L’87% dei medici e dirigenti sanitari coinvolti nel sondaggio Anaao Assomed, realizzato su un campione rappresentativo di camici bianchi, ha dichiarato di non riuscire ad avere una vita personale soddisfacente, affiancato dal 96,5% che reputa di essere sottoposto a un eccessivo carico lavorativo, fino a ben il 72% dei responders che ha pensato di lasciare l’attuale posto di lavoro nel Ssn per trasferirsi all’estero, passare alla Medicina Generale o andare a lavorare nel privato.
“Quest’ultimo dato, confermato anche dai numeri pubblicati oggi dall’Istat, è un indice molto allarmante – spiega Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed - di molto superiore anche alle percentuali pubblicate di recente dallo studio del McKinsey Health institute svolto in 30 paesi. Tale indice testimonia come non sia il lavoro medico in generale a non essere più attrattivo, ma come non lo sia più la vita ospedaliera, scandita da guardie e reperibilità in corsia e in sala operatoria. Tale tendenza va di pari passo con i trend osservati nell’assegnazione delle borse specialistiche, che vede il rapido esaurimento dei posti nelle specialità più spendibili fuori dal Ssn, come cardiologia, dermatologia, pediatria, oculistica, neurologia, chirurgia plastica, gastroenterologia, endocrinologia, ginecologia, a fronte del calo di appeal che si traduce in mancata assegnazione dei posti che costringono alla 'vita ospedaliera' in specialità che offrono, di fatto, meno possibilità e prospettive nel privato”.
La gravidanza non è sostituita nell’85% dei reparti degli intervistati. Solo per il 3% è sostituita entro i due mesi e per il 12% dopo oltre due mesi. Questo dato, seppur grave, non è sorprendente, considerato che, in relazione alla carenza di medici, vanno spesso deserti bandi per contratti a tempo indeterminato in tutta Italia, rendendo non disponibili graduatorie utilizzabili.
La quasi totalità dei partecipanti al sondaggio (96,5%) dichiara di essere sottoposto a un eccessivo carico lavorativo, dato in peggioramento rispetto al 91,9% della Survey precedente. Tra questi oltre la metà (il 56%) lamenta un carico decisamente elevato dichiarando di essere vicino al “burn out”. Burn out facilmente comprensibile, considerato che l’attività lavorativa in corsia pare minare bisogni primari, quali “il rapporto con partner/figli”, difficoltà denunciata dal 64,5% dei responders mentre arriva a ’87%, in netto aumento rispetto all’80% del 2014, la percentuale di chi dichiara di non riuscire ad avere una vita personale soddisfacente.
“Il nuovo Ccnl – dichiara Di Silverio - potrà contribuire a migliorare alcune situazioni e a rendere più cogente il rispetto delle norme. Ad esempio laddove prevede l’assegnazione della sede di ordinaria attività lavorativa, potendo contribuire alla riduzione del fenomeno del lavoro su più presidi. O ancora dove definisce le tipologie di eccedenza dell’orario contrattuale, la loro remunerazione e possibilità di recupero e infine dove regola il Servizio di Pronta Disponibilità, auspicabilmente riducendone l’abuso”.
Il sondaggio chiude con la richiesta di suggerimenti per migliorare la sanità.
Dal punto di vista economico:
- Retribuzione differenziata per le varie specializzazioni (in particolare le specializzazioni con attività prevalentemente ospedaliera e turni di guardia festivi e feriali andrebbero maggiormente remunerate)
- Incremento dei salari con adeguamento alla media europea
Dal punto di vista organizzativo:
- Ridurre l’eccessiva burocrazia,
- Adeguare i carichi di lavoro con il rispetto dell’orario di lavoro e l’aumento dell’opportunità di carriera, la sostituzione della maternità e la flessibilità oraria.
- Aumentare i posti letto ospedalieri
Dal punto di vista strategico:
- Eliminare la nomina politica dei Direttori Generali
- Migliorare la collaborazione tra dirigenza e middle management a livello ospedaliero
- Migliorare i percorsi assistenziali ospedale-territorio con la riorganizzazione dei servizi territoriali.
“Il 2024 si apre per il nostro sindacato – conclude Di Silverio - con un obiettivo preciso e i risultati di questo sondaggio non fanno che confermarne l’urgenza: è necessario migliorare le condizioni di lavoro attraverso un suo diverso valore, anche salariale, sue diverse collocazioni giuridiche e diversi modelli organizzativi per superare una volta per tutte quel disagio medico che è la causa principale del grande scontento attuale. Dobbiamo fermare questa deriva che rischia di travolgere il servizio sanitario pubblico e nazionale costruito in 45 anni di lavoro e sacrifici. I numeri del nostro sondaggio, ancora una volta, parlano chiaro e ci investono di una grande responsabilità. Continueremo a impegnarci affinché il lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari trovi una nuova valorizzazione per rendere ogni giorno esigibili i diritti dei cittadini che si rivolgono alla sanità pubblica.
I risultati della survey saranno inviati al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Governo, ai partiti e alle Regioni perché nelle loro scelte tengano conto dell’urgenza di una politica di visione rispetto alla salvaguardia del Servizio Sanitario pubblico e universale, pena il definitivo sgretolamento di quanto faticosamente nelle corsie italiane si cerca ancora di fare per garantire la piena esigibilità del diritto alla salute dei cittadini italiani”.