbero essere stati aggiornati in seguito alle recenti modifiche apportate ai Piani”.
Per l’assistenza sanitaria ci sono, complessivamente, circa 37 miliardi di euro, l’8% della spesa totale dei Piani.
Agenas fornisce nella sua analisi una sintesi della sfide principali da affrontare nei Paesi Ue. Tra gli obiettivi comuni la prevenzione, l’assistenza ospedaliera e quella territoriale con particolare attenzione per la transizione verso la sanità digitale. Ma ogni Stato punta spesso anche ad obiettivi diversificati.
Qualche esempio? Tra le sfide principali che l’Italia si è data c’è il potenziamento della capacità del Ssn di dare risposta alle tendenze demografiche ed epidemiologiche; migliorare e modernizzare l’infrastruttura strutturale e tecnologica per migliorare efficienza e qualità dell’assistenza sanitaria; ed anche sviluppare le competenze tecniche e professionali, tra cui quelle digitali e manageriali, del personale sanitario. E ancora il nostro Paese punta a potenziare Adi e telemedicina e più in generale l’assistenza territoriale e promuovere la ricerca.
La Germania guarda invece alla piena implementazione ed espansione del Sistema Tedesco di segnalazione e informazione elettronica per il controllo delle infezioni (sistema che può essere utilizzato nel contesto delle pandemie) e a garantire che i sistemi informativi siano coerentemente interoperabili su tutti i livelli. Ma tra i punti chiave figurano anche il miglioramento delle aree degli ospedali come la digitalizzazione dei pronto soccorso, l'espansione della telemedicina, il miglioramento della gestione dei farmaci e la sicurezza delle informazioni.
Anche la Francia punta a migliorare ospedali, strutture medico-sociali e alla cooperazione tra gli attori sanitari. E più in generale all’implementazione della trasformazione del Sistema sanitario per riequilibrare l’offerta di assistenza sanitaria in tutto il Paese e organizzare l'assistenza locale. Tra le sfide, come gli altri Paesi, c’è poi il rafforzamento dei servizi sanitari digitali e il sostengo alla ricerca biomedica e al miglioramento delle pratiche mediche.
E la necessità di potenziare le carriere del personale sanitario è tra i punti chiave da sostenere.
Ester Maragò